L’area oggetto dell’intervento di forma trapezoidale è localizzata nell’attuale XV Municipio al km 8+500 della via Flaminia Nuova, delimitata dalla stessa sul lato maggiore, dalla linea ferroviaria Roma- Viterbo (di proprietà della Regione Lazio, esercitata dalla società Met.Ro. S.p.A.), da via Vitorchiano e dall’area di servizio col distributore di carburanti sui restanti lati minori.
All’interno dell’area è posizionata la Stazione “Due Ponti” con l’accesso da via Vitorchiano.
Nel P.R.G. previgente del 1965, l’area aveva una destinazione ad L2 – Piccola industria e artigianato ed era inserita nel Piano Particolareggiato 15 L, la Variante Generale adottata con Deliberazione C.C. n. 92 del 29.05.1997 “Piano delle Certezze”, non apportava modifiche alla destinazione assegnata.
In tale situazione urbanistica l’area in esame è stata oggetto di rilascio di Concessione Edilizia n. 246/c prot. 72011 del 14.03.2003 per la realizzazione di un “Edificio per Attività Produttive” con destinazione a Laboratori, Magazzini ed Uffici: il progetto concesso prevedeva la realizzazione, previa demolizione di edifici e capannoni preesistenti aventi una volumetria pari a circa 7.969 mc, di un complesso edilizio che sviluppava una volumetria di circa 13.300 mc, a fronte di una potenzialità edificatoria di circa 16.700 mc, su una superficie utile di circa 4.350 mq inferiore ai circa 5.000 mq realizzabili.
Il volume edilizio prevedeva la realizzazione di due piani interrati, di un piano terreno, di due piani superiori ed una sovrastante copertura piana con i locali tecnici; nei piani interrati venivano collocati i cantinati e le autorimesse, al piano terreno il magazzino e gli uffici, ai piani superiori i laboratori, infine in copertura venivano collocati gli impianti con i locali tecnici.
L’edificio veniva collocato interamente nell’area di proprietà contornando e coprendo dalla visuale dalla via Flaminia gli edifici esistenti della stazione ferroviaria, nessuna relazione veniva instaurata con l’edificio della Stazione ne tantomeno con l’edificio esistente posto ad angolo tra via Flaminia e via Vitorchiano.
Il 20.02.2004 la Società Investimenti Immobiliari Italiani a.r.l. e la G.M.L. Immobiliare a r.l., allora proprietarie dell’area in oggetto, con prot. 14300/2004 comunicavano l’inizio lavori il 08.03.2004; successivamente il 27.12.2005 le stesse società presentavano denuncia per occupazione abusiva da parte di extracomunitari dell’area.
Il nuovo P.R.G. approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 12.02.2008, di ratifica dell’Accordo di Programma) inserisce l’area nella Città da Ristrutturare, nell’Ambito per i Programmi integrati, nel Tessuto “Prevalentemente per Attività”.
La Giunta Comunale con Memoria n. 88 / 09 del 22.10.2009 ha dato mandato agli Uffici preposti alla Pianificazione Urbanistica Comunale affinché di concerto con gli Uffici della Regione Lazio competenti per la pianificazione della mobilità regionale predispongano e sottoscrivano un accordo procedimentale e costituiscano un gruppo di lavoro cui affidare la redazione di un progetto di riqualificazione esplicativo delle trasformazioni urbanistiche.
L’Accordo Procedimentale stipulato in data 07.12.2009 tra Regione Lazio e Comune di Roma per l’attuazione di un progetto unitario e integrato per la riqualificazione della Stazione Ferroviaria “Due Ponti”, ha sancito la costituzione di un Tavolo Tecnico con l’obiettivo di redigere un progetto di riqualificazione dell’area, fissando un termine di 90 giorni per la stipula di un Accordo di Programma.
Con prot. n. 14 del 21.1.2009 la Met.Ro. S.p.A. ha fatto richiesta di occupazione temporanea di aree, confermata poi dalla Regione Lazio, con comunicazione prot. n. 74074 del 17.11.2009 trasmessa al Comune di Roma, Dip. Programmazione e Attuazione Urbanistica, previo impegno del Comune alla emissione di un provvedimento dirigenziale di proroga della Concessione edilizia.
