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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

Rielezione di Macron. Verdi e ambientalisti: sollievo con poca speranza

27/04/2022
in Approfondimenti, Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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L’European Green Party ha preso atto «con sollievo» della vittoria al secondo turno del presidente francese Emmenuel Macron su Marine Le Pen, ma evidenzia che «il partito populista di estrema destra ha raccolto oltre 12 milioni di voti. 

Questa continua ascesa dell’estrema destra suona come un allarme sulla democrazia nel Paese e deve essere combattuta attraverso alternative credibili.

Le politiche economiche neoliberiste di Macron e la totale mancanza di azione per il clima hanno danneggiato il paese e hanno contribuito all’ascesa dell’estrema destra».

La co-presidente dell’European Green Party, Evelyne Huytebroeck, ha commentato: «Siamo sollevati dal risultato di ieri, perché significa che la Francia rimarrà fortemente ancorata al progetto europeo e continuerà a sostenere forti standard democratici. 

Ma il nostro sollievo si ferma qui. 

In Francia, come in molti altri Paesi, la crescita delle forze populiste di estrema destra deve essere fermata. 

Le politiche neoliberiste che distruggono le basi sociali delle nostre società, senza affrontare la crisi ecologica, non sono una soluzione praticabile per l’Europa, e ancor meno per prevenire l’ascesa dell’estrema destra.

Offriamo un’alternativa praticabile a lungo termine: una transizione verde a beneficio di tutti i cittadini, un futuro più equo, più verde e più inclusivo».

La senatrice francese Mélanie Vogel, di Europe Écologie Les Verts (EELV), aggiunge quello che è evidente per tutti  a tutti i francesi: «L’estrema destra è stata sconfitta grazie all’impegno delle cittadine e delle forze progressiste, verdi, femministe, antirazziste in questo Paese, non perché il progetto di Macron sia ampiamente sostenuto. 

Adesso i Verdi francesi si mobiliteranno per il “3° turno”, le elezioni legislative. 

Cerchiamo di costruire un’alternativa al progetto socialmente ingiusto e dannoso per l’ambiente di Macron nell’Assemblea nazionale, costruendo una solida piattaforma comune per il clima, per la giustizia sociale, per la democrazia, per i diritti delle donne».

Va anche detto che il risultato di EELV è stato deludente già al primo turno, quando l’elettorato di sinistra e ambientalista ha preferito votare La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che, senza la frammentazione della sinistra e del fronte progressista, sarebbe andata al ballottaggio contro Macron e allora, forse, staremmo raccontando un’altra storia.  

Il risultato di un doppio turno sempre più anacronistico e che crea non governabilità ma il voto al nemico del mio nemico, è che la Francia si trova ad avere uno dei presidenti più odiati della storia, che rappresenta davvero solo un’infima minoranza e che, se si salderanno da una parte la destra e da una parte i progressisti, a giugno non avrà più la maggioranza in Parlamento.

Una sensazione diffusa e ben interpretata da Melenchon nella sua prima dichiarazione post-ballottaggio: «Per questo secondo turno, Madame Le Pen e il signor Macron rappresentavano poco più di un terzo degli elettori aventi diritto.

Le urne hanno deciso. 

Madame Le Pen è stata battuta. 

La Francia ha chiaramente rifiutato di affidargli il suo futuro. 

E questa è un’ottima notizia per l’unità del nostro popolo.

Ora, il signor Macron è il più mal eletto dei presidenti della 5a Repubblica. 

La sua monarchia presidenziale sopravvive per impostazione predefinita e sotto il vincolo di una scelta parziale. 

Galleggia in un oceano di astensioni e schede bianche e non valide.

Il mio pensiero va alle future vittime di questa situazione. 

Persone che vivono di RSA (Revenu de solidarité active, ndr) e che dovrebbero lavorare gratuitamente per 20 ore. 

Persone logore che andranno in pensione tre anni dopo. 

Persone prese alla gola finanziariamente e che non vedranno i prezzi bloccati. 

Le persone che sanno quanto sia un crimine l’inerzia ecologica del signor Macron. 

Gente che vede con tristezza lo Stato distrutto e il Paese venduto a pezzi.

