Del possibile recupero dei casali del Parco Volusia si è cominciato a parlare fin dal 2005, prima ancora della apertura al pubblico del 1°lotto del Parco Volusia, quando con deliberazione n. 54 del 21 dicembre 2005 l’allora Commissario Straordinario dell’Ente Parco di Veio, Dott.ssa Silvia Montinaro, ha adottato il 1° Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale (P.P.P.E.S.): nell’asse di intervento relativo al patrimonio storico-artistico e archeologico, che come obiettivo generale si pone proprio il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico, è prevista la scheda intervento E12.
L’intervento non è stato mai messo in uno dei bilanci di previsione dell’Ente Parco di Veio, anche perché la Giunta Regionale non ha mai approvato il P.P.P.E.S..
Poco dopo, in data 23 dicembre 2005 la Giunta Regionale del Lazio ha approvato lo stanziamento di 20 milioni di euro per interventi di riqualificazione in aree svantaggiate della periferia, fra i quali figurava anche il restauro dei Casali di Volusia.
La scheda apposita faceva sapere che «si tratta di un complesso di tre edifici all’interno di un’ampia area verde ceduta all’amministrazione comunale e che sta per essere attrezzata.
I tre casali, anch’essi ceduti al Comune, non avevano invece una copertura finanziaria per il recupero. Le tre strutture potranno ospitare importanti attività socioculturali.
L’esatta definizione delle funzioni, che dovrà tenere conto del contesto ambientale in cui si trovano, saranno frutto di un apposito percorso partecipativo».
Dettaglio degli interventi di recupero dei casali di Volusia dentro il Parco di Veio:
– IPE (progettazione) € 100.000,00 +
– Realizzazione € 900.000,00 =
___________________________________________
€ 1.000.000,00
I fondi stanziati sono stati poi riclassificati fra quelli “perenti” per causa della mancata progettazione esecutiva.
Il 23 novembre 2016 il Consiglio del Municipio di Roma XV ha approvato all’unanimità una risoluzione sulla «Valorizzazione e sviluppo del “Parco Volusia”», che impegnava il Presidente anche al «recupero, ristrutturazione e definizione delle finalità d’uso dei casali», per il recupero dei quali l’allora consigliere ed ora Assessore all’Ambiente Marcello Ribera il 13 marzo 2019 ha presentato una proposta di risoluzione per inserirli nel bando “ReinvenTIAMO Roma”.
Risoluzione n. 12 del 23 novembre 2016
L’idea di arrivare alla esatta definizione delle funzioni dei casali attraverso un apposito percorso partecipativo è stata ipotizzata dall’allora consigliere ed ora Assessore all’Ambiente Marcello Ribera al tempo delle elezioni comunali, annunciandone la volontà in un video diffuso il 21 settembre 2021 (vedi https://www.facebook.com/marcelloribera88/videos/5048159168532267/).
Ma in quello stesso video ha pubblicato le conclusioni di uno studio di architetti “dem”, che destina a biblioteca tematica con tanto di coffee break l’abitazione che è stata della famiglia Magini, a multilaboratorio il casale che si sovrappone in parte all’area archeologica ed a ludoteca il 3° casale: lo studio prevede anche degli orti urbani.
Nel video elettorale le suddette destinazioni vengono fatte da Marcello Ribera rientrare nei “servizi di quartiere”, senza nessuna connessione fisiologica e culturale con il complesso archeologico della villa romana di Casale Ghella.
Una volta eletto e diventato assessore all’ambiente, Marcello Ribera ha promosso l’incontro del 25 marzo 2022 su quale futuro per i casali del Parco Volusia, che si è svolto nell’aula magna della scuola “Parco di Veio”.
Se si poteva pensare che lo studio degli architetti dem fosse stato riportato nel video elettorale a livello di una delle tante possibili ipotesi, che tale doveva quindi rimanere, così non è stato invece nel corso dell’incontro perché – dopo le presentazioni di rito anche delle presidi dell’istituto comprensivo del Parco di Veio e del liceo-classico “De Sanctis” – Marcello Ribera ha dato subito la parola a “Francesca”, che assieme ad altri architetti “dem” ha redatto lo studio che ha illustrato con tanto di slide pubblicate su uno schermo.
L’evidente trattamento di favore e di conseguente condizionamento è stato attestato dal fatto che solo dopo sono intervenuti il Presidente del XV Municipio Daniele Torquati per un discorso di saluto (dovendo andare subito dopo a Campagnano) e l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia che ha manifestato la sua volontà di addivenire ad una progettazione esecutiva delle destinazioni finali che verranno date ai tre casali.
Dopo aver fatto sapere che fra pochi giorni sul sito del XV Municipio sarebbe stato pubblicato l’avviso con l’invito a presentare proposte di destinazione dei tre casali, Marcello Ribera ha dato spazio ai cittadini presenti.
Si sono quindi susseguiti una serie di interventi che hanno ipotizzato tutta una serie di destinazioni da “servizio di quartiere”, addirittura stravaganti, dall’accoglienza per i più bisognosi e per gli ucraini, all’intrattenimento dei malati di handicap (proposta questa di una insegnate dell’istituto professionale “Stendhal” che ha a fianco una tensostruttura del centro anziani che si sta per liberare), fino alla necessita di una centro di aggregazione (fatta presente da una studentessa del “De Sanctis”).
