A causa di una bolla d’aria calda che si sta spostando a nord dall’Africa, è in arrivo, e si sta già facendo sentire, un’ondata eccezionale di caldo che colpirà non solo l’Italia.
Come ha avvertito Forecaster AccuWeather, «un’ondata di caldo potenzialmente pericolosa si riverserà su gran parte dell’Europa occidentale e centrale» e Meteo France ha già emesso un avviso ufficiale, mettendo in guardia sul fatto che le temperature durante il giorno potrebbero raggiungere i 39°C a Parigi e i 40°C a Lione, con temperature notturne che scenderanno a circa 20°C.
In Germania, secondo il servizio meteorologico DWD, in diverse località le temperature potrebbero superare i 40°C.
Niente rispetto alle ondate di caldo killer che hanno colpito Pakistan e India, provocando numerosi morti e penuria idrica anche in grandi città come Chennai.
I legami tra cambiamento climatico e ondate di caldo sono ormai chiarissimi: secondo il “Climate Change 2014 Synthesis Report Summary for Policymakers” dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), dalla metà del XX secolo la frequenza e l’intensità delle temperature estreme è aumentata e con l’influenza antropica è più che raddoppiata la probabilità di ondate di caldo in alcune località.
L’Ipcc fa notare che «gli impatti dovuti ad episodi di temperature estreme rivelano una significativa vulnerabilità e esposizione dell’uomo ai cambiamenti climatici» e che «con il continuo aumento delle temperature superficiali globali, è molto probabile che le ondate di caldo dureranno più a lungo e si verificheranno più spesso».
E lo studio “Heatwave in northern Europe, summer 2018” di World Weather Attribution del luglio 2018 ha scoperto che l’ondata di caldo che l’estate passata ha colpito l’Europa è stata resa due volte più probabile dai cambiamenti climatici.
Friederike Otto, direttore ad interim dell’Environmental Change Institute (Eci) dell’università di Oxford ha fatto notare che «un tempo estremamente caldo come questo è già diventato più comune in Europa a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Le ondate di caldo sono più intense e si verificano più frequentemente.
Infatti, le ondate di caldo che hanno battuto ogni record l’estate scorsa si sono rivelate effettivamente, come previste, almeno ogni cinque anni nel clima odierno, dimostrando quanto sia già forte la tendenza al riscaldamento.
Senza ridurre drasticamente e rapidamente le emissioni di gas serra, queste ondate di caldo diventeranno più pericolose, colpendo più duramente gli anziani, i bambini e gli altri gruppi vulnerabili.
Ma per quanto il riscaldamento continui, dobbiamo adattarci oggi, avvertire le persone e attuare piani d’azione per il riscaldamento a livello globale».
Quentin Genard, Direttore ad interim del think tank E3G di Bruxelles, è d’accordo e critica duramente l’incapacità di non decidere dell’Unione europea: «Le ondate di caldo stanno diventando la nuova normalità europea, sconvolgendo le nostre società e colpendo in modo sproporzionato i più vulnerabili.
L’incapacità del Consiglio europeo della scorsa settimana di concordare una data limite per le emissioni mette a rischio gli europei e la loro prosperità.
I leader dell’Ue devono sottoscrivere una maggiore azione per il clima, iniziando con l’accordo su un’Ue carbon neutral entro il 2050 e aggiornando l’obiettivo per il 2030 dei gas serra in linea con l’accordo di Parigi».
Oltre a mettere a rischio bambini e anziani, le ondate di caldo estreme possono causare gravi danni economici.
Secondo il rapporto “Economic losses from climate-related extremes in Europe” pubblicato a gennaio dall’European environment agency (EEa), nel complesso, tra il 2010-2017 le perdite medie annue complessive dovute a condizioni meteorologiche più estreme nell’Ue sono state pari a circa 13 miliardi di euro.
Nel 2018, il picco delle temperature estreme e delle ondate di calore è coincisa con colossali e devastanti incendi boschivi in Grecia, Norvegia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Svezia.
Solo in Grecia, nell’incendio più mortale mai registrato in Europa dal 1900, ci sono state 91 vittime.
La cosa davvero drammatica è che mentre gli effetti devastanti del cambiamento climatico colpiscono le persone e l’economia (senza parlare dell’ambiente e della biodiversità) 4 Paesi – Polonia, Repubblica ceca, Ungheria ed Estonia – ammalati di sovranismo, carbone, nucleare e negazionismo climatico, tengono in scacco la necessaria e urgente politica climatica dell’intera Europa.
Un’unione europea che è già in grande ritardo, come spiega il rapporto “Climate crisis demands more government action as emissions rise”, pubblicato da poco da Climate Action Tracker e dal quale emerge una triste verità: i Paesi europei sono ben lontani dal raggiungere il livello di riduzione delle emissioni di gas serra necessario per limitare il riscaldamento a livelli sicuri.
Siamo ostaggio di una follia ideologica negazionista, di Paesi dell’Unione europea che invece di lavorare per una leadership mondiale europea dell’azione climatica che sia da esempio al resto del mondo, sono complici del negazionismo climatico del presidente statunitense Donald Trump, più filoamericani che europei.
Piccoli Paesi che devono il loro benessere all’unione europea e che fanno di tutto per minare il nostro benessere comune e il nostro stesso futuro.
Pensate a loro (e alle chiacchiere da bar di Matteo Salvini sul freddo a maggio che dimostrava che il cambiamento climatico non esiste) quando nelle prossime ore boccheggerete di caldo e quando dalla televisione di casa o dallo smartphone vi arriveranno le immagini dei boschi europei divorati dagli incendi.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 24 giugno 2019 sul sito online “greenreport.it”)