I 12 assessori analizzati.
Ci sono anche i due sostituiti, Catarci e Gotor, usciti poche settimane prima del traguardo dei 3 anni
In bilico tra il disastro e la storia.
A tre anni dall’avvio dell’amministrazione Gualtieri, a poche settimane dall’avvio del Giubileo e con Roma cantiere a cielo aperto, la situazione dell’attuale giunta appare in molti casi sospesa, in attesa che le cose su cui si è lavorato sinora si concretizzino.
Non parliamo solo di cantieri da chiudere, ma anche di regolamenti da approvare, di bandi da far partire, di progetti che attendono fondi, di prime pietre da posare.
Un anno di attesa, riempito dai post social del sindaco, interpretato in modo diverso dai vari assessori.
I giudizi sulla giunta sono variegati, figli da un lato della situazione di attesa/sospensione, dall’altro di oggettive difficoltà della città, non governate o ignorate.
Si spiegano così i due podi, quello dei migliori e dei peggiori: tante le conferme, unite a qualche sorpresa.
Un anno, quello appena festeggiato dal sindaco Gualtieri, in cui ci sono stati i primi due cambi in giunta, dettati dalle dimissioni di Gotor e dalla necessità di mantenere gli equilibri politici.
I peggiori
Il peggiore è proprio uno dei due assessori cambiati, ovvero Miguel Gotor.
La cultura è un settore che a Roma non può mai andare male.
C’è da imprimere la propria impronta alle politiche culturali e, nel tempo, tanti predecessori del prof prestato alla politica, lo hanno fatto, lasciando a loro modo il segno.
Gotor invece – per nulla aiutato da un profilo mediatico basso che più basso non si può – è andato via lasciando dietro di sé nessun ricordo.
Ancora in carica, ma criticatissima, è l’assessora alle politiche sociali Barbara Funari.
Paga, nel nostro giudizio, la situazione della città, diventata un accampamento a cielo aperto.
Ancora di più impressiona la sua apparente indolenza, plasticamente rappresentata dallo sgombero a sua insaputa della baraccopoli di viale Pretoriano.
Sotto la sufficienza Claudia Pratelli.
In nidi e materne di Roma genitori e insegnanti hanno ben chiare le difficoltà, la maggioranza in consiglio comunale, spesso critica nei suoi confronti, anche.
Lei invece ripete dichiarazioni trionfalistiche e fuori contesto, provando a mascherare una situazione difficile.
A ridosso del 6
Non occupano nessun podio, ma sono in tanti a ballare a ridosso della sufficienza.
Andrea Catarci, rimosso da Gualtieri, chiude con un 5,5.
Paga la lentezza nel portare avanti progetti complessi e che, complice il suo spostamento, forse non vedranno più la luce.
Decentramento, partecipazione, città dei 15 minuti, procedono troppo lentamente.
Meglio nella gestione del personale: la media però lo condanna sotto al 6.
Insufficiente anche Sabrina Alfonsi.
Le tante e pesanti deleghe a suo carico contribuiscono ad abbassare il voto e, a nostro avviso, anche alla gestione non ottimale del verde e dei rifiuti.
Questi ultimi, messo in sicurezza lo smaltimento, appaiono appesi a una gestione dell’Ama in miglioramento, ma ancora da ottimizzare nelle sue articolazione territoriali.
Sul verde, come leggerete, le note più dolenti.
In calo, per il secondo anno di fila, Tobia Zevi.
Ferme le politiche sulla casa, in miglioramento la gestione del patrimonio.
Silvia Scozzese, donna dei conti, sarebbe anche vice sindaco: alzi la mano chi l’ha mai vista fare le veci del primo cittadino.
Questo, unito ai rilievi dell’Oref, fanno il 5,5.
In crescita e abbondantemente sopra il sei, Monica Lucarelli che resta sotto il sette solo per la lentezza nell’approvazione dei regolamenti.
Il podio dei migliori
Ornella Segnalini si conferma tra gli assessori migliori.
I tanti cantieri la premiano, ma non solo quelli.
Il piglio decisionista, da tecnico, unito a una competenza importante (è più di tutti la persona giusta al posto giusto, ndr) generano degli evidenti risultati.
In ogni giunta comunale cresce l’erede del sindaco.
Accade ovunque e questa giunta Gualtieri non fa eccezione.
