La penisola iberica si sta lentamente riprendendo dal più grande blackout della sua storia: stamattina il 99,95% del fabbisogno elettrico spagnolo è di nuovo soddisfatto, in base ai dati comunicati dal gestore Red Eléctrica e dal ministero della Transizione ecologica, riportati dall’agenzia di stampa Efe.
In ogni caso, proseguono i lavori di ripristino presso il Centro di controllo elettrico per cercare di tornare rapidamente alla normalità dopo la massiccia interruzione di corrente che ha colpito tutta la penisola iberica, a seguito dell’improvvisa scomparsa di 15 GW per produzione elettrica – che in quel momento coprivano il 60% della domanda spagnola – in soli cinque secondi, per cause ancora in fase di accertamento.
Le ipotesi circolate finora – dal raro fenomeno atmosferico all’attacco hacker – non trovano conferme né smentite, così come le teorie di alcuni commentatori italiani che indicano nella massiccia penetrazione delle energie rinnovabili nel Paese (del resto, solo pochi giorni prima, nei momenti di picco solare ed eolico coprivano tranquillamente oltre il 100% della domanda nazionale).
«Gli esperti non sono ancora riusciti a determinare la causa di questa improvvisa interruzione delle forniture, ma lo faranno», afferma il primo ministro Pedro Sánchez.
Di certo, una fragilità manifesta di questa portata suggerisce l’urgente necessità di investire in tecnologie di accumulo – dalle batterie ai pompaggi idroelettrici – per rendere più resiliente l’infrastruttura di rete.
Il ripristino della fornitura elettrica è proseguito nel corso della notte principalmente attraverso tre leve, ovvero le interconnessioni con Francia e Marocco, le centrali a ciclo combinato alimentate a gas e le centrali idroelettriche, mentre la presenza di centrali nucleari nel Paese ha rappresentato un problema nel problema: di fronte al collasso della rete elettrica hanno smesso di funzionare e le condizioni di sicurezza sono state mantenute solo attraverso l’impiego di generatori diesel di salvaguardia.
Se dunque è ancora presto per avanzare teorie fondate sui motivi del blackout, l’andamento della crisi è oggi chiaro.
Alle 12.33 di ieri è stata rilevata una “fluttuazione molto forte nei flussi di energia” nelle reti elettriche.
Questa fluttuazione è dovuta a una perdita di generazione, cioè a un calo della produzione di energia elettrica: i 15 GW citati poco sopra, persi improvvisamente nell’arco di appena 5 secondi (per comprendere la portata del problema, basti pensare che le cinque centrali nucleari spagnole hanno una capacità installata di 7,4 GW).
Le fluttuazioni provocate da questo calo, le cui cause sono ancora in fase di studio, hanno a loro volta provocato la disconnessione del sistema elettrico spagnolo da quello europeo, basato sull’interconnessione con la Francia.
Questa disconnessione “ha portato al collasso” del sistema e al conseguente blackout diffuso, secondo quanto affermato da Eduardo Prieto, direttore dei servizi operativi della rete elettrica. Un evento eccezionale, mai verificatosi prima.
«In oltre 40 anni di lavoro in questo settore, non ho mai visto niente di simile», spiega a El País Jorge Fabra, che è stato presidente di Red Eléctrica per un decennio.
(Articolo di Luca Aterini, pubblicata con questo titolo il 29 luglio 2025 sul sito online “greenreport.it”)