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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

Crescono i lupi presenti in Italia, dopo due anni di ricerca si stimano 3.300 esemplari

18/05/2022
in Approfondimenti, Archivi, Caccia e Animali, Governo del territorio, MATERIE TRATTATE, Natura, News, Piani territoriali
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Si è concluso il primo monitoraggio nazionale sulla presenza del lupo in Italia, e le stime elaborate dall’Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) restituiscono un quadro della situazione incoraggiante: i lupi sono tornati a crescere lungo lo Stivale, arrivando in totale a circa 3.300 esemplari.

Si tratta di un dato arrivato a valle di un mastodontico lavoro condotto in piena pandemia, nel 2020-21, che ha impegnato una rete di oltre 3.000 persone, tra operatori volontari formati e personale dei Parchi nazionali e regionali, Regioni e Provincie autonome, università, musei, 5 associazioni nazionali (Aigae, Cai, Legambiente, Lipu, Wwf Italia), 37 associazioni locali, 504 reparti dei Carabinieri.

Complessivamente sono stati percorsi a piedi 85.000 km per raccogliere i dati necessari all’indagine: la presenza del lupo è stata infatti documentata da 6520 avvistamenti fotografici con fototrappola, 491 carcasse di ungulato predate, 1310 tracce, 171 lupi morti, oltre che da 16.000 escrementi rinvenuti sul terreno.

Sono state condotte anche 1500 analisi genetiche, che hanno permesso di identificare la specie.

Ne è valsa la pena: «Ovunque la popolazione di lupo è cresciuta, sulle alpi si è registrato l’aumento più significativo», spiegano da Ispra.

Più nel dettaglio, un numero di lupi stimato intorno ai 950 lupi si muove nelle regioni alpine, mentre sono quasi 2400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola.

Se si calcola l’estensione delle aree di presenza del lupo (41.600 kmq nelle regioni alpine e 108.500 kmq nelle regioni peninsulari), per Ispra si può dunque affermare che la specie occupa la quasi totalità degli ambienti idonei nell’Italia peninsulare.

«I risultati del monitoraggio Ispra sul lupo dimostrano il grande successo degli interventi di conservazione che sono stati realizzati nel corso degli ultimi decenni: un risultato giunto grazie ad anni di lavoro e di azioni di conservazione portate avanti soprattutto dai Parchi – dichiara il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri – Il lupo era ormai ridotto a poche decine di capi, ormai vicino alla estinzione in Italia.

Oggi, invece, siamo ad oltre tremilatrecento unità e ad una diffusione che va dall’Appennino alle Alpi.

I numeri ci dicono che il lupo, ormai, non è più in pericolo e che probabilmente nella prossima revisione della Liste rossa si collocherà allo stesso livello della volpe; tecnicamente least concern secondo le categorie Iucn, ossia fuori pericolo».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 maggio 2022 sul sito online “greenreport.it”)

 

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