Due sono le personalità che più di altre spiccano.
Due profili tra loro diversissimi, entrambi esperienze felici nella squadra del sindaco.
Alessandro Onorato ormai sta esplodendo anche a livello nazionale, complici le ospitate tv e le tante immagini che lo ritraggono in eventi sportivi o inaugurazioni, intento a tagliare nastri, a sparare colpi di pistola per dare il via oppure per fornire i numeri brillanti del turismo romano.
L’abbiamo ribattezzato l’assessore alla felicità.
Sì, perché ha deleghe che gli consentono di fare quello che fa meglio, offrire il proprio volto alla città.
Si può pensare a una critica, ma così non è.
La sua riconoscibilità e il suo approccio stanno diventando un marchio di fabbrica che ha portato ad aumentare eventi, sportivi e non, nella Capitale.
Più professorale e felpato è invece Maurizio Veloccia che, nel silenzio, sta gestendo la complicata partita urbanistica della Capitale.
Approccio poco mediatico, slegato dal Giubileo, ma risolutivo nei confronti dei problemi.
Incalzato dai cittadini, in un anno ha risolto il problema delle affrancazioni.
Ha sbloccato e sta sbloccando diverse partite urbanistiche e sta gestendo la questione delle norme tecniche di attuazione.
Concretezza e competenza che dimostrano come la politica romana ha una retroguardia di politici di assoluto valore che forse il partito dovrebbe valorizzare maggiormente, senza inseguire i diktat del capo corrente di turno.
Di seguito tutti i voti e giudizi compilati grazie al contributo della redazione che segue la politica, Valerio Valeri, Ginevra Nozzoli, Fabio Grilli, Matteo Torrioli, Giulia Argenti.
Sabrina Alfonsi – voto 5,5
Il settore rifiuti, con tutti i miglioramenti promessi dall’amministrazione, è in buona parte appeso alla realizzazione dei nuovi impianti per il trattamento di indifferenziata (il termovalorizzatore), organico, carta e plastica.
Gli iter in questo senso sono stati avviati.
Nel frattempo, negli ultimi 10 mesi, non si sono registrate vere e proprie “emergenze” rifiuti e va riconosciuto.
Risolto il caos legato all’incendio che colpì uno dei due impianti Tmb di Malagrotta, la vigilia di Natale del 2023, il quadro generale è rimasto tutto sommato stabile nel 2024.
La città non è pulita ovunque, i disagi permangono specie nei quartieri di periferia, ma gli accordi formulati con gli impianti di privati stanno tenendo.
E, a detta dell’assessora Alfonsi e secondo le stime effettuate, reggeranno senza problemi anche durante il Giubileo.
Per quanto riguarda la riorganizzazione di Ama, il decentramento attuato con le Ama di municipio è partito solo sei mesi fa, è quindi presto per vederne i benefici promessi in termini logistici.
Le assunzioni promesse per il Giubileo sono ancora in corso (il piano industriale ne promette 600).
Nota dolente: le proteste all’impianto di Ama di Rocca Cencia.
Non più un tmb ma un tm (impianto che non lavora più l’organico) è anche un sito per la trasferenza, ipersfruttato (con aumento delle tonnellate di indifferenziata accolte) proprio per tamponare l’incendio al tmb dello scorso Natale.
Ma i miasmi si fanno sentire e i residenti stanno protestando da giorni.
In tutto questo la raccolta differenziata rimane ferma a percentuali ancora molto lontane dai tetti fissati dall’Europa.
In due anni, tra il 2021 e il 2023, è cresciuta di meno di due punti.
Il lancio della piattaforma Greenspaces e quindi la gestione del verde supportata da sistemi georeferenziati e costantemente aggiornati, rappresenta un risultato potenzialmente positivo, perché Roma ha sempre sofferto il problema di non avere numeri aggiornati sull’infinito patrimonio arboreo.
È però uno strumento nuovo, interessante ma da valutare nella media distanza.
Per il resto Alfonsi continua a inseguire obiettivi propagandistici e quindi irrealizzabili, come quello di piantare un milione di alberi (ma in quali vivai starebbero crescendo?) che finiscono per banalizzare anche il lavoro effettivamente svolto nella necessaria opera di sostituzione delle piante tagliate.
