L’assessore Patanè insieme al sindaco Gualtieri
Altri 22 quartieri di Roma potranno beneficiare, in futuro, del servizio bus a chiamata.
Dopo una fase sperimentale, il progetto iniziato a Massimina è diventato “ordinario e strategico” da oggi, martedì 6 maggio.
Una sorta di “taxi pubblico”, disponibile sette giorni su sette, dedicato a quelle zone della città maggiormente carenti dal punto di vista dei trasporti.
L’esperimento compiuto a Massimina è andato talmente bene che il Comune sta seriamente pensando di utilizzare il servizio a chiamata sempre più spesso in futuro.
Numeri alla mano, infatti, si andrebbero ad abbattere i costi e ad offrire viaggi più confortevoli ai pendolari.
I numeri del servizio a chiamata a Massimina
È l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, a spiegare a RomaToday il successo della sperimentazione avvenuta a Massimina dove sono emersi risultati sorprendenti.
“Parliamo di un quartiere che aveva bisogno di un trasporto pubblico migliore visto che le linee 086 e 087 erano poco utilizzate – spiega Patanè – secondo i dati che abbiamo con il conta passeggeri, sulla linea 087 salivano, in un giorno, al massimo 8 persone nelle ore di punta.
Un servizio che faceva tanti chilometri, spendeva tanti soldi ma che era, sostanzialmente, anti economico.
Con il servizio a chiamata abbiamo avuto una risposta straordinaria.
In 9 mesi abbiamo trasportato 22 mila passeggeri, 82 al giorno.
In pratica una resa 10 volte maggiore rispetto alle linee convenzionali” che, visti questi numeri, verranno soppresse.
Del resto, i veicoli impiegati nella fase sperimentale hanno percorso, in 9 mesi, 108mila chilometri che diventeranno 150mila in un anno.
Nello stesso arco di tempo, le linee 086 e 087 percorrevano 200mila chilometri trasportando, come detto, meno persone e ad un costo più alto.
Cittadini soddisfatti
Poter prenotare un pulmino che ti viene a prendere sotto casa ha avuto un impatto positivo sugli utenti: “La customer satisfaction – riprende Patanè – ci ha mostrato come il gradimento del servizio abbia raggiunto il 96,9%.
Gli aspetti che hanno fatto registrare il gradimento maggiore sono la cortesia del personale, 97,1%, e la possibilità di trovare posto a sedere, 96,7%”.
Il servizio a chiamata è il futuro del trasporto pubblico
Chi vive in periferia, specialmente nei toponimi o in quei borghi fuori dal grande raccordo anulare, sa bene quanto sia difficile raggiungere Roma con il trasporto pubblico periferico.
Così, visto il successo, sia a livello economico che di utenza, registrato a Massimina, il Campidoglio si sta portando avanti con il lavoro per estendere il servizio a chiamata ad altri 22 ambiti della città.
“Questo servizio è il futuro delle aree periferiche di Roma – conferma Patanè – a Roma ci sono tanti quartieri che sono delle piccole città. Parliamo di centri di 10, 20, 30 mila persone che hanno necessità di essere serviti capillarmente.
Nella fascia a cavallo e fuori dal raccordo anulare abbiamo un milione circa di persone che o non sono servite o sono servite male dal trasporto pubblico periferico.
Noi vogliamo dare loro un servizio capillare che arriva direttamente sotto casa”.
Lo studio
Roma servizi Mobilità ha già consegnato all’assessore Patanè uno studio preliminare con il quale sono state individuate, come anticipato, 22 zone dove sarà possibile avviare una sperimentazione come quella fatta a Massimina.
“Parliamo di ambiti – spiega Patanè – dove le attuali linee o sono anti economiche o non raggiungono gli obiettivi di mobilità che ci aspettiamo.
Sono zone dove serve connettere i quartieri agli assi portanti del trasporto, quindi stazioni metro, filobus e stazioni ferroviarie”.
L’assessore fa anche degli esempi: “Nell’XI municipio c’è Piana del Sole, nei pressi di Ponte Galeria.
Poi Monte Stallonara, l’area di Vitinia e Trigoria, tutti piccoli paesi densamente popolati.
Abbiamo individuato anche Magliana, Casale di Santa Palomba e l’ambito Statuario, Capannelle Anagnina.
Nel VI municipio abbiamo Corcolle, Fosso di San Giuliano, San Vittorino, Borghesiana.
C’è anche l’area di Colle Mattia dove serve un collegamento con la metro C Pantano.
E ancora Case Rosse, Settecamini, Cinquina, Casal Monastero”.
A Roma nord le zone sono quelle di “Labaro, Settebagni, La Storta e Cesano”.
Per attivare questi servizi servirà, come accaduto nel dodicesimo, il via libera da parte dei municipi per sopprimere le linee esistenti e sostituirle con quelle a chiamata.
I costi
Qualcuno potrebbe pensare che questo tipo di servizio sia molto costoso.
“Se prendiamo in considerazione, per adesso, 15 ambiti serviti da 35 mezzi – afferma Patanè – si spenderebbero 7,280 milioni di euro l’anno contro i 9,354 milioni attuali.
Non solo.
Risparmieremo anche 1,821 chilometri/vettura all’anno, distanze che possono essere utilizzate su altre linee che hanno basse frequenze”.
Presto la gara
Per Patanè quello del servizio a chiamata “è la vera rivoluzione del trasporto, il futuro specialmente per Roma. Contiamo, tramite Atac, di pubblicare a settembre la gara per l’acquisto di 35 veicoli destinati al servizio a chiamata” per poi procedere, l’anno prossimo, con l’avvio delle sperimentazioni negli ambiti individuati.
Con una ristrutturazione del trasporto così pensata “si liberebbero dalla rete 3,2 milioni di chilometri che potranno essere utilizzati per potenziare altre linee cittadine”.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 6 maggio 2025 sul sito online “Roma Today”)