
Ma veramente Roma ha bisogno di un inceneritore?
Non direi proprio, anche perché significherebbe puntare su un futuro in cui si abbandona l’incremento della raccolta differenziata spingendo su una continua raccolta di rifiuti indifferenziati da bruciare H24.
Questo perché i forni degli inceneritori devono bruciare senza interruzione.
Tra 5/6 anni (i tempi minimi per progettare un inceneritore, ottenere tutti i permessi, realizzarlo e metterlo in funzione a regime) avremo forse i cassonetti un pochino meno stracolmi di rifiuti, ma a quale costo per l’ambiente?
La vera soluzione per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma e proiettare la città verso una soluzione meno impattante possibile per l’ambiente, incentivando di più la raccolta differenziata, è quella di realizzare un POLO ECOLOGICO INTEGRATO.
Ci sono realtà all’avanguardia in Europa, ma anche in Italia, che possono essere prese ad esempio migliorandole ed adattandole alle esigenze di una grossa metropoli come Roma.
All’interno di questa struttura ci sono diversi impianti per il riciclo del multimateriale (riciclo plastica, metalli, carta e cartone)
impianti per il trattamento dell’organico Aerobico per la trasformazione in compost ed a digestione Anaerobica per la produzione di biogas e trasformazione dello stesso in energia elettrica.
Nel polo ci sarà anche una grossa isola ecologica aperta gratuitamente a tutti anche alle piccole ditte e imprese evitando che queste possano scaricare in strada per non pagare lo smaltimento.
Il Polo ecologico integrato di Roma non dovrà essere privato, ma a partecipazione pubblica i cui soci maggioritari saranno gli stessi Comuni della provincia romana che lo utilizzeranno per convogliare i propri rifiuti.
Cosa indispensabile è l’individuazione della location giusta la cui ricerca non deve essere fatta necessariamente sulla base di terreni già di proprietà del comune, ma dando la priorità a precise caratteristiche che questo deve avere anche prevedendo l’espropriazione per pubblica utilità.
Per consentire un facile raggiungimento ed accesso ai mezzi di raccolta dalla capitale e dei Comuni della provincia il Polo dovrà essere realizzato nelle vicinanze del tratto autostradale A1 lontano da insediamenti residenziali prevedendo anche la realizzazione di un nuovo svincolo ad uso esclusivo.
Inoltre va sviluppata, dove possibile, la raccolta porta a porta ma soprattutto le cosiddette “Domus ecologiche” aree recintata e video sorvegliate dove più condomini possono conferire i propri rifiuti.
Infine moltiplicare le aree adibite alla raccolta degli ingombranti, le cosiddette isole ecologiche.
Vista l’estensione di Roma ce ne vorrebbero una per ogni quartiere, anche molto piccole.
Ci sono soluzioni a blocchi componibili che possono essere realizzate in solo 2 settimane.
Ovviamente dovranno seguire al discorso impiantistico e di corretta logistica di raccolta anche altri interventi come mettere finalmente in pratica il “vuoto a rendere” per le bottiglie di vetro come esiste da tempo in molti paesi europei.
Una legge già fu approvata alcuni anni fa, ma mancano i regolamenti attuativi che impongono alle aziende produttrici di applicare un minimo sovrapprezzo (es. 20 cent) che saranno poi resi alla riconsegna del vetro.
Iniziative e campagne pubblicitarie, coinvolgendo personaggi famosi, per educare le famiglie ad applicare le buone pratiche sostenibili di gestione dei rifiuti nel campo della prevenzione, del riutilizzo, della preparazione per il riutilizzo e del riciclo.
Ecco tutto questo complesso di interventi è un serio approccio per risolvere definitivamente il problema rifiuti a Roma, altro che… un inceneritore.
(Post pubblicato con questo titolo il 1 giugno 2022 sulla pagina facebook di Pasquale Annunziata, ex assessore all’Ambiente del XV Municipio di Roma)