Repertorio
Roma Capitale vuole provare a recuperare le morosità dei suoi inquilini.
E lo fa andando loro incontro, allungando i tempi di rientro dal debito, puntando su una maggiore predisposizione a rispettare le scadenze se queste sono più distanti nel tempo.
La morosità degli inquilini Erp
D’altronde la morosità è importante.
Non quanto quella di Ater, l’azienda che gestisce il patrimonio della Regione Lazio, ma comunque ragguardevole.
Secondo Aequa Roma, che a ottobre 2023 ha inviato migliaia di cartelle di pagamento, si sfiorano i 25 milioni di euro.
Non si tratta solo di inquilini Erp, in mezzo ci sono anche soggetti che occupano beni immobili rientranti nel patrimonio disponibile e altri che hanno unità in concessione, spesso e volentieri scadute.
In ogni caso un anno fa dagli uffici di via Ostiense sono partiti oltre 2mila atti nei confronti di chi abita nelle case popolari del Comune, per un ammontare complessivo intorno agli 8,6 milioni di euro, interessi esclusi.
Rate fino a 10 anni
Come spiega Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio, uno dei modi per recuperare il credito vantato dal Campidoglio è quello di allungare la rateizzazione: “Fino a oggi è stato pressoché impossibile – ammette – perché si applicava un regolamento delle entrate comunali (approvato nel 2019, modificato nel 2020 e nel 2023, ndr) che imponeva un limite di 24 mesi nella rateizzazione. Invece adesso stabiliamo delle fasce, in base al reddito e all’importo della morosità, arrivando fino a 120 rate“.
Una disposizione contenuta in una delibera di epoca Alemanno, anno domini 2010, quando assessore alle politiche abitative era Alfredo Antoniozzi.
Chi ha debiti oltre i 500 euro, potrà scegliere di arrivare quindi a 10 anni di rientro.
Disincentivando il ricorso all’attesa “furbetta” della cartella esattoriale del Fisco, che permette la rateizzazione fino a 72 mesi.
Un approccio più umano
“Ora tutti potranno mettersi in regola – prosegue Trombetti – senza eccessive ansie.
Vedremo se funzionerà, in caso faremo anche una delibera di consiglio.
Le famiglie potranno pagare un acconto e poi iniziare un piano di rientro più lungo.
Al di là del dato economico, il punto vero è che si stabilisce un rapporto serio con gli inquilini.
Non vogliamo mettere in modo violento le mani in tasca ai romani“.
Il che non significa che Palazzo Senatorio (tramite Aequa Roma) non voglia farlo, ma solo con modi più trasparenti, chiari, umani.
“Chiarezza, precisione e risposte immediate”
Anche per questo Aequa Roma, che ha un rapporto di amore e odio con l’amministrazione capitolina, è stata invitata a cambiare approccio nei confronti dell’utenza, soprattutto quella delle case popolari: “Abbiamo dato istruzioni – conclude Trombetti – su come comunicare le morosità. Vanno inviate lettere chiare, con estratti conto completi e il dettaglio dei mesi. Rispondendo sempre a chiunque scriva per chiarimenti“.
Le criticità rispetto alla gestione dei rapporti con l’utenza, la poca chiarezza nelle comunicazioni scritte e anche alla lentezza nell’espletamento delle pratiche, erano emerse forti e chiare in una commissione Patrimonio di qualche settimana fa.
Adesso dal Campidoglio arrivano direttive precise, vedremo a quali risultati porteranno.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 12 dicembre 2024 sul sito online “Roma Today”)