Foto di archivio
Via libera all’abbattimento di due lupi in Trentino.
Con due distinti decreti, il presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, ha infatti respinto la richiesta di sospendere l’abbattimento dei due esemplari ritenuti responsabili dell’uccisione di 16 bovini e 2 asini avvenuta in località malga Bodera a Sega di Ala.
I ricorsi erano stati presentati dalle associazioni animaliste: uno da Leal Odv Lega Antivivisezionista, l’altro da Lncd Animal Protection, Wwf e Lav contro il decreto di abbattimento del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e contro il parere di Ispra, che ha ritenuto il provvedimento “coerente con il quadro normativo provinciale e comunitario“.
Ok all’abbattimento di due lupi anche Val Venosta
Intanto anche in Alto Adige è stata emessa un’ordinanza analoga dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, il quale ha firmato l’autorizzazione al prelievo di due lupi nella zona di Castelbello, in Val Venosta.
Si tratta del secondo provvedimento di questo genere nell’arco di una settimana, dopo quello firmato il 9 settembre per l’abbattimento di due lupi nella zona di Selva dei Molini.
La forestale: popolazione di lupi in Alto Adige non è in pericolo
Secondo la valutazione del Servizio forestale provinciale e dei legali provinciali, accolta dal Tar, nel Comune di Castelbello sono soddisfatti i requisiti di base per l’autorizzazione al prelievo, dato che la popolazione di lupi in Alto Adige non è ritenuta in pericolo.
Dall’inizio dell’estate diversi capi di bestiame, tra questi alcuni manzi, sono stati predati in vari alpeggi designati come aree di protezione dei pascoli.
Il prelievo è di competenza del Corpo forestale provinciale, mentre l’autorizzazione di rimozione ha una validità di 60 giorni dalla data della firma.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 settembre 2023 sul sito online “Sky TG24”)
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Le motivazioni
“Non appare in tale contesto violato l’altrettanto fondamentale canone della proporzionalità della misura di deroga nella specie adottata dall’Amministrazione provinciale, posto che il provvedimento di abbattimento, adottato previo puntuale parere reso dall’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale motivatamente illustra le ragioni per cui soltanto il prelievo con tale modalità di due esemplari di lupo nell’ambito del branco può costituire una idonea misura di dissuasione per i membri del branco medesimo dal seguitare le proprie incursioni nell’allevamento già severamente depauperato nella consistenza del bestiame ivi custodito, e posto che probatamente le pur astrattamente idonee recinzioni anche elettrificate non hanno impedito a taluni lupi di penetrare al loro interno – si legge nel provvedimento -. Il prelievo mediante l’uccisione di soli due individui nell’ambito del branco per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata, nel mentre assume la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale, da riguardarsi in tale contesto come interesse del tutto prevalente in quanto esso non solo è cespite fondamentale per l’economia del territorio ma che è anche elemento portante per la stessa cultura antropica di quest’ultimo, assolutamente coerente con la necessaria integrità dell’attuale contesto ambientale e che pertanto parimenti assume anch’esso, anche con riguardo al noto fenomeno del progressivo abbandono dell’attività di malga, la connotazione di una biodiversità che deve essere prioritariamente tutelata dall’ordinamento soprattutto nel caso della locale sovrabbondanza di esemplari protetti dalla predetta direttiva Habitat”.
Il Tar sottolinea che “dagli atti di causa a tutt’oggi non risulta che nella Malga Boldera sia cessata l’attività di alpeggio e che, peraltro, nello stesso provvedimento impugnato è espressamente autorizzato l’abbattimento dei due esemplari di lupo alla tassativa condizione che la Malga stessa sia caricata di bestiame“.
Il Tar ha fissato per il 28 settembre la discussione del caso in sede di udienza collegiale.