Foto di archivio
Lo stato progettuale non consente di bandire la gara entro il 2023, così i progetti sono stati definanziati.
La scure del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini si è abbattuta su Roma.
Nella rimodulazione dei fondi del Pnrr, contenuta in un’informativa che RomaToday ha potuto visionare, ci sono tagli relativi a undici opere per un importo complessivo di 2,5 miliardi di euro.
Risorse che il Mit sposterà su infrastrutture a cui dare subito il via.
“Su progetti con fabbisogno urgente, salvaguardando i finanziamenti necessari a garantire il prosieguo delle progettazioni in corso”, si legge nel documento che il Mit ha inviato al Cipess.
I tagli di Salvini alle opere di Roma
Quattro i progetti della Capitale che dovranno aspettare i nuovi finanziamenti.
“Per il 2024 c’è già l’impegno per finanziare tutte le opere garantendo il rispetto dei cronoprogrammi.
Le risorse che saranno spostate a breve verranno subito riproposte, perché solo dall’anno prossimo potranno essere spese”, ha rassicurato il Ministero dei Trasporti promettendo che non ci sarà “nessun arretramento per le opere che da qui ai prossimi mesi non richiedono spese immediate per la natura del loro iter che – ha precisato il dicastero – è stato ereditato dall’attuale governo”.
La chiusura dell’anello ferroviario
Tra queste i progetti che riguardano da vicino Roma.
Il taglio, la “rimodulazione” nelle parole del Mit, più ingente ha riguardato il raddoppio della tratta tra Cesano e Vigna di Valle sulla Roma-Viterbo: via 234 milioni di euro sui 244 disponibili.
Per realizzare l’opera ne servono in tutto 255.
La nota più dolente quel – 175 milioni di euro per la realizzazione della linea Vigna Clara-Tor di Quinto, dopo il ripristino della Vigna Clara-Valle Aurelia, uno dei tasselli mancanti per giungere alla chiusura dell’anello ferroviario che Roma attende da quasi un secolo.
Per la linea servono in tutto 382 milioni di euro, ad oggi con la rimodulazione voluta da Salvini ce ne sono a disposizione solo 87.
Meno di un quarto.
Salvaguardato il raddoppio della Vigna Clara-Valle Aurelia.
Arco nord anello ferroviario
La Capannelle-Ciampino e la Lunghezza-Guidonia
Dopo i tagli restano solo 50 milioni di euro per il quadruplicamento della Capannelle-Ciampino.
Costo complessivo dell’intervento 296 milioni, ce n’erano disponibili 229 ma il Mit ha deciso per un definanziamento di 179 milioni.
Il progetto prevede il quadruplicamento tra Capannelle e Ciampino per un’estensione di circa 6 km in affiancamento alla linea esistente.
Previsto inoltre l’adeguamento della stazione di Ciampino e della fermata di Capannelle con un miglioramento delle funzioni di servizio della fermata (parcheggio di scambio) nonché della viabilità circostante attraverso l’adeguamento del sottovia di via di Capannelle.
I vantaggi, sottolineati da Rfi, sono legati all’aumento delle frequenze sulla linea Termini-Ciampino, con conseguente miglioramento della regolarità della circolazione, dell’accessibilità per la clientela. Il potenziamento incrementerebbe inoltre la capacità da 10 treni l’ora a 20.
Per adesso il progetto è allo step dei permessi, mancano gare e avvio lavori.
Servono risorse per rispettare il cronoprogramma che prevede l’attivazione nel 2029.
Erano disponibili tutti e 83 i milioni di euro che servono per il raddoppio tra Bagni di Tivoli e Guidonia, sulla Lunghezza-Guidonia, la rimodulazione ne ha portati via 76.
Lunghezza-Guidonia
I fondi per le opere vanno al nord
Delle risorse rimodulate tornano a Roma solo 46 milioni di euro.
In particolare i 25 messi sulla stazione Pigneto e per la copertura parziale del vallo.
Costo complessivo stimato per l’opera 143 milioni di euro: ce n’erano disponibili 94, con l’aggiunta voluta da Salvini ora ne mancano soltanto 23.
21 milioni di euro sono stati spostati invece sul capitolo relativo al potenziamento tecnologico di Roma Tuscolana, un intervento per l’upgrading infrastrutturale e tecnologico nodo di Roma che ha un costo stimato di 436 milioni.
Così ce ne sono disponibili solo 101.
Briciole per la Capitale.
Intorno si registrano – 845 milioni di euro per interventi sulla Roma-Pescara.
Il grosso dei fondi rimodulati è finito al nord: 462 milioni di euro per il terzo valico dei Giovi, interventi nel nodo di Genova e collegamenti con il porto storico di Genova; 1,1 miliardi di euro per l’alta velocità Verona-Padova e per l’attraversamento di Vicenza. 80 milioni sono stati messi per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico del nodo di Firenze dell’Alta velocità, 50 milioni per la linea Torino-Padova.
Al Sud vanno 68 milioni di euro per il bypass ferroviario di Augusta e 12 milioni per l’adeguamento del tracciato e velocizzazione della tratta Foggia-Bari-Lecce sull’Adriatica.
(Articolo di Sara Mechelli, pubblicato con questo titolo il 19 agosto 2023 sul sito online “Roma Today”)