La Maddalena, Porto Madonna (foto Mauro Coppadoro)
Un nutrito gruppo di residenti a La Maddalena ha inviato recentemente una lettera aperta al Ministro dell’Ambiente e, per conoscenza, all’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e al Presidente della Repubblica Mattarella, che frequenta l’Arcipelago durante l’estate.
L’intento dichiarato dai firmatari è quello di “stimolare la riflessione sulla necessità di attuare, nelle more dell’approvazione degli strumenti di pianificazione previsti dalla legge quadro sulle aree protette 394/91, misure idonee a contrastare il depauperamento delle risorse ambientali ed economiche delle isole maddalenine nell’interesse delle generazioni future.”
Il Ministro dell’ambiente, al quale spetta la vigilanza sull’Ente parco, viene invitato a nominare i componenti mancanti del Consiglio direttivo dell’ente e a sperimentare – su alcuni siti sensibili dell’arcipelago – forme di salvaguardia più incisive rispetto a quelle attuate negli ultimi trent’anni.
È opportuno agire, secondo i firmatari, sin dalla prossima stagione estiva, anche nel caso in cui il parco e la regione non dovessero riuscire ad adottare gli strumenti di pianificazione previsti dalla legge nazionale 394/91: il Piano per il parco; il Regolamento del Parco e il Piano pluriennale economico e sociale per la promozione delle iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale della collettività residente all’interno del parco.
L’esigenza di limitare gli effetti della pressione antropica anche in assenza di tali strumenti di pianificazione è motivata dall’oggettiva difficoltà nel completare l’iter di adozione degli stessi piani. A conferma di quanto sostenuto, riportiamo le parole del Ministro Costa: “Sono pochi i Parchi che hanno adottato il Piano, ma non è colpa dei parchi, ma di procedure complesse e tortuose che spesso, dopo un lungo iter, riportano gli enti al punto di partenza.
Serve una semplificazione per mettere in condizioni gli enti gestori delle aree protette di dotarsi dei piani attuativi, strumenti importanti per la programmazione.” (Sergio Costa, 11 settembre 2018).
La proposta prevede di riservare il 75% dei ‘numeri sostenibili’ (determinati sulla base delle capacità di carico e delle modalità di fruizione prescelte) a chi pernotta all’interno dei confini del Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, che coincidono con i confini del Comune di La Maddalena.
È stato scelto il 75% perché è un dato contenuto nel DPR 17 maggio 1996 (istituzione Ente Parco) e perché rappresenta una rivendicazione storica del Comune di La Maddalena sin dai tempi dell’intesa tra il Ministero dell’ambiente e la Regione Autonoma della Sardegna del 1995.
Ecco il testo:
Oggetto: Istituzione numeri sostenibili – Arcipelago di La Maddalena. Sperimentazione stagione estiva 2020.
Stimato Ministro,
i sottoscritti abitanti dell’Arcipelago di La Maddalena, preoccupati dall’eccessiva pressione antropica riscontrata presso alcuni litorali delle isole maddalenine nelle ultime trenta stagioni estive, ritengono non più eludibile la decisione di adottare provvedimenti finalizzati alla salvaguardia dei posidonieti a rischio regressione e degli arenili a rischio impoverimento. Per questa ragione, i firmatari pongono alla Sua attenzione la seguente proposta sintetica:
- Ripresa/avvio indagini sullo stato ambientale dei siti nei quali è noto il degrado per cause naturali e/o antropiche al fine di rilevare eventuali fenomeni di erosione in atto o potenziali.
- Elaborazione ipotesi modalità di fruizione e contestuale determinazione capacità di carico atte a non comprometterne le caratteristiche ambientali e paesaggistiche nel medio/lungo periodo.
- Istituzione numeri ‘sostenibili’, a partire dal 2020, in base alle capacità di carico di ciascun sito e della comunità maddalenina nel suo complesso.
- Riserva del 75% delle boe, delle banchine di sbarco passeggeri sulle isole minori e di tutti i fondali sui quali è possibile gettare l’ancora alle barche che trascorreranno la notte presso gli approdi autorizzati del Comune di La Maddalena, unico Comune in Europa a dar vita da solo – con il suo intero territorio – ad un Parco nazionale.
- Riserva del 75% degli ingressi sull’isola di Caprera, in alta stagione, ai visitatori che soggiorneranno presso l’abitato maddalenino, anche in considerazione dei rischi legati alla viabilità, agli incendi e alle fitopatie.
Consapevoli degli interessi in gioco e dei contrasti istituzionali che caratterizzano la storia del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, i sottoscritti intendono stimolare la riflessione sulla necessità di attuare, nelle more dell’approvazione degli strumenti di pianificazione previsti dalla legge quadro sulle aree protette 394/91, misure idonee a contrastare il depauperamento delle risorse ambientali ed economiche delle isole maddalenine nell’interesse delle generazioni future.
Auspicando una Sua visita estiva alle isole minori del Nord Sardegna, ed in particolare alle isole di Budelli, Caprera e Mortorio, si porgono cordiali saluti.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ritiene da sempre che l’eccessiva antropizzazione di ecosistemi delicatissimi e unici come quelli dell’Arcipelago della Maddalena debba esser contrastata con provvedimenti efficaci: dall’adozione del “numero chiuso” giornaliero dei visitatori ai divieti di ormeggio e di accesso, alle misure proposte dai residenti di La Maddalena in questa lettera aperta.
L’intero Arcipelago rientra nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena ed è individuato quale sito di importanza comunitaria (S.I.C.) e zona di protezione speciale (Z.P.S.) (codice ITB010008), oltre che esser tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Sarebbe ora che qualsiasi lobby contraria a un’efficace salvaguardia ambientale fosse tenuta a distanza.
Un pizzico di coraggio, Ministro Costa!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(Articolo pubblicato con questo titolo il 13 luglio 2019 sul sito online del Gruppo d’Intervento Giuridico)