I locali situati all’interno del civico 15, in via degli Equi, a San Lorenzo, stanno per affrontare una nuova avventura.
Sottratti alla criminalità organizzata, da lunedì 3 febbraio aprono al territorio per offrire servizi a persone che rischiano di restare emarginate.
È la nuova “casa della solidarietà” che prende forma grazie ad una sinergia di realtà operanti nel terzo settore.
Lo spazio inaugurato a San Lorenzo
“Da oggi San Lorenzo, in un bene confiscato alla criminalità organizzata, ha un nuovo spazio pubblico condiviso da realtà sociali impegnate quotidianamente a contrastare disuguaglianze, mafie e a promuovere nel quartiere equità, inclusione, diritti e democrazia” ha commentato la presidente del municipio II Francesca Del Bello, presente al taglio del nastro insieme a Don Luigi Ciotti, all’assessore capitolino al patrimonio Tobia Zevi ed alle tante realtà associative che animeranno quello spazio.
L’eredità morale di Stefano Rodotà
“Questo luogo rappresenta non solo l’eredità intellettuale e morale di principi e valori che Stefano Rodotà ha sempre sostenuto per una società più giusta, ma testimonia anche il nostro impegno nel promuovere la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata destinandoli alla legalità e all’inclusione – ha dichiarato l’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative Tobia Zevi – la ‘Casa della Solidarietà’ è il frutto dell’impegno di Roma Capitale insieme alle altre istituzioni coinvolte e di tante persone e associazioni che hanno lavorato instancabilmente per rendere possibile questo progetto.
Nel ringraziare la Presidente Del Bello, riconfermo la nostra determinazione nel voler valorizzare il patrimonio pubblico come bene comune al servizio di tutti i cittadini, di oggi e di domani”.
Le realtà che rendono attiva la Casa
La Casa offrirà servizi, formazione e laboratori gratuiti alle fasce della popolazione più esposte o che già subiscono il ricatto mafioso sul territorio.
È rivolta quindi a persone impoverite; che vivono in condizioni di disagio sociale e/o culturale; a rischio esclusione sociale o che subiscono già una condizione di esclusione.
A loro sono rivolte le attività che verranno garantite da una pluralità di associazioni, tra cui la Rete dei Numeri Pari; la scuola Gea; il Teatro della Dodicesima; Baobab Experience; la Rete Tutela Roma Sud; l’unione inquilini; l’associazione Salviamo la Costituzione.
Ed ancora il FAI Arisa, l’associazione Trasform Italia, la fondazione Gianni Minà, la rete No Bavagli, l’Anpi di Roma, l’Auser Lazio, la Casa internazionale delle donne e la onlus Observo.
La sfida da vincere
“Nella Casa – ha spiegato Giuseppe De Marzo, il coordinatore della Rete dei Numeri Pari – costruiremo il futuro impegnandoci, ogni giorno, nel quotidiano, rispondendo ai bisogni delle persone, mettendo insieme diversità per ricostruire la speranza.
Non si tratta solo semplicemente di migliorare la vite delle persone, ma di cercare una strada nuova e diversa per riappropriarsi dei diritti sociali rimettendo al centro la partecipazione, la gratuità e la solidarietà”.
In via degli Equi, la sfida è stata lanciata.
La casa della solidarietà
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 2 febbraio 2025 sul sito online “Roma Today”)