Per quanto riguarda la gestione delle ville storiche, qualche problema è innegabile in quelle che non beneficiano di fondi giubilari (il declino di villa Lazzaroni ad esempio appare inarrestabile).
Decisamente negativo invece è il lavoro svolto sul fronte “agricolo”.
I risultati dei due bandi fatti per l’assegnazione delle terre pubbliche sono modestissimi e per amministrare la Capitale con la maggiore superficie agricola in Europa serve indubbiamente maggiore impegno.
Ornella Segnalini – voto 7
Già lo scorso anno i tanti cantieri aperti le avevano fatto guadagnare un giudizio positivo.
Quest’anno consolida quanto fatto con l’aggiunta di numerose altre opere avviate.
I detrattori dicono: facile lavorare con i fondi per il Giubileo.
La storia porta a rispondere che in passato, al suo posto, con fondi a disposizione tanti hanno fallito.
Aggiungiamo un altro merito, ovvero l’essere riuscita, laddove possibile, a spostare gran parte delle lavorazioni di notte, aspetto non banale.
Il giudizio ora si sposta sui tempi di chiusura delle opere: se rispettati il giudizio potrebbe migliorare, in caso contrario…
Oltre ai cantieri giubilari il lavoro positivo è sulle strade.
La Segnalini è riuscita, grazie anche alla sinergia con Anas, a cancellare il problema delle buche dai giornali.
Non tutte le strade sono perfette, sia chiaro, ma all’Auditorium, con orgoglio, il sindaco rivendicava i numeri delle strade rifatte, annunciando che a fine consiliatura l’intera rete viaria avrebbe beneficiato di interventi.
Questa stagione dei riscaldamenti infine si è aperta con il problema riscaldamenti nelle scuole.
Lo sta affrontando con risolutezza, promettendo penali per le aziende coinvolte.
La speranza è che risolva il problema e che, dopo le buche, cancelli dalla cronaca romana quest’altro must, ovvero i riscaldamenti che non funzionano.
Eugenio Patanè, assessore ai trasporti
Eugenio Patanè – senza voto
Difficile giudicare il lavoro svolto nel 2024 dall’assessore alla Mobilità di Roma.
Nei due anni precedenti è stata messa tanta carne al fuoco, ma i risultati si vedranno, forse, solo nel 2025.
I nuovi tram e treni per le metro arriveranno col prossimo anno.
Ci sono i nuovi autobus ma non basta.
Sono iniziati i cantieri per alcune delle nuove tranvie (vedi quelli per la Togliatti) ma per il Giubileo, almeno inizialmente, ci si dovrà accontentare dell’attuale servizio, con tutte le criticità ben note agli utenti.
Tra le “vittorie” di Patanè c’è quella del bando taxi per il rilascio di 1.000 nuove licenze e il riordino dello sharing che ha attenuato il fenomeno del “monopattino selvaggio”.
Rimane, però, la ferita per il rinvio, sine die, della Ztl Fascia verde, uno dei cavalli di battaglia dell’assessore: solo un anno fa annunciava fiero, in un’intervista a RomaToday, che la Ztl si sarebbe fatta.
Annunci che risalgono all’inizio della consiliatura relativamente alle strisce blu.
Patané ne annunciava 30.000 che nel piano industriale Atac sono diventata 16.000.
Piano da cui, una volta rivelato alla stampa, ha preso le distanze disconoscendolo.
Negativa, a nostro modo di vedere, anche la poca trasparenza sull’avanzamento di situazioni decisive per i trasporti.
Pensiamo, ad esempio, alle revisioni dei treni della metro B, ottenute dall’assessore (e noi per primi gli abbiamo dato dei meriti), ma finite nella nebbia nonostante siano responsabili dei quotidiani ritardi in banchina dei treni.
Scegliamo, in modo provocatorio, di sospendere il giudizio sull’assessore, dandogli un senza voto.
Il giudizio è rinviato al 2025 quando dovrebbero concretizzarsi i progetti pensati per migliorare la mobilità di Roma.
Siamo certi che i discorsi trionfali o le interviste celebrative pre confezionate siano già pronti. I romani sperano di poterli sentire o leggerli quanto prima.
Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica di Roma Capitale.
Maurizio Veloccia – voto 7,5
Passerà alla storia come l’assessore che ha disinnescato totalmente il tema delle affrancazioni e delle trasformazioni nei piani di zona di Roma.
