A margine della 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, 85 Stati e un’organizzazione internazionale hanno intrapreso un totale di 102 azioni durante la cerimonia annuale del trattato, in particolare per quanto riguarda l’Accordo sugli Oceani.
L’evento che si è concluso il 22 settembre si è incentrato quest’anno sul tema “Verso la partecipazione universale agli accordi ambientali multilaterali per un pianeta sano” e ha messo in luce i trattati volti a rispondere alla triplice crisi che sta distruggendo il pianeta: cambiamento climatico, perdita di diversità biologica e inquinamento.
Secondo il consigliere legale dell’Onu, Miguel de Serpa Soares che ha supervisionato l’evento quest’anno, ha sottolineato che «la cerimonia è un modo per facilitare l’adesione ai diversi strumenti di diritto internazionale di cui l’Onu è depositaria.
Lo facciamo da circa vent’anni e, di fatto, per noi è un’occasione per attirare gli Stati nel mondo del diritto internazionale, per avere più firme, ratifiche, adesioni ai diversi trattati multilaterali di cui il Segretario Generale è depositario».
Il momento clou della cerimonia del trattato è stata l’apertura alla firma dell’Accordo Marine Biodiversity of Areas Beyond National Jurisdiction (BBNJ), uno strumento internazionale giuridicamente vincolante dell’United Nations Convention on the Law of Sea che riguarda la conservazione e all’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree che marine al di fuori della giurisdizione nazionale.
Per Serpa Soares, «l’apertura alla firma dell’Accordo BBNJ segna un punto di svolta nei nostri sforzi comuni per affrontare le minacce che la tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità pone ai nostri oceani».
Inizialmente mancava la firma del governo italiano, ma alla fine dei 4 giorni della cerimonia, l’Accordo ha raccolto 81 firme di Paesi di tutti i continenti, comprese quelle di 12 Stati africani, 18 Stati dell’Asia e del Pacifico, 10 Stati dell’Europa orientale, 16 dell’America Latina e dei Caraibi e 22 Stati dell’Europa occidentale, compresa l’Italia.
L’accordo BBNJ è stato firmato da 11 capi di Stato, 11 capi di governo, 56 ministri e 2 alti funzionari, a nome di 80 Stati e dell’Unione Europea.
Oltre all’accordo BBNJ, diversi Stati hanno intrapreso azioni previste dai trattati per stato in una serie di altri settori di interesse globale, come i diritti umani, il commercio e lo sviluppo internazionali, il disarmo, le questioni penali, la salute e la protezione dell’ambiente.
l’Ufficio del consulente legale dell’Onu conclude: «Firmando trattati multilaterali o depositando strumenti di ratifica, di adesione o altri strumenti che notificano il loro consenso ad essere vincolati, gli Stati membri contribuiscono in modo significativo all’avanzamento dello stato di diritto nelle relazioni internazionali e alla promozione della pace.
Dal 2000, la Cerimonia del Trattato delle Nazioni Unite ha registrato più di 2.000 azioni relative ai trattati, tra cui firme, ratifiche e adesioni».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 26 settembre 2023 sul sito online “greenreport.it”)