A tutti voi dico: non rassegnatevi. 

Al contrario: agite con franchezza, in modo massiccio. 

La democrazia può ancora una volta darci i mezzi per cambiare rotta».

Tra chi ha deciso di votare Macron obtorto collo  ci sono anche i militanti di Greenpeace France che ricorda: «Domenica 24 aprile, Emmanuel Macron ha vinto le elezioni presidenziali contro Marine Le Pen. 

Dopo una campagna elettorale in cui la questione ecologica è stata largamente trascurata e dove è tornata forte la minaccia dell’arrivo dell’estrema destra al potere, Greenpeace France invita la società civile a mobilitarsi per costringere il prossimo esecutivo a dare una scossa sociale ed ecologica assolutamente essenziale».

Jean-François Julliard, direttore generale di Greenpeace Francia mette in guardia il presidente confermato: «La rielezione di Emmanuel Macron contro la candidata del di Rassemblement National non significa che ci sia un forte sostegno al suo progetto. 

Visti i suoi precedenti sul fronte climatico ed ecologico nell’ultimo quinquennio, non possiamo dare credito alle poche promesse che ha fatto opportunisticamente su questi temi durante la seconda tornata, lo giudicheremo sui fatti. 

Fondamentalmente, il suo programma politico rimane ancorato a una logica produttivista, liberista e tecnocentrica, incompatibile con gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi che implicano una profonda trasformazione dei nostri modi di produzione e consumo verso una maggiore solidarietà, giustizia sociale e sobrietà. 

Questioni che sembrano sempre sfuggire al presidente Macron, al di là delle sue dichiarazioni incantatrici».

Mentre l’IPCC lanciava ancora una volta l’allarme sulla catastrofe climatica prossima ventura, Greenpeace France ricordava che la Francia è stata condannata due volte dai tribunali nel 2021 per la sua inerzia climatica.

Julliard sottolinea che «aumento delle temperature, distruzione delle risorse planetarie, crollo della biodiversità, questi fenomeni stanno raggiungendo una soglia critica. 

Di fronte alla negazione o al cinismo di alcuni decisori politici, Emmanuel Macron in testa, molti di noi aspirano a una società che rispetti i limiti del pianeta, sia più giusta e più unita. 

Con il movimento per il clima e il movimento sociale eserciteremo il nostro ruolo di contropotere per imporre la giustizia sociale e l’emergenza ecologica e climatica al centro dell’agenda politica, del dibattito pubblico e delle prossime elezioni. 

Quando sarà necessario, denunceremo le “false soluzioni”; i “piccoli passi” e i “grandi passi indietro”».

Intanto, Greenpeace France invita tutti i cittadini a «manifestare il Primo Maggio nelle strade, insieme ai sindacati e al movimento sociale, per far sentire una voce forte della società civile subito dopo la rielezione di Emmanuel Macron».

E chiede anche «una massiccia mobilitazione alle urne durante le elezioni legislative del 12 e 19 giugno per eleggere il maggior numero possibile di parlamentari a difesa di una visione ambiziosa ed equa dell’ecologia».

E Malenchon si è subito candidato a guidare questo fronte: «Inizia il terzo round. 

Il 12 e 19 giugno si terranno le elezioni legislative. 

Potete battere Macron e scegliere un altro percorso. 

Il 12 e 19 giugno un altro mondo è ancora possibile se eleggiamo una maggioranza, intendo una maggioranza, di deputati della nuova Union populaire che deve allargarsi.

Il blocco popolare che si è formato attorno alla mia candidatura alle elezioni presidenziali è in questo Paese, d’ora in poi, il terzo Stato che può cambiare tutto, se si unisce e si espande.

Il 12 e 19 giugno, invitandovi a eleggermi Primo Ministro, vi invito in verità a realizzare un nuovo futuro comune per il nostro popolo.

Coraggio! 

Azione ! 

Determinazione!

 Rifiutate sempre fatalità e rassegnazione!

Lunga vita alla Francia. 

Viva la Repubblica!»

(Articolo pubblicato con questo titolo il 26 aprile 2022 sul sito online “greenreport.it”)

 

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