TRENTO. Visto il fallimento nella gestione autonoma della Provincia di Trento nella gestione dei grandi carnivori targata Fugatti sono sempre più forti le spinte per riportare in capo al ministero dell’ambiente le politiche in oggetto (anche perché orsi, boschi e natura non sono di ”proprietà” del Trentino ma di tutti gli italiani e dello Stato in quanto beni indisponibili).
E per questo tanti, oggi, hanno plaudito all’iniziativa del ministero dell’ambiente che ha convocato, ascoltato e accolto le proposte delle associazioni ambientaliste.
In generale quel che è stato proposto sono quelle pratiche che, soprattutto negli ultimi 4 anni di guida leghista, sono state disattese arrivando a creare il cortocircuito di queste ultime settimane: è scomparsa l’informazione e la formazione sull’argomento, i bidoni anti-orso non sono ancora la regola per i territori che gravitano nelle aree dei grandi carnivori, non sono stati fatti corridoi faunistici per facilitare il diffondersi della specie in altre zone, i progetti di monitoraggio sono naufragati su tre radiocollari, due rotti.
Oltre a Lav e Oipa era presente anche il Wwf Italia che nei giorni scorsi aveva proprio auspicato un ruolo maggiormente proattivo da parte del Ministero dell’Ambiente e ha quindi accolto in modo positivo la riunione di oggi: ora si tratta di dare seguito al confronto avviatosi e rafforzare la volontà delle istituzioni di lavorare per la sicurezza di persone e orsi.
”Spiace constatare, però, che a livello politico, in Trentino, ci si limiti a gettare benzina sul fuoco – spiega il Wwf riferendosi senza mezzi termini al disegno di legge targato Patt e Ossanna –alimentando il conflitto, piuttosto che puntare sull’informazione, che è alla base della convivenza, unica soluzione possibile.
Un esempio di questa insensata escalation è lo sconsiderato Disegno di Legge presentato in Consiglio della Pat lo scorso 18 aprile e che se approvato consentirebbe a chiunque fosse in possesso di una licenza di caccia, di sparare a orsi o lupi per i motivi più futili, in violazione di tutte le norme nazionali, europee ed internazionali vigenti.
Una proposta più utile ad una campagna elettorale che non alla sicurezza dei cittadini e al futuro degli orsi”.
La questione orso, spiega il Wwf, è estremamente complessa e richiede un approccio scientifico e socio culturale che ad oggi è mancato.
”La possibilità di rimuovere esemplari problematici è un’opzione prevista dal Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali (Pacobace) – prosegue l’ente – ma è un’azione da attuare solo in casi estremi, e solo dopo aver analizzato a fondo la dinamica degli eventi.
Lo stesso Pacobace prevede interventi di comunicazione, formazione ed educazione rivolti alle comunità locali che in larga misura risultano inattuati: cartellonistica specifica e adeguata, cassonetti dei rifiuti anti-orso per impedire l’avvicinamento degli orsi ai centri abitati, attività di educazione ambientale nelle scuole, ma non solo, sono alcune delle misure da mettere in atto. Mancando tali azioni, la conseguenza è che le comunità locali – e più in generale i frequentatori delle montagne del Trentino – risultano impreparate a convivere con gli orsi. Inoltre, risulta inspiegabile e anacronistica l’opposizione a liberalizzare l’utilizzo dello spray al peperoncino, strumento comunemente utilizzato in molti Paesi dove è presente l’orso”.
Poi vi è il tema dei corridoi faunistici: ”Alla popolazione di orsi del Trentino deve essere poi data la possibilità di ampliare l’areale attuale in modo naturale, intervenendo su quelle barriere antropiche che, soprattutto nella porzione orientale, ne impediscono o ne rallentano la dispersione, attraverso la realizzazione di quei corridoi ecologici vitali anche per tante altre specie”.
Tutte cose ancora una volta che erano in capo alla Provincia di Trento.
”La rimozione o lo spostamento di un cospicuo numero di orsi come paventato dalla Provincia Autonoma di Trento non ha alcun fondamento scientifico ed è in contrasto con le normative di tutela attualmente in vigore.
È opportuno basare le scelte gestionali sulla base di robusti elementi tecnico scientifici, mettendo da parte posizioni estremiste o demagogiche.
Il Wwf Italia continuerà ad essere in prima linea a tutela della biodiversità e dei grandi carnivori anche sul fronte legale e giudiziario, come confermato dalle decine di azioni legali e giudiziarie promosse nel corso degli ultimi anni dall’ufficio legale che hanno portato, tra l’altro, nel 2021 a bloccare le linee guida approvate dalla Provincia Autonoma di Trento che avrebbero aperto la strada agli abbattimenti degli orsi.
Anche con riferimento a Jj4, il Wwf ha dato mandato ai suoi legali al fine di valutare quali siano le responsabilità, anche relative a condotte omissive e negligenti, in capo ai soggetti deputati all’adozione delle misure preventive previste dalla normativa nazionale e locale”.
(Articolo di Luca Pianesi, pubblicato con questo titolo il 26 aprile 2023 sul sito online “il Dolomiti”)