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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

Deforestazione record in Amazzonia e nel Cerrado brasiliani

18/07/2022
in Approfondimenti, Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Secondo i dati del sistema  Deter, dell’Instituto de Pesquisas Espaciais (Inpe) del Brasile,  solo a giugno in Amazzonia è stata distrutta dagli incendi un’area di 1.120 km2 , «un record nella serie storica – fa notare Greenpeace Brasil  – e un aumento del 5,5% dell’area con deforestazione allarmi, in rispetto a quelli registrati a giugno 2021.

In un anno, quest’area ha raggiunto già i 3.988 Km2, una cifra superiore del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, che era già stato un record nella serie storica del sistema DETER-B.»

Il Wwf denuncia che «nei primi 6 mesi del 2022 ben 3.988 km2 di foresta amazzonica sono andati distrutti, oltre 3 volte la superficie di Roma.

Il valore è il più alto mai registrato per questo periodo dall’inizio della serie storica, nel 2016 – praticamente il triplo del valore registrato nel 2017 (1.332 km2).

E’ il quarto anno consecutivo con record di deforestazione nel periodo.

L’incremento rispetto ai primi 6 mesi del 2021 è stato del 5%».

Greenpeace Brasil rivela che l’Amazonas guida per la prima volta la lista degli Stati brasiliani più disboscati nel primo semestre del 2022, con 1.236 Km2  che rappresentano il 30,9% del totale disboscato nel periodo, seguito da Pará, con 1.105 Km2 , (27,7% del totale), e Mato Grosso, con 845 Km22 (21,1%).

Il Wwf ricorda che «nel solo mese di giugno, nel Cerrado, sono stati disboscati 1.026 km2, più del doppio (+111,5%) di quello registrato nel 2021 e nel 2020.

Ancora una volta gli Stati più devastati si trovano nella regione di Matopiba.

La regione più devastata è stato il Cerrado, quando tra l’inizio di gennaio e la fine di giugno sono stati devastati 3.638 km2, con un incremento del 44,5% rispetto ai primi 6i mesi del 2021».

Secondo Rômulo Batista, portavoce della campanha Amazônia di Greenpeace Brasil, «é un altro triste record per la foresta e la sua gente.

Questo numero conferma solo che il governo federale non ha né la capacità né l’interesse di combattere tutta questa distruzione ambientale. 

Che sia per inazione o per omissione, quel che vediamo è un’escalation inaccettabile della distruzione della foresta e del massacro dei suoi popoli e dei suoi difensori.

Mentre l’Esecutivo non fa nulla per fermare la distruzione, il Congresso ci dà ancora più motivo di preoccupazione. 

Disegni di legge come il 2.633/2020 , che prevede l’amnistia per gli accaparratori di terre, e il PL 490/2007 , che apre le terre indigene alle attività predatorie, aggiungono un altro livello di pressione sulle nostre foreste. 

Invece di concentrarsi sul contenimento degli impatti della distruzione dell’Amazzonia sulla popolazione e sul clima, sulla lotta contro la criminalità che avanza nella foresta e che brucia non solo le nostre risorse naturali, ma anche l’immagine e il dell’economia del paese, i parlamentari cercano di far approvare progetti che accelereranno ulteriormente la deforestazione, i conflitti rurali e l’invasione delle terre pubbliche. 

Il nostro Paese non ha bisogno dell’approvazione di questi progetti. 

Ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà politica di avanzare nella lotta contro la deforestazione, gli incendi e l’accaparramento delle terre».

Mariana Napolitano, responsabile scientifica del Wwf Brasil, conclude: «La deforestazione in Amazzonia nella prima metà del 2022 è stata allarmante e avvicina sempre di più il bioma al punto di non ritorno da cui la foresta non potrà più sostenersi, né fornire i servizi ambientali da cui dipende il futuro non solo del Brasile ma del nostro Pianeta.

Abbiamo perso quasi 4.000 km2 di foresta amazzonica in soli sei mesi, confermando la tendenza all’intensificazione della deforestazione negli ultimi tre anni.

Quando perdiamo le foreste, mettiamo a repentaglio il nostro futuro.

L’Amazzonia è la chiave per regolare le precipitazioni dalle quali dipendono la nostra agricoltura, la nostra fornitura di acqua potabile e la disponibilità di energia idroelettrica.

E’ anche un importante serbatoio di carbonio: rimuovendo anidride carbonica dall’atmosfera, l’Amazzonia rallenta il riscaldamento globale.

Il furto di terreni pubblici e l’estrazione illegale, che non generano ricchezza o qualità della vita, stanno distruggendo il nostro futuro».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 15 luglio 2022 sul sito online “greenreport.it”)

 

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