La Brenta S.r.l., società del Gruppo Bonifaci, con Verbale di Consegna delle Aree del 10.12.2009, ha acconsentito all’occupazione temporanea delle aree di sua proprietà, aree che a quell’epoca risultavano ancora impegnate per i lavori della banchina e del sottopasso ferroviario.
Subito dopo ha presentato un progetto preliminare relativo al programma di riqualificazione della stazione “Due Ponti”, che ha tenuto in considerazione le osservazioni formulate dagli Uffici preposti del Comune di Roma in sede di Preconferenza dei Servizi e raccolte nel Verbale del 26.03.2010.
Si riporta di seguito la presentazione del progetto e la sua relazione tecnica illustrativa.
Programma urbano di riqualificazione della stazione ferroviaria Due Ponti
Relazione tecnica illustrativa del programma urbano
Il progetto preliminare è stato coordinato con l’Accordo di Programma di via Flaminia km. 8+500 autorizzato dal Consiglio Comunale il 20.3.2006, poi concretizzato nella convenzione stipulata con il Comune di Roma il 25.10.2007: lo conferma il sovrappasso pedonale della via Flaminia con il percorso sempre pedonale che raggiunge la prevista nuova sede del XV Municipio a ridosso della lottizzazione convenzionata di Grottarossa, che non è dato di sapere se e quando verrà nel rispetto del suddetto accordo di Programma, considerato che nelò frattempo il costruttore Bonifaci ha ceduto in cambio, ma dietro pagamento di un affitto, l’attuale sede in via Flaminia 872 (sembra peraltro in affitto).
Per poter arrivare a realizzare un intervento su ben 9.213,28 mq. di Superficie Utile Lorda (SUL) il progetto preliminare sfrutta i 5.007,60 mq. che consentiva la Concessione Edilizia n. 246/C rilasciata il 14.03.2003 per la realizzazione di un “Edificio per Attività Produttive” con destinazione a Laboratori, Magazzini ed Uffici, nonché i 317,35 mq. della superficie pubblica della stazione ferroviaria dei Due Ponti: per reperire i rimanenti 3.888,33 mq si chiede mediante l’attuazione di un Accordo di Programma di reperirli attraverso la Superficie con diritto edificatorio pari a circa 7.334,00 mq che è in località Monte Arsiccio e che gode della Compensazione dopo che è stata inserita dentro la riserva naturale dell’Insugherata.
A tal ultimo riguardo il vigente P.R.G. prevede appositi “ambiti di compensazione” dove realizzare le cubature cancellate dentro le aree naturali protette, ma sempre con lo strumento “grimaldello” dell’Accordo di Programma si prevede di ottenere tutte le “varianti” che sono quasi sempre convenienti molto di più al privato che all’interesse pubblico generale e si chiede così anche la deroga alla classificazione delle destinazioni d’uso, consentendo attività da carico urbanistico basso a carico urbanistico medio, a dimostrazione del maggiore impegno indotto sui parcheggi dalla diversa e ben più pesante destinazione d’uso commerciale.
Il punto critico è che questo progetto preliminare ha come suo punto di appoggio di partenza una concessione edilizia che è stata rilasciata nel 2003 e che in base alla normativa vigente decade dopo 3 anni se non è stata realizzata la costruzione assentita, a meno che cause di forza maggiore giustifichino che venga prorogata: senza nessuna di queste cause la concessione edilizia n. 246/C è stata prorogata ora come “permesso di costruire” con Determinazione Dirigenziale n. 1052 del 31.07.2009.
