Un volantino contro l’impianto a biomasse
I cittadini non si arrendono e sono pronti a presentare un nuovo ricorso.
L’impianto a biomasse che dovrebbe sorgere a Colle Prenestino aveva ottenuto, a dicembre dello scorso anno, l’ultimo via libera dalla Regione Lazio.
Nonostante questo, chi vive nell’area di Roma est dove sorgerà la struttura vuole tentare di bloccare il progetto rivolgendosi al Tar del Lazio.
L’impianto a biomasse di Colle Prenestino
Parliamo di un enorme impianto che verrà realizzato in un’area di 41.300 metri quadri di cui 2.050 per aree tecniche, 1.900 metri quadri di spazi per la biofiltrazione e 13.250 metri quadri per il capannone che lavorerà i rifiuti.
Parliamo, nello specifico, di 75 mila tonnellate annue di rifiuti con digestione anaerobica, di cui 50 mila scarti organici (con un tasso di impurità inferiore al 20%) e 25 mila tonnellate di “rifiuti verdi”.
La struttura sorgerà lungo la via Prenestina, all’altezza del civico 1280, tra Colle Monfortani e Colle Prenestino.
I ricorsi e le proteste
Il progetto di realizzazione dell’impianto era stato bloccato ad aprile del 2021 quando la conferenza dei servizi aveva dato parere negativo all’opera.
L’Agricola Salone, promotrice dell’opera, aveva quindi presentato ricorso e, dopo aver ottemperato a tutte le prescrizioni dei giudici, aveva ottenuto a giugno 2024 il via libera da parte della Regione Lazio per costruire la struttura.
I cittadini, che già si erano battuti contro quello che definiscono un “ecomostro”, avevano immediatamente presentato un ricorso al Tar per impugnare gli atti prodotti in Regione.
Il tribunale, su richiesta dei legali dei cittadini, ha rinviato l’udienza pubblica al 7 maggio.
Una necessità che, paradossalmente, va a favore dei residenti.
Ora, infatti, c’è l’urgenza di ricorrere contro l’ultima autorizzazione concessa alla struttura.
Il via libera
Prima della fine del 2024, infatti, la Regione Lazio ha infatti aveva emesso il “provvedimento autorizzatorio unico regionale” con il quale è stato dato il via libera definitivo all’opera.
Si trattava dell’ultimo “pezzo di carta” necessario per far partire i lavori.
I cittadini, adesso, si riuniranno lunedì 13 gennaio per confrontarsi e presentare un nuovo ricorso al Tar (in aggiunta a quelli già presentati) per impugnare il “puar”.
I residenti di Roma est non sono soli.
Ad appoggiarli c’è la Konsumer Italia, un’associazione no profit che tutela i consumatori e che ha la sede proprio vicino all’area dove dovrebbe sorgere il biodigestore.
Non a caso, l’incontro di domani, in programma alle ore 18, si terrà dentro la sede dell’associazione, su via Mamoiada 16 a Prato Fiorito.
“Konsumer Italia scende in campo contro l’autorizzazione per il nuovo impianto di biodigestore a Ponte di Nona – si legge in un post social del 3 gennaio – un impianto che promette energia ‘verde’, ma che nasconde seri rischi per la salute e l’ambiente”.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 12 gennaio 2025 sul sito online “Roma Today”)