Foto Gennaro Pezzella
Paura a Castel Fusano.
Un pino di oltre 20 metri è caduto nel pomeriggio di ieri.
Nello schianto due le auto che sono rimaste danneggiate: una Tesla e una Citroen C3.
Sul primo veicolo, dalle prime informazioni raccolte, c’erano a bordo anche dei passeggeri.
Fortunatamente, non ci sono stati feriti.
Pino caduto a Casel Fusano
L’episodio è avvenuto intorno alle 18,30 di ieri, 10 settembre, su viale della Villa di Plinio, nella zona della pineta.
Il grosso albero, come detto, è caduto, colpendo due automobili che si trovavano lì in quel momento.
Tanto lo spavento, per la dinamica dell’episodio che, come detto, non ha visto persone coinvolte.
Verifiche sulle alberature
Sul posto la Polizia locale del gruppo X Mare e i vigili del fuoco.
La strada è stata chiusa nel tratto che va da piazza di Castel Fusano a viale Mediterraneo.
Qui dovranno essere effettuate delle verifiche tecniche sulle altre alberature.
Gli alberi della pineta di Castel Fusano
“La situazione in cui versano gli alberi della Pineta di Castel Fusano è sempre più preoccupante.
Lo sosteniamo da anni, non solo a causa degli incendi che hanno interessato la pineta, ma anche per la diffusione sempre più invasiva della cocciniglia tartaruga, nome scientifico Toumeyella parvicornis che avrebbero negli ultimi 5 anni distrutto più di 120 ettari di pineta e la caduto di alberi fa parte proprio di questa criticità“.
Così Ecoitaliasolidale in una nota, che ha aggiunto: “La storica Pineta di Castel Fusano, area protetta istituita nel 1980 dalla Regione Lazio, che dal 1996 fa parte della Riserva naturale litorale romano, copre un territorio di 916 ettari, la più ampia area verde della Capitale.
Ampi ettari con le principali alberature di pinus pinea danneggiate dal fuoco, sino a quello del 17 luglio 2017, quando un ulteriore incendio doloso ha bruciato 100 ettari della pineta nella zona a ridosso di via Cristoforo Colombo e via del Lido di Castel Porziano“.
Attualmente, ha proseguito Ecosolidale, “il sottobosco della pineta è secco e da svariati mesi è occupato da cataste di tronchi e rami mai rimossi nelle vaste aree di Castelfusano, creando cumuli pronti a prendere fuoco.
Sono a rischio anche le aree più urbanizzate della pineta, come Procolo e Acqua Rossa nonché l’area tra Infernetto e il mare“.
Inoltre, è stato sottolineato: “Non va meglio per la pineta di Castel Porziano, nella tenuta del Presidente della Repubblica, una estensione di 6mila ettari di verde, di cui 600 ettari di pineta, con migliaia di pini compromessi, poi abbattuti a causa della cocciniglia, con ceppi di pino, anche qui, lasciati accatastati ed anch’essi a rischio di incendio.
Vorremmo ricordare che la presenza del pericoloso parassita, Tumeyella Parvicornus, la cocciniglia tartaruga, una presenza iniziata dal 2018 quando vi erano solamente una limitata presenza tra Mostacciano e la Laurentina, mentre oggi, grazie alla mancanza di adeguati trattamenti fitoterapici interessa l’80 per cento dei pinus pinea della Capitale, circa 120mila esemplari, mettendo a rischio, ben un terzo del totale delle alberature presenti a Roma“.
“Salvare le pinete“
Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale di Ecoitaliasolidale, ha detto: “Era necessario salvare le pinete dalla diffusione della cocciniglia per tempo, mettere in campo tempestivamente una vasta gamma di soluzioni compreso il ricorso all’endoterapia, peraltro successivamente autorizzato dal ministero della Salute, insieme a integratori energetici dell’albero per potenziare le sue difese immunitarie.
E invece proprio grazie all’incapacità dimostrata in questi anni dalle Istituzioni la Capitale oltre al pericolo dei rami e degli alberi crollati nella città perché non adeguatamente potati sta subendo anche l’attacco della cocciniglia tartaruga”.
Sempre Benvenuti: “Bene i prossimi programmi di ripiantumazione annunciati da Roma Capitale ma c’è da ricordare di difendere per tempo gli alberi prima di farli ammalare e morire come è avvenuto nelle pinete romane, proprio per il grande valore ambientale che rappresentano“
Il valore delle pinete
A parlare è anche Giuliana Salce, campionessa del mondo di marcia, medaglia d’oro ai campionati di Parigi 1985, medaglia d’argento a Indianapolis nel 1987 e Liévin, detentrice di oltre 12 titoli italiani assoluti, che queste zone le conosce bene: “Una incuria oltre per l’ambiente anche contro lo sport, che colpisce non solo i professionisti, ma tantissimi giovani e meno giovani che svolgono attività fisica nelle Pinete della Capitale e nello sport diffuso, un interesse ed una passione che di fatto contribuisce a migliorare la qualità della vita, sia fisica che mentale.
Ciò vuol dire – ha terminato – difendere di fatto un libero impianto sportivo , valorizzare gli spazi verdi, l’ambiente in generale, contribuire allo sviluppo dell’attività motoria per tutte le età, comprese le famiglie a minor reddito che non si possono permettere costosi impianti privati”.
(Articolo di C. B., pubblicato con questo titolo l’11 settembre 2024 sul sito online “Roma Today”)