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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

I terreni agricoli europei sono il più grande serbatoio mondiale di microplastiche?

10/05/2022
in Approfondimenti, Archivi, Aree agricole, Governo del territorio, MATERIE TRATTATE, Natura, News, Piani territoriali
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Secondo lo studio “Microplastics removal from a primary settler tank in a wastewater treatment plant and estimations of contamination onto European agricultural land via sewage sludge recycling”, pubblicato su Environmental Pollution da un team di ricercatori della università di Cardiff e di Manchester, «i terreni agricoli in tutta Europa sono potenzialmente il più grande serbatoio globale di microplastiche a causa delle alte concentrazioni presenti nei fertilizzanti derivati ​​dai fanghi di depurazione».

I ricercatori stimano che «tra le 31.000 e le 42.000 tonnellate di microplastica (o 86-710 trilioni di particelle di microplastica) vengono applicate ai suoli europei ogni anno, rispecchiando la concentrazione di microplastica che si trova nelle acque superficiali dell’oceano» e che «le microplastiche rimosse dalle acque reflue grezze negli impianti di trattamento delle acque reflue continuano a costituire circa l’1% del peso dei fanghi di depurazione, che vengono comunemente usati come fertilizzante nelle fattorie di tutta Europa».

Lo studio dimostra anche che  il Paese che ha potenzialmente la più alta quantità di contaminazione da microplastica nei suoi suoli è il Regno Unito, con 500-1000 particelle di microplastica per metro quadrato di terreno agricolo applicato all’anno, seguito da Spagna, Portogallo e Germania.

I fanghi di depurazione sono comunemente utilizzati sui terreni agricoli come fonte di fertilizzante sostenibile e rinnovabile in tutti i Paesi europei, il che è in parte dovuto alle direttive dell’Ue che promuovono l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura o negli inceneritori per produrre energia per non smaltirli nelle discariche.

I ricercatori fanno notare che «le microplastiche sparse sui terreni agricoli verranno infine ritrasportate nei corsi d’acqua naturali mediante il deflusso delle acque superficiali o l’infiltrazione nelle acque sotterranee.

Di dimensioni inferiori a 5 mm, le microplastiche rappresentano una minaccia significativa per la fauna selvatica poiché vengono facilmente ingerite e possono trasportare contaminanti, sostanze chimiche tossiche e agenti patogeni pericolosi, con un potenziale impatto sull’intera catena alimentare».

Il principale autore dello studio, James Lofty della School of engineering dell’università di Cardiff, spiega che «la nostra ricerca si chiede se le microplastiche vengano effettivamente rimosse negli impianti di trattamento delle acque reflue o vengano in realtà spostate nell’ambiente.

Una chiara mancanza di strategia da parte delle compagnie idriche per gestire le microplastiche nei fanghi di depurazione significa che questi contaminanti vengono trasportati nuovamente nel suolo e alla fine torneranno nell’ambiente acquatico».

Per realizzare lo studio, il team di ricerca ha prelevato campioni dall’impianto di trattamento delle acque reflue di Nash a Newport, nel Galles meridionale, che tratta le acque reflue di 300.000 abitanti e la loro analisi ha rivelato che «l’impianto di trattamento era efficace al 100% nella rimozione di grandi particelle microplastiche, di dimensioni comprese tra 1 e 5 mm, dalle acque reflue in entrata che altrimenti sarebbero state rilasciate nell’ambiente acquatico.

E’ stato dimostrato che ogni grammo di fango di depurazione contiene fino a 24 particelle di microplastica, ovvero circa l’1% del suo peso».

Questi dati sono stati quindi utilizzati per valutare l’impatto in tutta Europa utilizzando i dati della Commissione europea e di Eurostat sull’uso e l’applicazione dei fanghi di depurazione come fertilizzanti in tutto il continente.

Dato che i ricercatori non hanno analizzato microplastiche di dimensioni inferiori a 1 mm, è probabile che le concentrazioni complessive siano molto più elevate delle loro stime.

Lofty conclude: «I nostri risultati evidenziano l’entità del problema nei suoli europei e suggeriscono che la pratica di spargere i fanghi sui terreni agricoli potrebbe potenzialmente renderli uno dei più grandi serbatoi globali di inquinamento da microplastica.

Attualmente non esiste una legislazione europea che limiti o controlli l’immissione di microplastica nei fanghi di depurazione riciclati in base ai carichi e alla tossicità dell’esposizione alla microplastica.

Dovrebbero essere compiuti sforzi per aumentare il monitoraggio standardizzato delle concentrazioni di microplastiche nei fanghi di depurazione e nei terreni agricoli, che fornirebbe un quadro più accurato dei livelli di contaminazione nei suoli in tutta Europa».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 maggio 2022 sul sito online “greenreport.it”)

 

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