Roberto Gualtieri
Il futuro dell’illuminazione pubblica di Roma è ancora in bilico.
Come noto, la concessione ad Areti Spa, società del Gruppo Acea, è in scadenza al 31 dicembre 2025.
Un atto dovuto, perché le continue proroghe concesse dal Campidoglio sono state giudicate illegittime da parte dell’Agenzia garante per la concorrenza sul mercato.
Ma l’iter per trovare un soggetto sostituto si è rivelato più difficile del previsto.
A caccia di privati per illuminare Roma
Nel 2024 la giunta Gualtieri ha approvato una delibera che stabilisce le linee guida per il nuovo bando.
Un bando pubblico che ha come obiettivo quello di affidare a un soggetto privato, in partenariato con l’amministrazione capitolina, la manutenzione e l’implementazione del sistema di illuminazione pubblica della città.
Ma le proposte arrivate, tra lo scorso anno e l’inizio di questo, non hanno soddisfatto minimamente le richieste del Campidoglio.
Bocciate tutte le proposte arrivate
La prima offerta è arrivata il 19 luglio 2024 dalla “a.cities srl”, società del Gruppo Acea (come Areti), ex Ecogena.
La seconda è del 30 luglio 2024, da parte della “Edison Next Government srl”.
In una delibera di giunta del 20 marzo 2025, si legge che “entrambe le proposte presentano disallineamenti rispetto alle finalità generali di pubblico interesse“.
Nel caso di Edison, la commissione tecnica che si è riunita per l’analisi dell’offerta ha rilevato una carenza di valutazione negli effetti del decadimento prestazionale delle lampade al Led.
Inoltre, era troppo alta la percentuale di indisponibilità degli impianti inserita nella proposta (il 2%): in sostanza sarebbe la quantità di lampioni e altre fonti di luce pubbliche non funzionanti per manutenzione o altre necessità stabilite dall’azienda.
Per quanto riguarda, invece, la società già nella costellazione Acea, ha fatto storcere il naso agli uffici capitolini, tra le varie cose, la mancata riduzione dei costi rispetto allo storico di Roma e la non tutela dei posti di lavoro in fase di passaggio della convenzione.
Ma quello che più di tutti ha fatto decidere al Comune di respingere entrambe le proposte è la presenza, nelle bozze di convenzione inviate all’analisi, di elementi “potenzialmente peggiorativi” rispetto alle linee guida dell’Anac (agenzia nazionale anticorruzione) e del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’offerta “last minute” respinta al mittente
Inaspettatamente, nel febbraio di quest’anno è poi arrivata la proposta della “City Green Light Srl”, un’azienda che cura l’illuminazione pubblica di diversi comuni italiani, soprattutto di piccole dimensioni, dislocati in tutte le regioni italiane tranne Valle d’Aosta, Umbria, Marche e Molise.
Ma proprio l’essere arrivati così in ritardo rispetto agli altri ha fatto propendere l’amministrazione capitolina per una nuova gara pubblica.
Se fosse stata accolta la proposta dell’azienda vicentina, infatti, in base alla normativa il Comune avrebbe dovuto attendere non meno di 60 giorni per dare tempo a ulteriori operatori economici di presentare nuove proposte e dopodiché sarebbero passati altri 45 giorni per una comparazione delle eventuali offerte arrivate.
Insomma, troppo tempo: dover affidare la gestione dell’illuminazione pubblica di Roma è un obbligo troppo importante e tra otto mesi e mezzo Areti lascerà tutto. Il tempo stringe.
Si ricomincia da zero
Per questo la giunta Gualtieri ha messo nuovamente tutto in discussione, individuando però una strategia che ritiene più veloce e rispettosa del pubblico interesse.
La ricerca resta sempre la stessa: un partner privato (in subordine alla stipula di una convenzione con Consip, la centrale statale di acquisti) che rispetti le linee guida stabilite a giugno 2024 dall’assemblea capitolina: tutela dei lavoratori, riduzione dei costi, efficientamento energetico, rispetto dei valori di canone storico, ricorso al 50% di energia rinnovabile puntando al 100% entro fine convenzione (20 anni) e riduzione dei guasti.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 14 aprile 2025 sul sito online “Roma Today”)