Ma questo è già il passato, perché la pratica l’ha risolta entro il 2023.
Quest’anno si è messo con la testa sulla rigenerazione urbana e sull’approvazione delle norme tecniche di attuazione del PRG 2008.
A breve l’aula approverà la delibera di giunta del giugno 2023, sicuramente con modifiche che faranno discutere.
Se questo 7,5 diventerà un 10 o un 5 (o peggio) lo scopriremo a fine mandato, quando inizieremo a vedere gli effetti dei cambiamenti apportati dal suo lavoro nell’urbanistica di Roma.
Certo, non tutto dipende solo dal Campidoglio: la Regione vuole mandare in pensione anticipata la legge del 2017 sulla rigenerazione, ma sta anche per legiferare su condoni e vincoli edilizi.
Lui nel frattempo tenta di non farsi sommergere dalle compensazioni, ricavandone aree pubbliche e parchi nelle periferie della città.
E punta a coinvolgere i privati in progetti di riqualificazione anche storici, che cambieranno il volto di molti quadranti della città.
Sarà importante non farsi prendere la mano, anzi: non farsi sfilare il timone dai palazzinari.
Andrea Catarci, assessore al Decentramento e alla Partecipazione di Roma Capitale
Andrea Catarci – voto 5,5
Il numero è una media tra il lavoro sul personale e quello sulle (tante) altre deleghe.
Sul personale ha fatto quello che poteva: ha fatto le assunzioni che poteva, ha esaurito le graduatorie e ha provato a rendere più appetibile, con il contratto decentrato, il posto fisso al Comune di Roma, arginando le fuoriuscite verso altri enti.
Ha aiutato l’assessora Pratelli a gestire l’emergenza nelle scuole.
Il lavoro si interrompe (suo malgrado) con l’appello al governo per un piano straordinario di assunzioni.
Sui servizi anagrafici la situazione è in miglioramento: i dati parlano a suo favore, anche se la percezione dei cittadini è di una difficoltà, rispetto al passato, nel fare una carta d’identità o nel richiedere un cambio di residenza.
Buona l’idea di aggiornare le 155 zone urbanistiche frutto di una delibera vecchia di 47 anni anche perché nel frattempo la città è cambiata e nelle periferie sono nati nuovi quartieri.
Il lavoro fatto da Catarci però non è stato ultimato e, di conseguenza, diventa difficile valutarlo.
È questo un problema che si riscontra in buona parte dell’opera dell’ex assessore il cui contributo è stato riconosciuto da un sindaco che, però, ha deciso di sostituirlo.
Al di là dell’evidente dissonanza tra giudizio (positivo) e comportamento (la sua sostituzione) questa scelta di Gualtieri ha inevitabili ripercussioni sull’operato di Catarci.
Come valutare il processo di decentramento amministrativo avviato dall’ex assessore?
È stata sicuramente incardinata l’attesa riforma che deve destinare ai municipi più poteri, ma il percorso intrapreso, anche nell’ultimo anno, è parso troppo lento anche ad alcuni minisindaci (Laddaga, Marchionne, Caliste) che, lo scorso marzo, hanno incalzato il sindaco chiedendo un’accelerazione.
Stesso discorso sulla città dei 15 minuti: una bella gatta da pelare che adesso passa a Veloccia senza che, a tre anni dall’avvio della consiliatura, il programma tanto decantato in campagna elettorale si sia tradotto in qualcosa di concreto.
Monica Lucarelli – voto 6,5
Sulle cose più mediatiche, ovvero tavolini e bancarelle, sconta una lentezza della macchina amministrativa a cui, come imprenditrice, non era evidentemente abituata.
Il regolamento per le osp, dopo essere andato in giunta a novembre 2023, ha fatto il giro nei vari municipi.
Ora, emendato, è da settembre pronto a entrare in aula Giulio Cesare.
La discussione però non viene calendarizzata, complice forse anche i rapporti non idilliaci con alcuni consiglieri.
Sul commercio ambulante si sta lavorando al regolamento, coinvolgendo tutti gli attori.
Il lavoro è ancora in corso.
La lentezza in questi due settori le fa guadagnare l’insufficienza.
La “rimonta” c’è sulle altre deleghe.
