L’atteso decreto che stabilisce le modalità con cui ampliare la città giudiziaria è stato svelato. In futuro, agli edifici già presenti nella zona di piazzale Clodio, se ne aggiungerà un altro: accoglierà gli uffici e non dovrà impattare sulla riserva di Monte Mario.
La nuova cittadella giudiziaria
Il provvedimento, arrivato dopo il protocollo firmato lo scorso luglio, è stato presentato dal governatore Rocca in una conferenza stampa con il sindaco Gualtieri, il ministro Nordio ed il sottosegretario Ferrante.
Stabilisce inoltre che sia attivato un concorso di progettazione per realizzare l’intervento.
Chi lo vincerà dovrà accettare una serie di paletti pensati per minimizzare il consumo di suolo.
Il nuovo edificio, infatti, dovrà essere realizzato “utilizzando la minor quantità possibile di aree permeabili – si legge nel decreto – e la maggior estensione possibile di superfici già compromesse sotto il profilo ambientale, incluso l’attuale parcheggio e la stazione di servizio esistente”.
Il nuovo edificio e piazzale Clodio
L’intenzione di ridurre al massimo il consumo di suolo deve trovare un punto di equilibrio con le dimensioni del nuovo edificio.
Tra le prescrizioni, infatti, c’è quella di non superare i 24 metri di altezza e di mantenere l’accessibilità alla riserva naturale sia da piazzale Clodio che da via Teulada.
In tal modo “dovrà evitare di produrre un effetto ‘quinta’ che impedisca ogni visuale dell’area protetta.”
Contestualmente l’intervento presuppone una riqualificazione superficiale ed un ripristino a verde d’una parte dell’area di piazzale Clodio.
Perimetro nuova città giudiziaria
Cosa prevede il decreto
Con l’occasione il decreto entra nel merito anche di altre questioni: la rinaturalizzazione della collina di Monte Mario, dopo l’incendio dell’estate 2024, con un “ripristino vegetazionale” che dovrà essere programmato sinergicamente da Regione e Comune e che preveda la presenza di un “esperto botanico” in tutte le fasi di piantumazioni.
Il comune dovrà inoltre procedere alla riqualificazione di Villa Mazzanti, l’attuale sede di Roma Natura.
Altro aspetto contemplato nel provvedimento è quello che prevede la valorizzazione della “Porta del parco di Monte Mario”.
Il pratone di via Teulada
Il pratone di via Teulada, considerato appunto una “porta del parco”, dovrà essere dotato di sentieri attrezzati con segnaletica e illuminazione a basso impatto, conformi alle specificità ambientali e paesaggistiche della Riserva naturale di Monte Mario.
“In aggiunta alla realizzazione di un itinerario pedonale all’interno della “Porta del Parco” e del parco stesso – hanno reso noto con un comunicato congiunto Regione e Campidoglio – allo studio c’è la possibilità di realizzare un percorso ciclopedonale protetto che potrebbe collegarsi alla ciclabile del lungotevere, creando, così, un tracciato unico fino a Ponte Milvio e oltre”.
Costi e tempistiche
“Per realizzare l’operazione si stima un costo di 80 milioni” ha commentato il sottosegretario Ferrante.
Il nuovo edificio, ospiterà “circa 520 operatori con 49 posti auto” ha invece spiegato Rocca.
Dal punto di vista delle tempistiche “entro il 30 luglio 2025 ci sarà l’indizione del bando da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche, a dicembre terminerà la trasmissione delle richieste di partecipazione al concorso internazionale di progettazione – ha spiegato Ferrante illustrando il cronoprogramma – entro il 31 maggio 2026 sarà affidata la progettazione tecnico-economica e la sua redazione dovrà avvenire entro il 31 luglio 2026.
Il progetto esecutivo dovrà essere consegnato entro giugno 2027, la consegna degli interventi entro il 31 ottobre 2027, la loro ultimazione entro il 30 aprile 2029 ed entro ottobre 2029 ci sarà il collaudo statico”.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 6 maggio 2025 sul sito online “Roma Today”)
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Veduta aerea della zona
N.B. – Il Piano di Assetto della riserva naturale di Monte Mario é stato approvato il 12 novembre 2008: destina l’area destinata al palazzetto a zona D8 – Nuove attrezzature e servizi per la fruizione dell’area protetta.
Legenda
L’intervento è previsto in deroga al Piano di assetto, avvalendosi del comma 5 ter dell’art. 26 della legge regionale n. 29/1997 secondo cui “in caso di necessità e urgenza o per ragioni di sicurezza pubblica, il Presidente della Regione, acquisito il parere dell’ente di gestione, con provvedimento motivato, può autorizzare deroghe allo strumento di pianificazione, prescrivendo modalità di attuazione delle opere e dei lavori idonei a tutelare l’integrità dei luoghi e dell’ambiente naturale“.
Il “parere” di Roma Natura é stato rilasciato con prot. n. 1362 del 27 marzo 2025.
Ma il successivo comma 6 stabilisce a sua volta che “fermo restando quanto previsto dall’articolo 145 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), il piano dell’area naturale protetta ha valore di piano urbanistico e sostituisce i piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello. Il piano ha effetto di dichiarazione di pubblica utilità e di pubblico interesse per gli interventi in esso previsti.“
La riserva naturale é soggetta alle aree tutelate per legge (Lettera f) del 1° comma dell’art. 142 del D.Lgs.n. 42/2004) ed il 3° comma dell’art. 145 prescrive che “le previsioni dei piani paesaggistici di cui agli articoli 143 e 156 non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti nazionali o regionali di sviluppo economico, sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell’adeguamento degli strumenti urbanistici e sono altresì vincolanti per gli interventi settoriali.”
Ne deriva che il parere può quindi essere impugnato al Tar una volta che il decreto sarà stato pubblicato sul BUR del Lazio.
Della questione sono stato coinvolto fin dall’inizio ed ho sempre controproposto di posizionare la palazzina sull’area destinata a parcheggio a raso (che é al di fuori della riserva), prevedendo un multiparcheggio interrato.
All’epoca l’allora senatrice Loredana de Petris propose in una interrogazione parlamentare di occupare una delle palazzine libere circostanti la Città Giudiziaria.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi