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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

Tassonomia verde europea: no degli eurodeputati all’inclusione di gas e nucleare

15/06/2022
in Approfondimenti, Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Oggi, i deputati europei  delle Commissioni per i problemi economici e monetari (ECON) e per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI), in riunione congiunta, hanno adottato, con 76 sì, 62 no e 4 astenuti, un’obiezione alla proposta della Commissione europea di includere l’energia nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, all’interno della Tassonomia Verde dell’Ue.

Il voto delle Commissioni congiunte è arrivato mentre  la deputata ucraina Inna Sovsun e i gruppi ambientalisti ucraini avvertivano  gli eurodeputati che l’aggiunta di gas ed energia nucleare alla tassonomia dell’Ue sarebbe un “regalo” per Putin, perché finanzia l’invasione dell’Ucraina. 

Prima della votazione, i volontari di Greenpeace EU hanno manifestato davanti al Parlamento europeo a Bruxelles con caricature  del presidente russo Vladimir Putin, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dei capi di Gazprom e Rosatom e dei lobbisti delle industrie del gas e del nucleare.

Anche per Henry Eviston , responsabile della politica finanziaria sostenibile del Wwf European Policy Office, «la guerra in Ucraina mostra che l’UE non può essere completamente indipendente finché non controlla la propria energia. 

Mentre il gas importato crea dipendenza, le rinnovabili sono la nostra energia di “libertà” e la chiave della nostra indipendenza. 

Etichettare il gas come investimento sostenibile porterebbe l’Europa a utilizzare ancora più gas, il che significa meno sicurezza energetica e bollette più elevate per i cittadini europei».

Le Commissioni sono state meno tranchant: pur riconoscendo «il ruolo del gas fossile e del nucleare nel garantire un approvvigionamento energetico stabile durante la transizione verso un’economia sostenibile» gli eurodeputati ritengono che «gli standard di screening tecnico proposti dalla Commissione, nel suo regolamento delegato, a sostegno della loro inclusione non rispettino i criteri per le attività economiche ecosostenibili di cui all’articolo 3 del regolamento sulla tassonomia».

Inoltre, la risoluzione adottata dai deputati europei  chiede  che «eventuali atti delegati nuovi o modificati siano soggetti a consultazione pubblica e valutazioni d’impatto, in quanto potrebbero avere impatti economici, ambientali e sociali significativi» e ricordano che «gli Stati membri continuano a essere liberi di decidere il proprio mix energetico e gli investitori possono continuare a investire come desiderano, poiché non vi è alcun obbligo per gli investitori di investire esclusivamente in attività economiche che soddisfano criteri specifici».

Il regolamento sulla tassonomia fa parte del piano d’azione della Commissione Ue sul finanziamento della crescita sostenibile e punta a stimolare gli investimenti verdi e prevenire il “greenwashing”.

L’atto delegato sulla tassonomia complementare è stato presentato dalla Commissione il 9 marzo 2022 e propone l’inclusione, a determinate condizioni, di attività specifiche nel settore dell’energia nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale coperte dalla tassonomia dell’Ue.

Il nuovo atto delegato classifica alcune attività relative al gas fossile e all’energia nucleare come attività transitorie che contribuiscono alla mitigazione del cambiamento climatico ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 2, del regolamento sulla tassonomia . 

L’inclusione di determinate attività nel settore del gas e del nucleare sarebbe limitata nel tempo e dipenderebbe da condizioni specifiche e requisiti di trasparenza.

Secondo l’europarlamentare Verde Bas Eickhout , delle commissioni ENVI ed ECON e relatore del Parlamento europeo per il regolamento sulla tassonomia, «il voto di oggi dimostra che mentre molti deputati capiscono che l’energia nucleare e il gas non sono sostenibili, la corsa è ancora serrata.

Abbiamo bisogno di investimenti massicci nell’espansione delle energie rinnovabili, non delle energie del passato.

Il Green Deal non deve essere utilizzato per finanziare energie che danneggiano l’ambiente e il clima e comportano rischi ingestibili.

L’Ue ha la possibilità di assumere un ruolo guida globale nella lotta contro il cambiamento climatico e stabilire il gold standard per gli investimenti nell’economia climaticamente neutra.

Stiamo affrontando una crisi climatica, una crisi del costo della vita e la guerra in Ucraina significa che l’Ue ha urgente bisogno di diventare indipendente dall’uranio e dal gas russi. 

Gli incentivi artificiali per investire in costose energie nucleari e fossili a scapito delle energie rinnovabili e di altri settori sostenibili sono l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. 

Il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres ha definito gli investimenti nella nuova produzione di combustibili fossili e nelle centrali elettriche “follia morale ed economica”. 

Il Parlamento ha la possibilità di fermare questa follia».

Per Ariadna Rodrigo, sustainable finance campaigner di Greenpeace EU,  «oggi, gli eurodeputati si sono schierati oggi con l’Ucraina votando per smettere di alimentare la macchina da guerra di Putin con più soldi e infiammare la crisi climatica e naturale. 

Dopo più di 100 giorni di questa guerra devastante, il Parlamento europeo deve ora respingere una volta per tutte il greenwashing del gas fossile e dell’energia nucleare a luglio. 

Non fare questo vergognoso regalo a Putin e ai suoi lobbisti».

Sebastien Godinot , economista senior del Wwf European Policy Office ha dichiarato: «Ci congratuliamo con gli eurodeputati ECON ed ENVI per aver scelto la strada giusta per proteggere la credibilità della tassonomia dell’UE! 

Non c’è niente di sostenibile nei combustibili fossili e nei rifiuti nucleari e molti investitori e banche non li vogliono etichettati come “verdi”. 

Ora la plenaria deve seguire le sue due Commissioni  di esperti e respingere quello che altrimenti sarebbe un errore climatico enorme e costoso: incanalare miliardi in progetti sporchi, invece di finanziare la transizione alle energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno».

La votazione della risoluzione è prevista durante la sessione plenaria del Parlamento europeo dal 4 al 7 luglio 2022. 

L’europarlamento e il Consiglio europeo hanno tempo fino all’11 luglio 2022 per decidere se porre il veto alla proposta della Commissione. 

In plenaria è necessaria una maggioranza assoluta di 353 voti (su un totale di 705 deputati) per respingere la proposta della Commissione.

Se la maggioranza assoluta dei deputati si oppone alla proposta, la Commissione Ue dovrà ritirarla o modificarla.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 14 giugno 2022 sul sito online “greenreport.it”)

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