Sulle pari opportunità può rivendicare il successo di aver conquistato, prima in Italia tra le città metropolitane, la certificazione per la parità di genere, aspetto che rende Roma Capitale più attrattiva per numerosi investimenti.
Successo anche per Impresa comune, iniziativa che ha raccolto molti consensi e tentativi di imitazione nel resto d’Europa: le imprese oltre a generare fatturato dovranno, accompagnate da Roma Capitale, generare ricadute sul territorio.
In generale, l’anima imprenditoriale di Lucarelli, ha portato a trovare continuità nelle linee di finanziamento per tutte le iniziative incardinate.
Dai centri antiviolenza alla casa della tecnologia a tutti i progetti fatti con il Pnrr, sono state trovate linee di finanziamento per tenerle in vita fino al 2029.
miguel-gotor-2
Miguel Gotor voto 4
Con l’annuncio delle dimissioni, a metà ottobre, ha interrotto per pochi istanti il sostanziale anonimato che ha caratterizzato anche quest’ultimo anno da assessore.
“In questi tre anni mi sono dedicato anima e corpo all’incarico che ho avuto l’onore di ricevere” ha detto annunciando l’addio.
Ma, di tanto impegno, non si vedono i risultati, complice anche il profilo sempre troppo basso che l’ha reso un assessore fantasma.
E anche quando ha alzato un po’ la voce, i risultati portati a casa sono stati più di forma che di sostanza.
Un esempio su tutti la nomina di Luca De Fusco a direttore generale della Fondazione Teatro di Roma.
Una questione di poltrone, che ben poco ha a che fare con l’offerta culturale dei teatri della città e sui lavoratori dello spettacolo, che da tempo chiedono attenzioni.
E l’hanno ribadito più volte durante quest’anno.
Mentre la scelta di finanziare con 250mila euro, attraverso una delibera ad hoc, il Cinema in piazza del Piccolo America ha scatenato le proteste di numerose realtà culturali della Capitale, che hanno denunciato modalità poco trasparenti nel’assegnazione dei fondi.
Ha chiuso l’esperienza da assessore lasciando diversi dossier aperti: dal Globe al Valle, passando per il progetto per trasformare la passeggiata dei Fori imperiali e il piano di restyling delle biblioteche di Roma con fondi del Pnrr.
Da apprezzare i corsi di musica a tariffe agevolate per gli studenti.
Barbara Funari voto 4,5
L’aver mantenuto la promessa di chiudere il campo rom di via Cesare Lombroso, tra l’altro senza ordinanze di sgombero ma tramite un virtuoso percorso di co-progettazione e co-programmazione, le fa guadagnare un punto e mezzo.
Altrimenti, sarebbe 3.
L’assessora non riesce a tradurre in azioni veramente incisive, soprattutto sul tema dell’accoglienza e dell’assistenza ai senza dimora, le tante idee e le gare pubblicate anche in quest’ultimo anno di lavoro in Campidoglio.
La sensazione è che senza i fondi Pnrr, che le permetteranno di aprire stazioni di posta, appartamenti e cohousing per i più fragili in diverse zone di Roma, la città avrebbe prospettive ancora più negative.
Secondo l’osservatorio digitale di Roma Capitale, aggiornato in tempo reale, i clochard hanno a disposizione 950 posti, 1366 sono riservati ai migranti fragili.
Ma a oggi in città gravitano migliaia e migliaia di persone senza una casa e ogni giorno qualcuno viene sfrattato.
Migranti, clochard, indigenti si ritrovano per strada con Roma ormai diventata un grande centro d’accoglienza a cielo aperto, con tendopoli improvvisate, accampamenti ovunque e giacigli di fortuna in ogni dove.
Numeri che non vengono minimamente fotografati dalle “notti della solidarietà” organizzate per censire chi dorme nelle stazioni.
Perché questo censimento non coinvolge chi finisce in strada dopo uno sfratto, chi vive in stabili pericolanti.
E soprattutto si svolge nell’arco di una notte, in uno spazio geografico limitato, non avendo a nostro parere alcun peso statistico reale.
Finché la sala operativa sociale si limiterà a offrire soluzioni inadeguate alla dignità delle persone, a causa della scarsità di posti letto, il Campidoglio dimostrerà tutta la sua inadeguatezza.
