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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

La maggioranza dei cittadini non vuole né gas fossile né nucleare nella tassonomia verde

28/06/2022
in Approfondimenti, Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Nella prima settimana di luglio, la plenaria dell’Europarlamento è chiamata ad esprimersi sull’elenco delle attività economiche da inserire all’interno della tassonomia verde, ovvero lo strumento individuato dall’Ue per definire un’attività economica “sostenibile” o meno, cambiando così lo scenario di riferimento per investitori pubblici e privati.

Il rischio è che anche il gas fossile e il nucleare rientrino in tassonomia, secondo la proposta avanzata a suo tempo dalla Commissione Ue, contro la quale hanno già espresso contrarietà in seduta congiunta le commissioni Economia e Ambiente dello stesso Europarlamento.

Per provare a scongiurare questo rischio, il gruppo Banca Etica sta inviando una lettera agli europarlamentari, chiedendo di votare contro l’inserimento in tassonomia verde degli investimenti sul nucleare come sul gas fossile.

«Siamo convinti che tale decisione sia profondamente sbagliata e vi chiediamo di votare contro questa assurdità», scrive la presidente di Banca etica Anna Fasano, ricordando che quello della tassonomia rappresenta «un percorso di enorme importanza per fissare criteri chiari e condivisi su quali attività economiche possano rientrare tra gli investimenti offerti al pubblico come sostenibili, dando un chiaro ed inequivocabile segnale di voler combattere in modo radicale l’emergenza climatica.

Come evidenziato da tutte le principali associazioni ambientaliste, anche in una recente lettera inviata ai parlamentari, la scelta di includere gas e nucleare tra le attività “sostenibili” è pericolosa e inaccettabile».

Anche i cittadini – europei e italiani in particolare – sembrano pensarla allo stesso modo, come afferma il Wwf mostrando i risultati di un sondaggio commissionato a Savanta ComRes, che ha coinvolto 8.125 cittadini di 8 Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia, Romania, Paesi Bassi e Bulgaria).

«Non c’è assolutamente alcun consenso pubblico per il piano della Commissione di considerare come “sostenibili” il gas fossile e gli impianti nucleari.

Ciò che i cittadini considerano ‘verdi’ sono l’energia solare ed eolica, non i combustibili sporchi e obsoleti.

Chiediamo agli eurodeputati di ascoltare il loro elettorato e di bloccare questa proposta», dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia.

Più nel dettaglio, il sondaggio mostra che solo il 29% dei cittadini interpellati (e il 26% degli italiani) pensa che l’Ue dovrebbe classificare l’energia nucleare come sostenibile dal punto di vista ambientale, dato che sale al 35% (e al 38% in Italia) per il gas fossile.

Tanto più che la tassonomia verde, comunque vada, non proibisce affatto di investire in gas o nucleare.

«È utile ricordare che escludere il gas e il nucleare dagli investimenti che vogliano qualificarsi come sostenibili, non impedirebbe comunque a questi settori di ottenere fondi pubblici o investimenti da parte di banche e società finanziarie che non ambiscano a definirsi attente all’ambiente – argomenta Fasano – Includere gas e nucleare nella tassonomia significherebbe svuotare di significato l’intero percorso intrapreso dall’Europa per regolamentare finanza sostenibile. Riteniamo che con questo voto sia in gioco la credibilità di tutto il lavoro fatto fin qui».

Al contempo, è innegabile il forte rischio – in caso di inclusione nella tassonomia – che investimenti da miliardi di euro siano dirottati dalle rinnovabili verso il gas fossile e l’energia nucleare, ammantati di una nuova “sostenibilità”, di fatto rallentando ancora la transizione e con essa la sicurezza e l’indipendenza energetica.

E neanche lo scenario geopolitico, profondamente mutato in Europa dopo l’invasione russa dell’Ucraina, sembra cambiare le valutazioni dei cittadini in merito.

Anzi, il sondaggio commissionato dal Wwf mostra come la guerra in Ucraina abbia influenzato le opinioni dei cittadini sulla transizione energetica: il 60% ha affermato che la guerra in Ucraina dovrebbe spingere l’Ue ad accelerare i suoi piani per ridurre l’uso dei combustibili fossili.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 giugno 2022 sul sito online “greenreport.it)

 

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