
Più risorse finanziarie agli Atc (Ambiti territoriali di caccia) per potenziare ulteriormente la ricerca dei cinghiali, il loro abbattimento e lo smaltimento delle carcasse.
Così la giunta della Regione Lazio, con una specifica delibera già approvata, accelera le misure di contenimento della peste suina africana, malattia virale che colpisce suini e cinghiali che a partire dallo scorso aprile, nell’area nord di Roma, ha portato al rinvenimento di diversi cinghiali morti o moribondi, risultati positivi al virus.
Il piano di giugno
Già a metà giugno la giunta ha licenziato un piano per aumentare il numero di abbattimenti rispetto all’ordinario (che ha scatenato le reazioni degli animalisti), volti a tutelare il settore degli allevatori, disponendo interventi mirati “in presenza di cinghiali che presentano una innaturale confidenza e scarso timore per l’uomo, atteggiamenti connessi ad azioni di foraggiamento artificiale, accesso a fonti di cibo di origine antropica, quali i rifiuti“.
A tal riguardo viene infatti ricordato che “la presenza di cinghiali intorno a rifiuti o ad aree di alimentazione artificiale costituisce un fattore di rischio per quanto riguarda la diffusione della peste suina“.
I numeri fino a oggi
Dal mese di giugno a oggi sono state effettuate circa 550 catture di cinghiali sul territorio regionale.
Nello specifico sono state effettuate: 36 catture nella zona rossa del parco di Veio, 57 nel parco di Bracciano, 129 nella riserva laghi Lungo Ripasottile e 56 nell’area del monumento naturale Pian Sant’Angelo.
“Oltre 275 catture invece all’esterno delle aree protette.
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le catture nei parchi sono pressoché triplicate mentre sono raddoppiate quelle all’esterno delle aree protette” fa sapere la Regione Lazio.
“Numeri neanche lontanamente sufficienti – ha commentato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – ad arginare la peste suina, che sta mettendo a rischio il patrimonio suinicolo del Lazio, che conta oltre 50 mila capi, così come l’intero settore che offre migliaia di posti di lavoro e raggiunge un giro di affari di un miliardo di euro solo nella nostra regione“.
“Auspichiamo che con l’aiuto delle associazioni venatorie, si possa passare al più presto da 500 catture al mese a 500 abbattimenti di cinghiali al giorno.
Era quanto avevamo chiesto già lo scorso mese di giugno, per mettere in sicurezza le nostre aziende suinicole, fortemente colpite dalla Psa“.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 16 luglio 2022 sul sito online “Roma Today”)