L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) ha presentato a “Urbanpromo Progetti per il Paese”, in corso a Firenze, una nuova proposta di legge sul governo del territorio che disciplina: l’ambito di applicazione e la nozione di governo del territorio; i principi fondamentali e le finalità del governo del territorio; i compiti e le funzioni di Stato, Regioni ed enti territoriali locali; gli strumenti della pianificazione e della copianificazione.
Il presidente dell’INU, Michele Talia, ha sottolineato che «il testo di legge proposto dall’INU intende optare per un modello normativo “‘multifunzionale”, che vuole essere in grado cioè di affiancare alla formulazione dei principi fondamentali e delle regole generali del governo del territorio, anche la disciplina di alcuni argomenti di legislazione esclusiva dello Stato, nonché l’individuazione di quelle materie in cui la presente legge provvede ad operare una delega ad emanare i necessari decreti legislativi nell’ambito dei principi e dei tempi ivi definiti».
La proposta di legge sul governo del territorio dell’INU è frutto di un percorso di stesura, ampio e partecipato, è cominciato nel novembre del 2022, in occasione del 31esimo Congresso dell’INU di Bologna.
La proposta di legge, con il coordinamento del presidente Talia e di Carlo Alberto Barbieri, è stata elaborata in progress da un gruppo di lavoro dell’INU di urbanisti e giuristi (Andrea Arcidiacono, Patrizia Gabellini, Paolo Galuzzi, Carolina Giaimo, Valeria Lingua, Francesco Domenico Moccia, Simone Ombuen, Stefano Stanghellini con Antonio Bartolini, Emanuele Boscolo, Federico Gualandi, Enrico Lorusso, Giovanni Martino, Fabio Pellicani, Renato Perticarari, Andrea Torricelli, Paolo Urbani) e tenendo conto dei contributi pervenuti dalle sezioni regionali.
Dopo aver illustrato sinteticamente l’impianto complessivo del testo di legge elaborato dall’INU, Talia ha evidenziato due aspetti particolarmente innovativi della proposta: «Il primo è legato al passaggio da un approccio prevalentemente parametrico nel dimensionamento degli standard urbanistici all’impiego di nuovi criteri quali-quantitativi, facendo sì che la prefigurazione delle nuove dotazioni urbanistiche proceda di pari passo con l’introduzione dei LEP (Livelli essenziali delle prestazioni).
Il secondo riguarda invece la proposizione di una forma del piano che tenda a sostituire progressivamente il principio di conformità con quello di coerenza.
Per effetto di questa transizione, la disciplina urbanistica dovrebbe ricercare un accordo sostanziale, da parte di ogni nuovo strumento di pianificazione, con gli obiettivi e gli indirizzi fissati dai piani sovraordinati.
Con il duplice effetto di favorire la flessibilità degli strumenti urbanistici e la riduzione del ricorso alle varianti urbanistiche.
Si tratta di contenuti e innovazioni da introdurre con l’obiettivo di rendere la pianificazione urbanistica, a tutti i livelli, maggiormente in sintonia con le nuove sfide che il governo del territorio deve affrontare: dalle necessità della transizione ecologica all’adattamento ai cambiamenti climatici, dalla prevenzione del rischio idrogeologico fino al progressivo azzeramento del consumo di suolo».
(Articolo pubblicato con questo titolo l’8 novembre 2023 sul sito online “greenreport.it”)