Il momento più critico, quello del blitz a viale Pretoriano per mandare via alcuni migranti accampati sotto le Mura Aureliane, ha fatto emergere le difficoltà di questa amministrazione che ha totalmente delegato all’iniziativa volontaria e a quella di un singolo municipio ( poi rivenduta dal sindaco come azione coordinata con il Comune, ndr ) l’accoglienza di chi veniva lasciato in strada.
Sgombero di viale Pretoriano avvenuto all’insaputa di Funari, finita nei fatti commissariata per manifesta inerzia sul tema .
Se la soluzione per il Giubileo è quella di montare quattro tensostrutture pagate in totale quattro milioni di euro (e a oggi, fine novembre, non si sa esattamente quando apriranno) che potranno accogliere meno di 300 persone, immaginiamo che tutta l’emergenza sociale di Roma verrà sbattuta in faccia a 30 milioni di turisti e pellegrini.
Ma non è questo il problema, almeno per chi scrive, cioè che i turisti vedano i senza dimora in strada. Il problema è far vedere al mondo di non essere in grado di gestirli.
A nostro parere, non può essere l’approvazione di un Piano Sociale o un regolamento sui centri anziani a rendere l’opera di Funari sufficiente.
Claudia Pratelli, assessora alla scuola e al lavoro di Roma Capitale
Claudia Pratelli 5
Boom delle iscrizioni ai nidi, nuove strutture aperte in tutta Roma, abbattimento dei costi delle rette.
Parole che sono diventate un mantra, che l’assessora ripete in risposta a (quasi) tutte le critiche che le arrivano.
E non sono poche, in particolare dai sindacati, con cui il rapporto si è incrinato sempre di più, fino a portare a una vera e propria rottura.
Complice anche la scelta di aprire a nuovi convenzionamenti con nidi privati.
Una mossa in cui in molti hanno letto la volontà di favorire il settore privato a scapito del pubblico.
La partenza in salita del nuovo anno educativo e scolastico, con difficoltà legate ai ritardi nell’assegnazione delle supplenze, dimostrano che nidi e materne non sono quel fiore all’occhiello che si vuole raccontare.
Ancora c’è tanto da fare anche per la stabilizzazione delle educatrici e delle insegnanti precarie.
Insieme a Catarci, Pratelli ha lanciato per mesi appelli al governo per chiedere la proroga delle graduatorie in scadenza per l’assunzione di oltre 5300 lavoratrici.
La posta in gioco era il rischio del collasso per i servizi educativi dedicati ai più piccoli.
Incassata la proroga, quello che ancora manca è un piano assunzionale straordinario per assorbire il precariato storico e dare respiro a nidi e materne.
E per non arrivare alla nuova scadenza, nel 2027, ancora una volta con l’acqua alla gola.
Al momento l’unico dato di cui si dispone è che entro la fine del 2024 sono previste 96 assunzioni di educatrici e insegnanti della scuola dell’infanzia.
Troppo poche secondo le lavoratrici che avevano visto nella proroga la possibilità di mettere la parola fine agli anni di contratti precari.
Il progetto “Scuole aperte” sembra invece l’obiettivo su cui l’assessora intende investire più energie.
Tobia Zevi
Tobia Zevi 5,5
Nel suo 3° rapporto alla città, Roberto Gualtieri ha puntato molto sul patrimonio, sul recupero degli immobili, sulle tante istanze arrivate per gestire ciò che il Comune ha ma di cui non dispone direttamente.
Poco o nulla sulla casa, su quante ne siano state assegnate, quante comprate nell’ultimo anno. Il motivo è chiaro: perché nel 2024 l’assessorato di Zevi ha ottenuto molto su beni confiscati, patrimonio indisponibile, recupero di spazi pubblici (ultima la bonifica dell’ex Circolo degli Artisti), ma meno sul tema dell’emergenza abitativa.
Non c’è ancora il nuovo bando Erp, annunciato forse troppo in fretta alla fine del 2023, poi rimasto in sospeso anche a causa dello scontro politico con la Regione Lazio.
Non c’è ancora il bando Ers, cioè quello riservato alla cosiddetta “fascia grigia” che non è eleggibile per una casa popolare ma non ha risorse per il mercato libero.
Doveva essere pronto a febbraio scorso, poi è slittato a giugno, siamo oltre metà novembre e non ci arrivano notizie di bozze definitive.
