Dopo il via libera alla Camera alla norma ribattezzata “anti Gandhi”, l’articolo 14 del Ddl Sicurezza, il giudizio del presidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio è netto: «La risposta a chi protesta per chiedere un’azione più incisiva contro l’inazione contro il cambiamento climatico non può essere il carcere e una inaccettabile compressione del diritto al dissenso».
Secondo il Wwf, «la politica agisce in modo lento e contraddittorio rispetto la crisi climatica: quando non opportunisticamente condizionate dal negazionismo e fake news, le risposte sono insufficienti.
Criminalizzare la protesta ambientale significa negare anche la verità scientifica, al di là di ogni ideologia.
E’ poi oggi la nostra Costituzione a dire che le attività economiche non possono ledere la tutela ambientale, punire col carcere chi, protestando o manifestando, afferma questo principio significa negarlo».
Di Tizio aggiunge: «Siamo in un momento cruciale che definirà il nostro futuro e quello di chi verrà dopo di noi.
La nostra vita come la conosciamo, rischia di cambiare.
Ce lo dice, pressantemente, la scienza.
Ce lo ricordano il caldo di quest’estate, le piogge torrenziali di settembre, le alluvioni e le nostre città che a causa degli eventi meteorologici estremi sono sempre più insicure e invivibili – conclude Di Tizio –. Chi protesta pacificamente per il clima ha queste motivazioni.
Ascoltare le richieste e dare risposte politiche è una soluzione certamente migliore rispetto al carcere».
Per Ultima Generazione, uno dei movimenti nel mirino della destra, «l’approvazione da parte della Camera del ddl S.693 va in direzione contraria rispetto al diritto sancito dalla Costituzione di manifestare e di esprimere la propria opinione, di mobilitarsi e di protestare.
Con questa legge il Parlamento ha deciso di punire più gravemente chi imbratta per protestare legittimamente contro un’ingiustizia sociale rispetto a chi semplicemente vandalizza un manufatto senza alcun motivo.
Vuol dire tornare al reato di opinione, inaccettabile in una democrazia.
Chiediamo al Presidente Mattarella di non firmare la legge come presa di posizione chiara rispetto a queste intimidazioni e chiediamo che solleciti il Governo invece a intervenire per le vittime della crisi in Italia».
Gli eco-attivisti ricordano che «il presidente Mattarella più volte ha sottolineato l’ingiustizia che i giovani stanno vivendo con la crisi climatica.
Nel Messaggio di Fine Anno del 31 dicembre 2022 ha dichiarato: “Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani.”
Ma anche nel recente Messaggio di Fine Anno del 31 dicembre 2023: “I giovani si sentono fuori posto.
Disorientati (…)
Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese.
Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa”.
Se queste parole sono sincere, il Presidente avrà chiaro cosa spinge comuni cittadini e cittadine appartenenti alla società civile a fare gesti tanto eclatanti e saprà che la reazione del Governo dovrebbe essere di rispondere alle richieste di intervento e non di mostrare i muscoli con leggi contra personam.
Per questo chiediamo che la più alta carica dello Stato e tutore della democrazia, non firmi la legge».
Nuova Generazione attacca l’esecutivo: «Resta assordante il silenzio con cui il Governo risponde alle richieste di intervento per la Crisi, in particolare rispetto all’istituzione di un Fondo di Riparazione.
Questo Governo, come i precedenti, non ha alcuna intenzione di affrontare i problemi strutturali alla base della crisi ecologica e sociale in corso.
Infatti, l’atto del Governo non ha niente a che vedere con la tutela del patrimonio artistico ed architettonico del Paese, già rigorosamente protetto dalla legislazione corrente, ma si tratta esclusivamente di una legge contro Ultima Generazione.
Un pericoloso precedente con il quale si colpisce chi protesta pacificamente e in modo rigorosamente nonviolento per un motivo legittimo, e si attacca un’opinione rendendola reato.
Si apre così la strada al reato di opinione che non esiste in nessuna democrazia, perché la democrazia si fonda proprio diritto di protesta e di opinione.
Non dimentichiamo che proprio in conseguenza dell’esercizio del diritto di protesta e manifestazione nonviolenta, 12 cittadini di Ultima Generazione sono stati arrestati, per tre giorni tenuti in carcere e sono tuttora sottoposti al provvedimento di obbligo di dimora per il blocco stradale a Fiumicino dello scorso 4 dicembre; ripercussioni esorbitanti dato che il blocco stradale a tutt’oggi è sanzionato con una sanzione amministrativa pecuniaria».
E Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra nella commissione giustizia della Camera denuncia che «la svolta securitaria della destra, in scena alla Camera con l’approvazione del pessimo DDL Sicurezza, é in atto nei territori.
A Gallarate il sindaco Andrea Cassani, segretario provinciale della Lega di Varese, minaccia di chiedere il risarcimento dei presunti danni causati dal presidio ambientalista contro il taglio di alberi in città.
L’iniziativa degli ecologisti avrebbe ritardato i lavori: evidente che questa motivazione sia una intimidazione che lede un diritto democratico.
Inoltre, la prassi repressiva del sindaco leghista, che pochi giorni fa salutò i manifestanti alzando il dito medio, è molto preoccupante: abbiamo presentato una interrogazione al ministero dell’Interno Piantedosi perché intervenga a difesa dei diritti costituzionali».
Dori conclude: «La crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo è motivo di ansia e frustrazione per un’intera generazione (più di una a dir la verità) e rispondere a questa frustrazione con norme repressive non è una soluzione ma rischia di amplificare ancora di più quella che è stata definita come eco-ansia.
La soluzione al problema sarebbe quella di smettere di ignorare gli effetti di una crisi globale che caratterizza l’azione di governo e disinnescare il ‘benaltrismo’ che caratterizza il dibattito pubblico su tutto quello che riguarda l’ambiente».
Ma questa reiterata presa di posizione di AVS – espressa con chiarezza anche nel dibattito parlamentare – non la mette del tutto al riparo dagli strali di Ultima Generazione che attacca tutta la politica: «Che questo provvedimento sia opera del governo Meloni ed abbia avuto i voti della destra non ci sorprende.
Ci scandalizzano i 10 astenuti d’Italia Viva e di Azione che, come gli ignavi della Divina Commedia, hanno deciso di non schierarsi: i complici migliori di ogni cultura autoritaria repressiva.
Siamo profondamente delusi dall’assenza al voto del leader di partito Bonelli (Verdi), Conte (Movimento 5 Stelle) e Schlein (PD).
Sebbene i deputati di questi partiti abbiano votato contro il ddl, la loro assenza su un provvedimento legislativo pericoloso per tutti noi cittadini denota superficialità e sottovalutazione del problema.
Ci sentiamo invece di ringraziare tutte quelle voci che nell’aula di Montecitorio si sono levate con chiarezza non solo a difesa di Ultima Generazione, ma in primis a salvaguardia di un diritto democratico».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 settembre 2024 sul sito online “greenreport.it”)