L’aveva annunciato non più tardi di un mese fa il sindaco, nel corso di un’intervista radiofonica.
I lavori per il termovalorizzatore partono entro l’estate, aveva dichiarato Gualtieri.
La previsione è confermata in occasione della notizia che, il Campidoglio, stava aspettando: è stata aggiudicata in via definitiva la sua realizzazione.
L’aggiudicazione definitiva dei lavori
A vincere la gara è stato il raggruppamento di imprese guidato da Acea Ambiente, di cui fanno parte anche Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e Rmb.
L’ok è giunto a valle della validazione tecnica del progetto da parte della società di certificazione che era stata incaricata.
Roma Capitale e RenewRome, l’azienda che gestirà la struttura per i prossimi 33 anni, hanno già firmato il contratto di concessione.
Per far partire i lavori mancano il Paur, vale a dire il procedimento autorizzatorio unico regionale, ma è un dettaglio perché viene gestito dalla struttura commissariale presieduta dal sindaco.
Le richieste giunte dai comitati e da Bruxelles non hanno frenato il ruolino di marcia e la previsione fatta in diretta radiofonica dal sindaco: i lavori partono per l’estate.
Il nuovo impianto, ha ricordato il Comune con un comunicato, sarà in grado di trattare 600mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati e non riciclabili e sarà alimentato da conferimenti su rotaia.
Grazie ad un investimento di 1 miliardo di euro, la Capitale potrà avere sbocchi sicuri per lo smaltimento dei rifiuti a un costo inferiore rispetto a quello attuale per il trasporto in Italia o all’estero.
Il superamento del sistema delle discariche
“Con questa aggiudicazione compiamo un passo in avanti decisivo per realizzare una gestione del ciclo dei rifiuti autonoma, moderna e sostenibile che Roma attendeva da troppo tempo.
Il termovalorizzatore, insieme alla nuova rete di impianti per il riciclo della frazione organica e di carta e plastica – ha ribadito Gualtieri – consente di superare un sistema inefficiente ed inquinante basato su discariche e su trasferimenti costosi verso impianti lontani.
Siamo ora nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, e di trattare in modo sicuro la frazione residua con tecnologie all’avanguardia in grado di ridurre di oltre il 90% l’impatto ambientale del ciclo dei rifiuti di Roma”.
Il termovalorizzatore punta al raggiungimento del 70% di raccolta differenziata, riducendo a zero il ricorso alle discariche.
Il progetto prevede la realizzazione di un “Parco dell’Economia Circolare”, un’area attrezzata con spazi per la ricerca, coworking, una serra, un giardino pubblico e una torre panoramica alta oltre 70 metri.
Saranno inoltre realizzati quattro impianti ausiliari per il recupero delle ceneri pesanti, un impianto fotovoltaico, una rete di teleriscaldamento e un sistema sperimentale per la cattura della Co2.
Le caratteristiche del termovalorizzatore
Il Campidoglio ha tenuto a ribadire che le “emissioni saranno nettamente inferiori ai limiti fissati dalle direttive europee e dalle Best Available Techniques (Bat) e all’inquinamento provocato dal traffico di una strada”.
Inoltre l’impianto produrrà energia termica ed elettrica per 65 MW complessivi grazie alla quale è possibile alimentare 200 mila famiglie.
Permette, infine, il recupero di circa 10mila tonnellate di acciaio, 2mila di alluminio e 1.600 di rame ogni anno.
“L’intervento – ha evidenziato il Campidoglio con una nota – rappresenta anche una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana per l’area industriale di Santa Palomba, con un miglioramento dell’accessibilità, dei servizi e delle infrastrutture”.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 7 maggio 2025 sul sito online “Roma Today”)
