Attivista in azione – foto Extinction Rebellion
Una nuova azione per chiedere maggiore rispetto per l’ambiente.
Dopo il “blitz” al Colosseo durante le celebrazioni per i funerali di papa Francesco, il gruppo Extinction Rebellion torna a colpire.
Oggi, domenica 27 aprile, intorno alle 10:15 del mattino, due attiviste si sono appese al ponte Vittorio Emanuele, nei pressi di San Pietro, srotolando uno striscione con scritto “Difendere la Terra, non i confini”.
Striscione appeso a ponte Vittorio Emanuele
La manifestazione, spiegano gli attivisti in un comunicato, “è un secondo atto di denuncia nei confronti dell’ipocrisia di capi di Stato e ministri di tutto il mondo, arrivati in città per celebrare un uomo che hanno oltraggiato con politiche estrattiviste e anti-migratorie” del “governo italiano e di quello statunitense”.
“Ieri (sabato 26 aprile, ndr) abbiamo assistito ad un teatro politico imbarazzante – commenta Beatrice di Extinction Rebellion – chi lascia ogni giorno morire persone in mare o investe in progetti di deportazione e in nuovi centri di detenzione, è arrivato in città per commemorare chi in vita difendeva migranti e detenuti”.
Chiaro il riferimento ai centri realizzati in Albania per il rimpatrio dei migranti, misura fortemente voluta dal governo Meloni.
Nel mirino anche “la riforma del sistema di immigrazione dell’amministrazione Trump, caratterizzata da una serie di espulsioni illegittime o effettuate senza processo, tant’è vero che la Corte Suprema, la settimana scorsa, ne ha ordinato lo stop”.
L’azione degli attivisti al ponte Vittorio Emanuele
Dito puntato anche contro le politiche energetiche di entrambi i governi “che mirano ad un aumento degli investimenti per lo stoccaggio e il trasporto di gas naturale liquefatto”.
Il comunicato continua: ”Gli Stati Uniti sono attualmente il maggiore produttore mondiale di gas, risorsa tramite la quale esercitano oggi un’influenza geopolitica senza precedenti.
Dopo l’incontro di Giorgia Meloni con Donald Trump alla Casa Bianca, infatti, sembra sempre più probabile che l’Italia aumenti le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) proprio dagli Stati Uniti.
Questi progetti contribuiranno ad aggravare le conseguenze della crisi ecoclimatica, che è a sua volta una delle principali cause delle migrazioni che questi governi stanno cercando di contrastare.
La banca mondiale stima infatti che entro il 2050, i migranti climatici potrebbero essere 216 milioni”.
“In un mondo dilaniato dagli effetti del collasso climatico, che sta portando ad un aumento drammatico del numero di persone costrette a migrare e ad abbandonare la loro terra, difendere la Terra è ciò di cui abbiamo bisogno.
Non un’egoista e miope chiusura dei confini” conclude Beatrice.
Sul posto polizia e vigili del fuoco
Sul posto sono subito intervenuti polizia e vigili del fuoco.
Alle 11:10 circa le due attiviste stavano ancora risalendo dal ponte.
Seguono aggiornamenti.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 aprile 2025 sul sito online “Roma Today”)