Dov’è finita l’Agenzia sociale per gli affitti inserita nel Piano Casa approvato a luglio 2023?
Le assegnazioni di case popolari sono calate, anche se lo stesso Zevi ha puntato il dito contro la Regione accusandola di aver tagliato il numero di immobili messi a disposizione del Comune.
Se per quanto riguarda la gestione del patrimonio (al netto delle feroci critiche che arrivano da una parte della società civile) Roma sta facendo passi avanti, per quanto sempre non saldissimi, sull’emergenza abitativa sembra che la città viva un momento di stallo: dove sono finite le case Inps comprate?
Quando ne verranno comprate altre?
Quest’anno Zevi chiude l’anno con un’insufficienza (5) sul tema casa, con un’abbondante sufficienza (6,5) sul tema patrimonio.
La media, come a scuola, è un 5,5. Meritato, nel bene e nel male.
Alessandro Onorato – assessore allo sport turismo e grandi eventi
Alessandro Onorato – Voto 7,5
Più che assessore al turismo e grandi eventi potremmo ribattezzarlo l’assessore alla Felicità.
Si è preso la scena su quanto di bello Roma ha da proporre: eventi, concerti, sport.
I risultati gli danno ragione, con l’aumento dei turisti a Roma, con l’annesso numero di notti in città.
Merito suo?
I suoi detrattori sorridono e dicono di no.
Lui rivendica i tanti sì – che hanno sostituito i no di chi c’era prima – capaci di riempire ancora di più la città.
Di certo la sua presenza e la sua vitalità è uno spot positivo.
Gli operatori (turistici, ma soprattutto gli organizzatori di eventi) sanno a chi rivolgersi e spesso trovano le porte aperte.
Spesso è lui a muoversi per cercarli.
Presenza e vitalità che si trasformano poi in presenzialismo, aiutato sinora dalla latitanza di Gotor.
C’è curiosità in questo senso, dentro e fuori il Campidoglio, per la convivenza con Smeriglio.
Il Giubileo inoltre potrebbe togliergli spazio.
Prova – va detto non con la stessa grinta ed esposizione mediatica – a fornire soluzioni contro gli effetti negativi dell’overtourism, fermandosi troppo spesso alla sola fase di proposta.
Sull’impiantistica sportiva Onorato ha messo a segno obiettivi non trascurabili.
I lavori per il palazzetto dello sport di Corviale, attesi dai tempi di Alemanno, sono finalmente partiti.
I progetti per il rilancio di impianti periferici, dalle Piscine di Torre Spaccata al centro sportivo di Casal Bianco, sono stati incardinati sui giusti binari e grazie anche ai fondi statali quelle strutture potranno tornare a nuova vita.
I lavori sul Polo Natatorio di San Paolo sono terminati e, grazie all’accordo con la Fin, l’impianto è stato riaperto al pubblico.
Non gli è ancora riuscito di risolvere questioni ataviche, come la riqualificazione dello stadio Flaminio, su cui si attende il progetto di Lotito, e dell’ippodromo di Capannelle, in cui appare oggettivamente impantanato.
In quest’ultimo caso il flop del bando andato deserto è evidente.
Era comunque una strada da provare per evitare di riproporre, per l’ennesima volta, una proroga automatica al vecchio concessionario.
silvia scozzese
Silvia Scozzese – voto 5,5
In questi anni i bilanci non hanno risentito dell’assedio per gli investimenti, assorbiti quasi tutti dai fondi straordinari per Giubileo e Pnrr.
Finita la pioggia di soldi, la pressione sulla donna dei conti c’è da giurare tornerà di quelle importanti.
Anche per questo è iniziato un lavoro di pressing per recuperare quanto non riscosso, con conseguente pressione su AequaRoma.
L’Oref ha bacchettato Roma Capitale per l’incapacità di riscuotere questi debiti, comunque finiti nel bilancio.
In realtà, nel pressare AequaRoma, Scozzese boccia se stessa visto che la società ha al vertice persone di sua fiducia.
Ci permettiamo di bocciare l’assessora come vice sindaco.
Nel ruolo è praticamente impalpabile, non in grado di fare le veci del primo cittadino anche solo mediaticamente, cosa che riusciva ai suoi predecessori.
(Articolo di Matteo Scarlino, pubblicato con questo titolo il 28 novembre 2024 sul sito online “Roma Today”)