Ci vorranno 116 milioni e 146mila euro per archiviare definitivamente l’ex discarica più grande d’Europa.
Sono quelli i soldi, provenienti da un finanziamento europeo, che sono stati messi a disposizione della Nico Srl, l’azienda capogruppo che si è aggiudicata l’appalto milionario per il “capping” e le altre misure necessarie alla chiusura di Malagrotta.
Il capping e la bonifica del sito
I soldi non serviranno soltanto a realizzare una copertura impermeabile.
L’appalto, aggiudicato con un risparmio di circa 7,3 milioni sulla base di gara, prevede anche l’installazione di un sistema di trattamento del percolato prodotto dai rifiuti sepolti nella collina e, sempre nell’ambito dei 116 milioni, verrà realizzata anche l’impiantistica per la captazione del biogas che, a sua volta, è generato dalla presenza dei tanti scarti accumulati nell’ex discarica.
Il progetto contribuirà ad evitare che i circa 10 milioni di metri cubi di percolato possano entrare in contatto con l’acqua piovana.
Saranno pertanto installati, nella parte alta della collinetta, circa 2800 pozzi che serviranno ad aspirare sia il biogas che lo stesso percolato.
La messa in sicurezza definitiva del sito si avvia quindi a conclusione: obiettivo che sarà raggiunto con la firma del contratto e le immediate operazioni di cantiere.
Il secondo progetto
L’altro grande intervento da realizzare consiste nell’ampliare la cintura che perimetra la discarica.
Com’è stato spiegato dal generale Giuseppe Vadalà, nominato commissario nel febbraio del 2022, il cosiddetto polder ha un’altezza di oltre 35 metri.
La procedura, per quest’intervento, è stata aggiudicata lo scorso luglio e dovrebbe pertanto essere vicina la fase esecutiva del cantiere.
“A febbraio del 2022, quando ci è stato assegnata l’adeguamento del sito di Malagrotta, avevamo detto che avremmo lavorato in modo continuo, spedito e senza indugi per avviare a completamento i progetti, realizzare i capitolati e indire le relative gare.
Oggi si chiude quel percorso iniziale e se ne apre uno nuovo: la fase operativa ed esecutiva” ha commentato il generale Vadalà.
Il lavoro degli ultimi mesi
Il commissario ha spiegato che, relativamente al progetto del capping e dell’impianto di captazione, dopo l’aggiudicazione preliminare, “non siamo stati mai inerti”.
Sono state tante le riunioni fatte con i vari attori interessati al sito, come la regione, la città metropolitana, i municipi, l’amministrazione giudiziaria, i consulenti tecnici ed i cittadini.
“Le azioni comuni, le riunioni, i dettami, i protocolli siglati sono stati elementi fondamentali al fine di delineare un quadro generale chiaro ed omogeneo” ed ha permesso di intavolare un percorso “che ci permettesse l’immediata cantierizzazione appena ottenute le aggiudicazioni definitive”.
In sostanza si è lavorato molto sotto traccia, nella fase preliminare, per evitare di dover poi subire “stop and go” nella fase operativa.
“Nel contempo si è lavorato sulla messa in sicurezza del sito dal punto di vista del monitoraggio ambientale, della salvaguardia antincendio e della ininterrotta vigilanza” ha ricordato il generale Vadalà.
È stato pertanto predisposto un piano di sicurezza che prevede “cerchi concentrici di protezione e difesa, per creare un alveo di tranquillità operativa che sia a garanzia delle lavorazioni”.
Ora si entra nel vivo, con l’aggiudicazione definitiva della gara per la copertura e per la bonifica del sito.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo l’11 ottobre 2024 sul sito online “Roma Today”)