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Home Approfondimenti

Alla Cop29 di Baku primo accordo sui mercati globali del carbonio

13/11/2024
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Alla Cop29 di Baku primo accordo sui mercati globali del carbonio
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La 29esima Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop29 Unfccc) è iniziata a Baku con un importante accordo sugli standard per la creazione di crediti di carbonio ai sensi dell’articolo 6.4 dell’accordo di Parigi.

Secondo l’Unfccc, «questo consentirà l’azione per il clima aumentando la domanda di crediti di carbonio e garantendo che il mercato internazionale del carbonio operi con integrità sotto la supervisione delle Nazioni Unite», una delle cose più indigeste per Donald Trump che ha già annunciato l’uscita degli Usa dall’Unfccc non appena rimetterà piede alla Casa Bianca.

L’articolo 6 dell’accordo di Parigi punta a garantire mercati del carbonio affidabili e trasparenti per i Paesi che collaborano per raggiungere i loro obiettivi climatici.

Gli Article 6 compliant markets saranno uno strumento fondamentale per canalizzare maggiori investimenti verso i Paesi in via di sviluppo, questo consentirà di concentrare gli sforzi di mitigazione dove i costi sono più bassi.

La piena operatività dell’articolo 6 rappresenterà un passo significativo per l’attuazione dei Nationally Determined Contributions (NDC) in modo economicamente vantaggioso e per rafforzare l’ambizione in materia di mitigazione e adattamento. L’International Emissions Trading Association ( IETA) ha dimostrato che l’attuazione dell’articolo 6 può ridurre i costi degli NDC dei Paesi attuatori di circa 250 miliardi di dollari all’anno.

Gli standard approvati alla COP29 sono quelli adottati dall’Organismo di vigilanza dell’articolo 6.4 per la creazione di crediti di carbonio ai sensi dell’articolo 6.4 e l’Unfccc assicura che «garantiranno un’elevata integrità del mercato internazionale del carbonio e che le riduzioni e gli assorbimenti delle emissioni siano reali, aggiuntivi, verificati e misurabili», ma ricorda che non si tratta di standard scolpiti nella pietra: «Poiché sono disciplinati dalla Conference of the Parties serving as the Meeting of the Parties to the Paris Agreement (CMA), le Parti potranno ulteriormente migliorarli come ritengono opportuno».

La svolta è avvenuta dopo che a ottobre, l’Azerbaigian ha ospitato una riunione dell’Organismo di vigilanza sull’articolo 6.4 che ha proposto una serie di standard per l’articolo 6.4.

La presidenza della COP29 ha sostenuto questi standard nella fase pre-COP e ha collaborato intensamente con le Parti per gettare le basi per una loro rapida adozione.

Ma le parti devono ancora trovare un accordo sui restanti elementi costitutivi dell’articolo 6 che includono l’articolo 6.2 e gli elementi finali dell’articolo 6.4.

La presidenza della COP29 sottolinea che «questo contribuirà a creare fiducia per rafforzare la cooperazione ai sensi dell’articolo 6, rendendolo uno strumento più efficace nella lotta ai cambiamenti climatici.

Una volta conclusi i negoziati dell’articolo 6, la presidenza della COP29 incoraggerà l’adozione del sistema di scambio di quote di carbonio previsto dall’articolo 6, in modo che i Paesi possano trarne i potenziali benefici».

Commentando l’accordo, il presidente della COP29 Mukhtar Babayev ha detto che «questo sarà uno strumento rivoluzionario per indirizzare le risorse verso il mondo in via di sviluppo.

Dopo anni di stallo, le innovazioni a Baku sono ora iniziate.

Ma c’è molto di più da offrire».

La presidenza di turno azera della COP29 ha individuato la piena operatività dell’articolo 6 come una delle principali priorità negoziali di quest’anno: «La finalizzazione dei negoziati dell’articolo 6 potrebbe ridurre il costo dell’implementazione dei piani climatici nazionali di 250 miliardi di dollari all’anno, consentendo la cooperazione transfrontaliera.

La decisione odierna è un passo essenziale per raggiungere tale obiettivo e stabilisce un forte slancio per un progresso continuo nelle prossime due settimane di negoziati».

Citando l’ultimo rapporto ”Adaptation Gap Report 2024: Come hell and high water” dell’United Nations environment programme (Unep), Babayev ha aperto il summit climatico sottolineando che «la COP29 è un momento critico per i leader globali per riunirsi e dimostrare il loro impegno collettivo per l’azione per il clima.

Le attuali politiche stanno mettendo il mondo sulla strada per un riscaldamento catastrofico di 3 gradi Celsius.

Siamo sulla strada della rovina.

Che le vediate o no, le persone soffrono nell’ombra.

Stanno morendo nell’oscurità.

E hanno bisogno di più della compassione, di più di preghiere e scartoffie.

Stanno chiedendo a gran voce leadership e azione.

La COP29 è il momento imperdibile che può tracciare un nuovo percorso per tutti».

Babayev ha detto che per incrementare leadership e azione climatica la massima priorità negoziale per la COP29 è un accordo su un New Collective Quantified Goal (NCQG) equo e ambizioso sul finanziamento climatico ma pur rilevando diversi progressi negoziali ha ammesso che restano differenze sui contributori e la dimensione dell’obiettivo finale e ha evidenziato: «Sappiamo che le necessità sono nell’ordine dei trilioni di dollari e che ci sono differenze su come arrivarci.

Un obiettivo realistico per quel che il settore pubblico può fornire e mobilitare direttamente sembra essere nell’ordine delle centinaia di miliardi di dollari.

Queste cifre possono sembrare grandi, ma non sono nulla in confronto al costo dell’inazione. Questi investimenti danno i loro frutti».

Babayev ha concluso lanciando un forte appello all’azione per la riduzione delle emissioni: «In quanto forum più importante al mondo sui cambiamenti climatici, la COP29 non può restare e non rimarrà in silenzio sulla mitigazione (…)

Abbiamo inserito la mitigazione nell’agenda di tutti gli incontri prima della COP in modo da trovare una via d’uscita.

Come Presidenza stiamo facendo ogni sforzo per affrontare il problema in ogni direzione, senza perdere di vista la nostra massima priorità negoziale: il NCQG.

Mentre il primo decennio di Parigi volge al termine, la COP29 è un momento della verità che metterà alla prova il nostro impegno nei confronti del sistema climatico multilaterale.

Ora dobbiamo dimostrare di essere preparati a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

L’azione climatica è la gara delle nostre vite.

Conosciamo la difficoltà del compito che ci attende, ma non stabiliremmo queste aspettative se non credessimo che siano assolutamente necessarie.

Il successo della COP29 dipenderà dal fatto che tutti facciano la loro parte.

L’Azerbaijan può costruire il ponte, ma tutti voi dovete attraversarlo a piedi.

Infatti, dovete iniziare a correre».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 novembre 2024 sul sito online “greenreport.it”)

 

 

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