Di fronte a questo “cahier de doléance”, che ha fatto diventare i tre casali una specie di “refugium peccatorum” delle deficienze del quartiere, mi sono sentito in dovere di intervenire per mettere in evidenza due aspetti, di “metodo” e di “merito”.
Quel pomeriggio sono intervenuto per far presente in termini di “metodo” che la scelta finale fra tutte le proposte di destinazione che sarebbero pervenute sarebbe dovuta scaturire da “criteri” che a quel momento non erano stati dettati e che dovevano servire per evitare in modo trasparente che la scelta finale fosse stata già decisa politicamente a monte e che il percorso partecipato servisse soltanto a darle una veste di “democraticità”.
A tal riguardo ho ricordato il “Regolamento di Partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 57 del 2 marzo 2006, che obbliga ad indicare nelle premesse di ogni deliberazione (di Giunta Municipale o di Consiglio Municipale, di Giunta capitolina o di Assemblea Capitolina) come è stato attuato il Regolamento e le motivazioni delle scelte definitive intraprese: ho quindi auspicato che la delibera o le delibere con cui verranno decisi i finanziamenti della progettazione esecutiva delle destinazioni dei i tre casali diano sufficienti e trasparenti motivazioni delle decisioni prese.
Sul piano del “merito” ho messo in evidenza che le proposte fin qui avanzate erano “strabiche”, perché erano scisse del tutto e comunque non tenevano in alcun conto che quanto meno due dei tre casali si affacciano sui resti archeologici della villa romana di Casale Ghella, che vanno riportati alla luce, per cui non si può ad ogni modo pensare di calpestarci sopra, magari pavimentando addirittura tutta l’era archeologica: ciò comporta, anche in termini economici, un coordinamento fra tutte le istituzioni competenti ai fini anche di un cofinanziamento (Municipio di Roma XV, Comune di Roma, Ente Parco di Veio, Regione Lazio, Soprintendenza Capitolina, Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.)
Ho quindi fatto presente che lo scorso 28 febbraio a nome di VAS ho trasmesso una nota sulla fruizione dell’area archeologica e sul recupero dei casali, facendo le seguenti proposte:
– del casale di sud-est ho proposto la destinazione a centro sociale del quartiere “Tomba di Nerone” (che nel giorno dell’incontro ho specificato nella “Casa del Municipio” prevista dal “Regolamento di Partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”;
– del casale di mezzo (ex residenza della famiglia Magini) ho proposto la destinazione a Museo dell’Agro Veientano, con la documentazione per lo più fotografica di tutti i resti rinvenuti nella zona (da quelli pertinenti alla villa romana, a quelli della vicina necropoli etrusca in via Bracciano, alla cosiddetta “Mummia di Grottarossa”, fino al Sepolcro dei Veienti all’interno del Parco della Pace);
– il terzo casale dovrebbe essere destinato a “Casa del Parco”, intesa soprattutto come punto di tourist information in generale ed in particolare per i percorsi archeologici che da lì si diramano, collegandosi al tracciato da riscoprire e godere della antica Via Veientana.
La mia proposta è stata formalizzata il successivo 20 maggio 2022 a nome e per conto della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS).
Mi risulta che in precedenza, e precisamente il 15 marzo 2022 l’associazione “Amici del Parco Volusia” ed il “Comitato Cittadino per il XX Municipio” hanno trasmesso la loro proposta, che consiste nella destinazione di uno dei casali a museo dedicato all’area archeologica di Parco Volusia e Casale Ghella, nella destinazione degli altri due casali a spazi destinati all’uso civico e ad un punto ristoro.
La suddetta proposta é stata condivisa anche dal Ginnasio-Liceo “De Sanctis”.
Il 1 febbraio 2023 è stato effettuato un sopralluogo con il Dipartimento Urbanistica ed i tecnici incaricati per il progetto di recupero dei casali di parco Volusia.
Il giorno dopo l’Assessore Marcello Ribera ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Prossimamente organizzeremo un ulteriore incontro con la cittadinanza per dare un riscontro sul percorso partecipato avviato dall’amministrazione e per confrontarci sulle prossime attività.”
In un incontro casuale avuto a Borghetto San Carlo l’assessore Ribera mi aveva garantito che l’ulteriore incontro da lui promesso sarebbe avvenuto entro il mese di aprile.
Sono trascorsi ben 9 mesi senza che ci sia stato l’ulteriore incontro con la cittadinanza: ciò non ha impedito l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dei casali del Parco Volusia, che secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore Marcello Ribera consisterebbe in “un progetto frutto di un processo partecipato con la cittadinanza che vedrà trasformare le tre strutture in uno spazio civico a disposizione della comunità con servizi wi-fi, postazioni studio, lettura e co-working, sala conferenze e dibattiti, una biblioteca civica e un punto informativo per il territorio, area ristoro.”
“Con l’approvazione del progetto – ha concluso Ribera – aggiungiamo un ulteriore tassello e da oggi saremo tutti impegnati per l’individuazione del finanziamento; percorso che come fatto fin d’ora sarà condiviso con la cittadinanza, visti gli ottimi risultati del processo partecipato.”
L’Assessore Ribera non si è premurato di far sapere quali siano “gli ottimi risultati del processo partecipato” e quale sia il progetto di recupero dei casali del Parco Volusia che é stato scelto e con quali criteri é stato approvato.