Il tribunale di Grosseto, su richiesta dello stesso Pubblico Ministero ha respinto l’opposizione presentata dall’Associazione Vitadacani ODV e dal Centro Recupero Ricci La Ninna contro l’archiviazione chiesta dal Pubblico ministero per le accuse al Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri e del direttore Maurizio Burlando di aver fatto uccidere i mufloni dell’Isola del Giglio per crudeltà o senza necessità, nell’ambito del progetto LIFE LetsGoGiglio finanziato dalla Comunità Europea.
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano accoglie con soddisfazione la decisione del Tribunale di Grosseto e sottolinea che «il Giudice ha ritenuto valide le argomentazioni del Pubblico Ministero che aveva richiesto l’archiviazione lo scorso 22 dicembre 2023.
Nonostante l’opposizione presentata dall’Associazione “Vitadacani ODV” e dal “Centro Recupero Ricci La Ninna” – il cui responsabile, peraltro, è stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti dello stesso Presidente Sammuri – il Tribunale ha stabilito che non sussistevano i presupposti per configurare il reato contestato.
In particolare, si è evidenziato che la condotta degli indagati si è svolta nell’ambito di un complesso iter amministrativo, approvato e autorizzato da vari soggetti istituzionali a livello nazionale ed europeo, che ha incluso anche il parere tecnico-scientifico dell’ISPRA».
Il giudice Andrea Stramenga infatti ritiene che «le argomentazioni svolte dal PM nella sua articolata richiesta di archiviazione circa l’insussistenza del reato ipotizzato (che punisca “l’uccisione di animali, per crudeltà o senza necessità) siano condivisibili.
Anche a prescindere dai infatti da ogni considerazione in ordine alla complessa e dibattuta questione della possibilità di classificare il muflone come “specie alloctono invasiva”, rilievo decisivo – al fine di escludere la configurabilità del delitto de quo sia sotto il profilo oggettivo che dal punto di vista dell’elemento psicologico del reato (necessariamente doloso) – riveste la circostanza che la condotta degli indagati “si colloca a valle di un complesso e articolato iter amministrativo sia nazionale che europeo che ha visto il coinvolgimento di una pluralità di soggetti istituzionali che hanno approvato e/o autorizzato il progetto e i protocolli operativi predisposti”, come pure il fatto che “le scelte effettuate rientrano nella potestà amministrativa discrezionale mista e/o tecnica dell’Ente Parcoe, anche ritenendo errate le scelte fatte, queste sarebbero al più imputabili a titolo colposo” (cfr. pagg 11 richiesta archiviazione)»
Come riassume il Parco in un comunicato, «il Giudice ha concluso che l’operato del Presidente Sammuri e del Direttore Burlando, in rappresentanza dell’Ente Parco, è stato finalizzato alla tutela dell’ecosistema dell’Arcipelago Toscano, di cui l’isola del Giglio fa parte, e non mosso da crudeltà o assenza di necessità.
Le attività previste dal progetto, supportate da autorevoli pareri tecnico-scientifici, rientrano nell’ambito della discrezionalità amministrativa e tecnica dell’Ente Parco e sono state condotte nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Il Tribunale di Grosseto ha quindi disposto l’archiviazione del procedimento penale escludendo alla radice ogni addebito nei confronti dei vertici dell’Ente Parco».
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano incassa l’esito favorevole di questa vicenda giudiziaria e sottolinea che «se da un lato evidenzia l’importanza del lavoro svolto per la conservazione del patrimonio naturale dell’Arcipelago Toscano, dall’altro riafferma in termini inequivocabili le funzioni dei parchi e delle riserve naturali in materia di gestione della fauna selvatica e di lotta alle specie alloctone invasive, nel pieno rispetto di accordi e direttive mondiali, europee e della legislazione nazionale».
(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 giugno 2024 sul sito online “greenreport.it”)