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Rodolfo Bosi
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Home Approfondimenti

Test nucleari, gli Usa avvertono la Corea del nord: il mondo reagirà duramente

08/06/2022
in Approfondimenti, Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Oggi, 20 jet da combattimento  delle forze armate sudcoreane e statunitensi hanno sorvolato il mare occidentale della Corea del Sud per dare un avvertimento alla Corea del nord che si starebbe apprestando a realizzare il primo test di un’esplosione nucleare dopo  quasi cinque anni .

Il Joint Chiefs of Staff della Corea del Sud ha detto che l’esercitazione aerea «ha coinvolto 16 aerei sudcoreani – inclusi caccia stealth F-35A – e 4 caccia F-16 statunitensi e mirava a dimostrare la loro capacità di rispondere rapidamente alle provocazioni nordcoreane».

La nuova prova di forza è stata messa in atto il giorno dopo che Corea del sud e Usa hanno lanciato 8 missili terra-superficie nelle acque orientali della Corea del Sud in risposta ai ripetuti test missilistici effettuati nei giorni precedenti dalla Corea del nord.

Secondo sudcoreani e statunitensi, la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) starebbe per effettuare il suo ottavo test nucleare  nella regione nord-orientale di Punggye-ri. 

Ieri, il direttore dell’International atomic energy agency (Iaea) Rafael Mariano  ha detto che «ci sono indicazioni che uno dei passaggi del campo di test di Punggye-ri sia stato riaperto, forse in preparazione di un test nucleare».

L’ultimo test nucleare realizzato dai nordcoreani era avvenuto nel settembre 2017, quando il regime nazional-stalinista di Pyongyang aveva annunciato di aver fatto esplodere un ordigno nucleare progettato per i suoi missili balistici intercontinentali.

In visita a Seoul proprio per discutere delle relazioni con gli alleati sudcoreani e giapponesi, la vicesegretario di Stato Usa, Wendy Sherman ha avvertito in nordcoreani che «qualsiasi test nucleare violerebbe le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» e che «ci sarebbe una risposta rapida e forte a un test del genere.

Il mondo intero risponderà in modo forte e chiaro. 

Siamo preparati.

Continuiamo a esortare Pyongyang a cessare le sue attività destabilizzanti e provocatorie e a scegliere la via della diplomazia».

Mentre l’amministrazione Biden ha promesso di spingere per ulteriori sanzioni internazionali se la Corea del Nord proseguirà con il test nucleare, non è chiaro quali possano essere queste nuove sanzioni contro un paese sempre più isolato e che nonostante le sanzioni continua a lanciare missili come prima e più di prima.

Il neoeletto presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e Biden hanno concordato di aumentare le esercitazioni militari congiunte per dare un messaggio di deterrenza alla Corea del nord e, se richiesto da Seoul, Washington si è offerto di inviare ulteriori «risorse strategiche» nella penisola coreana che si andrebbero ad aggiungere ai circa 30.000 soldati americani già di stanza in Corea del sud.

Domani, Usa, Corea e Giappone si incontreranno per discutere della questione nucleare nordcoreana.

Intanto, anche il Giappone ha condotto un test missilistico congiunto con gli Usa  in risposta alla minaccia nordcoreana.

Da quando ha preso il potere nel 2011, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha accelerato lo sviluppo delle sue armi nonostante le risorse limitate. 

Secondo il giornale giapponese Asahi Shinbun, «gli esperti affermano che con il suo prossimo test, la Corea del Nord potrebbe rivendicare la capacità di costruire piccole bombe che potrebbero essere raggruppate su un missile balistico intercontinentale a più testate o adattarsi a missili a corto raggio che potrebbero raggiungere la Corea del Sud e il Giappone».

Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price ha detto ai giornalisti che «gli Stati Uniti rimangono preoccupati che la Corea del Nord possa cercare di fare il settimo test nei prossimi giorni».

Ma finora le azioni punitive dell’amministrazione Biden contro la Corea del nord si sono limitate a sanzioni unilaterali in gran parte simboliche e Russia e Cina hanno posto il veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu a una risoluzione sponsorizzata dagli Usa che avrebbe imposto ulteriori sanzioni alla Corea del Nord presentata dopo i precedenti test balistici del 25 maggio.

I lanci dei missili nordcoreani di ieri sono la risposta alle esercitazioni della portaerei statunitense Ronald Reagan realizzate per 3 giorni insieme alla Corea del sud, le prime a coinvolgere una portaerei dal novembre 2017, quando Dobald Trump e Kim Jong Un si incontrarono e concordarono una tregua di fatto.

I colloqui sul nucleare tra Washington e Pyongyang sono in stallo dal 2019 a causa dei disaccordi sullo scambio tra disarmo nucleare della Corea del nord e fine delle sanzioni statunitensi. 

Da allora Kim ha intensificato i suoi test missilistici nonostante i crescenti problemi economici e non ha mostrato alcuna volontà di rinunciare completamente a un arsenale che vede come la sua più forte garanzia di sopravvivenza, rifiutando le offerte dell’amministrazione Biden per colloqui a tempo indeterminato e, secondo gli esperti, il dittatore nordcoreano sarebbe intenzionato a convertire i negoziati dormienti per la denuclearizzazione in un processo reciproco di riduzione degli armamenti.

La campagna di pressione missilistica di Kim non è stata rallentata nemmeno dall’epidemia di Covid-19 che si è diffusa tra i 26 milioni di nordcoreani, in gran parte non vaccinati.

Finora, la RPDC ha rifiutato le offerte di aiuto degli Usa e della Corea del Sud, ma avrebbe ricevuto forniture di vaccini dall’alleata Cina.

Se i missili lanciati dai nordcoreani stanno preoccupando molto statunitensi, giapponesi e sudcoreani e la comunità internazionale, altrettanto non succede per il missile lanciato da una potenza nucleare che le testate atomiche ce le ha davvero e parecchie. 

Infatti, il ministero della difesa dell’India ha annunciato che «un lancio di addestramento di successo di un missile balistico a raggio intermedio, Agni-4, è stato effettuato alle ore 19,30 circa il 6 giugno 2022 dall’isola APJ Abdul Kalam, nell’Odisha. 

Il successo del test fa parte dei lanci di routine di user training effettuati sotto l’egida dello Strategic Forces Command. 

Il lancio ha convalidato tutti i parametri operativi come anche l’affidabilità del sistema. 

Il test di successo riafferma la politica dell’India di avere una capacità di “deterrenza minima credibile”».

l’Agni-4 (o “Fire-4” ) è un’arma creata dalla Defense Research and Development Organization (DRDO) dell’India che sarebbe in grado di colpire bersagli fino a 4.000 chilometri di distanza e di trasportare un carico utile di 1.000 chilogrammi.

New Delhi ha anche effettuato una serie di test  – l’ultimo dei quali alla fine del 2021 – per l’Agni-5, un missile balistico intercontinentale (ICBM) con una portata significativamente più lunga.

L’India è una delle poche nazioni a possedere una sua triade nucleare –  armi nucleari che si possono lanciare da terra, mare e aria – e aveva testato l’ultima volta l’Agni-4 nel 2018, mentre a fine 2021 aveva testato il nuovo Agni Prime a corto raggio.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 7 giugno 2022 sul sito online “greenreport.it”)

 

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