Foto Greenpeace Roma
Incatenati in via del Corso mascherati da Trump e dal cane a sei zampe simbolo dell’Eni.
Blitz sabato dei volontari di Greenpeace Roma per denunciare le cause intimidatorie promosse dalle compagnie dell’oil&gas nei confronti di Greenpeace.
In via del Corso, due attivisti sono stati simbolicamente imbavagliati e incatenati da figuranti che indossavano maschere rappresentanti Trump e il Cane a sei zampe di ENI, in un’azione teatrale che ha attirato curiosi e passanti.
Blitz di Greenpeace Roma
I due volontari, con la bocca coperta e le mani legate con delle catene, hanno cercato più volte di farsi liberare rivolgendosi alle persone intorno a loro, ricevendo aiuto la maggior parte delle volte.
“Mentre gli eventi climatici estremi diventano sempre più violenti e frequenti, nel mondo assistiamo a un paradosso: lottare contro la crisi climatica sta diventando sempre più
pericoloso per chiunque provi a mettere in luce le responsabilità dell’industria dei combustibili fossili – dichiarano da Greenpeace Roma -. Nel 2024 ENI ha fatto causa Greenpeace Italia e Recommon, in quanto le due organizzazioni avrebbero messo in piedi “una campagna d’odio” nei confronti dell’azienda attraverso la causa hanno intentato due anni fa nei confronti dell’azienda, insieme a cittadine e cittadini italiani“.
L’amministrazione Trump
Come spiegano ancora da Greenpeace: “A marzo di quest’anno è stato emesso il verdetto sulla causa temeraria e infondata mossa da Energy Transfer contro Greenpeace negli Stati Uniti (Greenpeace Inc e Greenpeace Fund) e Greenpeace International.
La giuria ha stabilito che Greenpeace è responsabile per oltre 660 milioni di dollari per le proteste contro l’oleodotto Dakota Access.
La precedente amministrazione Trump aveva passato quattro anni a smantellare le politiche di protezione dell’aria e dell’acqua e la sovranità indigena.
Ora insieme ai suoi alleati vuole finire il lavoro zittendo ogni forma di protesta pacifica“.
Accuse infondate
“Le compagnie dell’oil&gas stanno facendo un massiccio uso di cause note come SLAPP, spesso basate su accuse infondate, intentate da grandi poteri per scoraggiare la protesta
pubblica – conclude la nota stampa -. Uno stratagemma ormai ben collaudato per soffocare sul nascere ogni critica e ogni forma di protesta“.
(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 maggio 2025 sul sito online “Roma Today”)