La Commissione europea ha annunciato una netta bocciatura del rapporto sul debito pubblico italiano, chiedendo all’Eurogruppo di aprire una procedura di infrazione contro il nostro Paese, la decisione verrà presa il 9 luglio.
La co-presidente del Partito Verde Europeo Monica Frassoni ha sottolineato che «con questa valutazione tecnica negativa, Bruxelles ha bocciato su tutta la linea l’operato economico del governo giallo-nero.
Se nel 2018 il debito era il 132,2% del Pil, nel 2019 è previsto salga al 133,7% e nel 2020 al 135,2%.
D’altra parte, però, la ricetta dei tagli indiscriminati, accompagnati a tasse e aumento dell’IVA, è un errore che si aggiungerebbe ad altri errori.
In un clima, quello italiano, avvelenato da retorica nazionalista ed estremista, un programma di austerità sotto minaccia di ulteriori sanzioni sarebbe visto e propagandato solo come una punizione ulteriore da parte di una Ue ancora ossessionata dai conti e poco efficace nel sostegno all’economia reale».
Secondo la Frassoni, «occorre invece adottare un nuovo approccio da parte sia dell’Ue che dell’Italia.
Ci vuole una manovra “verde” che permetta al paese di tornare a essere competitivo in modo sostenibile ed equo.
Una manovra che possa anche spingere temporaneamente al limite il rapporto tra deficit e Pil, ma dimostrando di poter ridurre il debito attraverso una gestione intelligente delle risorse pubbliche.
Esempi in questo senso sono la cancellazione dei 19 miliardi di sussidi alle fossili e una transizione ecologica del modello economico attraverso investimenti in innovazione, ricerca, formazione, efficienza energetica e mobilità sostenibile, tutela del territorio e del patrimonio artistico, che stimolerebbero la creazione di posti di lavoro sostenibili e di qualità.
È questo che i Verdi Europei chiamano il ‘Green New Deal’.
Per finanziare questa manovra si possono utilizzare i fondi UE per la coesione, che l’Italia spesso spreca o è poi costretta a restituire; invece di proporre una flat tax iniqua, si deve combattere per davvero l’evasione fiscale e tassare chi inquina, non chi lavora.
L’Europa deve mettere in campo politiche che sostengano il risanamento ma che non si basino solo sui tagli.
Il governo italiano deve cambiare in maniera radicale le proprie politiche economiche».
Sembra il contrario di quanto avvenuto ieri in Senato mentre Bruxelles annunciava l’ennesima bocciatura per l’Italia.
I portavoci dei Verdi Italiani, Elena Grandi e Matteo Badiali, dicono che la mozione sul clima, proposta da Lega e Movimento 5 Stelle è «sostanzialmente inutile, perché non dichiara l’Emergenza Climatica come chiedono da mesi le centinaia di migliaia di giovani che si stanno mobilitando in Italia e nel mondo, e noi Verdi abbiamo proposto in conferenza stampa il 19 maggio.
Tra l’altro, solo in Italia succede che la partitocrazia tenti di spartirsi persino un tema globale come l’emergenza climatica, con ben 4 mozioni presentate».
Secondo i Verdi, quello andato in scena al Senato «è uno spettacolo indegno, che non rende giustizia alla Giornata Mondiale dell’Ambiente.
E’ sconvolgente che questa maggioranza abbia presentato e approvato la sua mozione sul clima solo per dimenticarsene tra poco quando, nella stanza dei bottoni, voterà a favore di un provvedimento scellerato come lo Sblocca Cantieri.
Nella mozione si chiede di impegnare il Governo a favorire la transizione alle energie rinnovabili quando, nella stessa pagina, si fa riferimento al Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, secondo cui il 40% dell’energia elettrica per i trasporti sarà prodotta ancora per mezzo di combustibili fossili, è ridicolo oltre che contraddittorio, anche alla luce dei 19 miliardi di euro stanziati dal Governo a sostegno del fossile.
E si fa riferimento al dissesto idrogeologico, con conseguenti danni all’agricoltura e alle infrastrutture del Paese ma non alle norme sugli appalti che il Governo tenta di rendere sempre più fumose, introducendo persino il precetto del silenzio-assenso per i beni culturali e paesaggistici».
Per Grandi e Badiali «è evidente come la maggioranza giallo-nera, dimentica dello stato disastroso in cui versano molte aree del Paese e numerosi SIN presenti sul territorio nazionale, abbia trovato nel clima l’ennesimo spot su cui impostare la campagna elettorale permanente a cui ci sta abituando, piena di chiacchiere e pochi fatti, ne è la dimostrazione la mancata approvazione del Conto Energia.
Sui cambiamenti climatici non si può fare propaganda becera: per sopravvivere, abbiamo bisogno di misure concrete che vadano nella direzione stabilita con l’Accordo di Parigi anziché sbandierare presunte transizioni energetiche o eliminazioni delle auto a diesel e benzina, puntualmente smentite dai fatti».
La Frassoni conclude: «Noi Verdi, che in Europa avremo un ruolo chiave nella definizione del prossimo bilancio comunitario grazie all’Onda Verde (che ci ha dato un gruppo coeso e influente al Parlamento Ue e in alcuni Stati membri), siamo al lavoro anche in Italia a partire dai risultati alle europee di Europa Verde per costruire nei fatti e con proposte concrete una alleanza tra la politica, la società civile e il mondo economico che possa portarci a diventare uno dei motori economici verdi d’Europa».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 6 giugno 2019 sul sito online “greenreport.it”)