Al dott. Arch. Rodolfo Bosi che nella giornata del 12 aprile 2012 aveva chiesto di sapere le ragioni per cui dopo ben 6 anni è stato prorogato il suddetto titolo edificatorio, l’ing. Gallone ha fatto l’ipotesi di una causa di forza maggiore dovuta ai saggi di scavo della Soprintendenza Archeologica di Roma, che sentita per telefono dal Rodolfo Bosi lo stesso giorno gli ha invece assicurato che gli unici scavi eseguiti in zona negli ultimi anni erano stati esclusivamente quelli che hanno portato alla scoperta del vicino mausoleo di Marco Nonio Macrino dentro l’area dove Bonifaci vorrebbe realizzare 4 palazzine: per 2 di queste sarebbe stato rilasciato il nulla osta dal dott. Bottini a conclusioni di semplici saggi fatti in trincea.
L’ing. Gallone non ha saputo dire a Rodolfo Bosi se per la concessione edilizia del 2003 fosse stata chiesta ed ottenuta la “autorizzazione paesaggistica” che è preventiva ed obbligatoria per un’area come questa soggetta al doppio vincolo paesistico e che forse non poteva per quell’epoca essere rilasciata, perché il PTP n. 15/8 “Valle del Tevere” destina l’area a sottozona di tutela orientata TOa/5, nella quale l’art. 49 delle norme prescrive che “è consentita esclusivamente la realizzazione, la trasformazione, la riqualificazione o la valorizzazione di tracciati stradali e/o ferroviari”, precisando che “ad eccezione di questi, non sono consentite nuove costruzioni”.
Per certo non sembra essere stata acquisita la “autorizzazione paesaggistica” da parte della Soprintendenza Archeologica su un’area di alto interesse archeologico.
Dopo la “Presentazione dell’intervento” e la “Relazione tecnica illustrativa” allegati sul sito del Comune alla pagina http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-dueponti.html, il 2 maggio 2012 il dott. Arch. Rodolfo Bosi ha trasmesso a nome di VAS le osservazioni al progetto preliminare che ha poi integrato l’8 maggio 2012: si riportano di seguito in allegato entrambi di documenti.
Osservazioni di VAS del 2 maggio 2012
Osservazioni di VAS dell’8 maggio 2012
Nella giornata di martedì 8 maggio è stato organizzato un incontro pubblico nella Sala Consiglio dell’allora XX Municipio che ha visto la partecipazione di molti cittadini, tutti contrari alla realizzazione del progetto: si è dichiarata contraria anche l’arch. Antonietta Cristina Garofalo, responsabile dell’Ufficio Urbanistica ed Edilizia Privata.
Va fatto presente che a dare un parere negativo sul progetto preliminare erano state anche la Commissione Traffico e Mobilità e la Commissione Urbanistica.
Malgrado tutti i suddetti precedenti, il successivo 14 maggio 2012, al termine di una seduta infuocata durata quasi sei ore con una risicata maggioranza il Consiglio dell’allora XX Municipio ha espresso sotto forma di emendamento (che si rimette di seguito in allegato) un parere sostanzialmente favorevole al progetto di riqualificazione della stazione Due Ponti che in realtà si traduce nella realizzazione di un mega centro direzionale al km 8,5 di via Flaminia.
Emendamento al programma urbano
L’art. 14 del “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” dispone che tutti gli atti della partecipazione che c’è stata a questo progetto vanno considerati “documento della partecipazione” che doveva accompagnare l’intero iter del procedimento e trovare esplicita menzione nella deliberazione con cui il Consiglio del Municipio di Roma XX ha espresso un parere favorevole al progetto: il parere a sua volta – in base all’art. 3 della legge n. 241/1990 sulla trasparenza degli atti amministrativi – deve scaturire da una motivazione che “deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria”.
Non è dato di sapere se nelle premesse della suddetta deliberazione del Consiglio dell’allora Municipio di Roma XX sia stata fatta esplicita menzione del “documento della partecipazione” e soprattutto se sia stato specificato in che misura se ne sia tenuto conto, perché una eventuale omissione a tal riguardo costituirebbe uno specifico vizio di legittimità dell’atto: risulta che delle posizioni espresse ufficialmente da cittadini, comitati ed associazioni in occasione dell’incontro pubblico che si è tenuto lo scorso 8 maggio hanno parlato quel solo le diverse forze politiche di opposizione.
A giudicare invece dal dispositivo della delibera con cui è stato espresso il parere favorevole secondo l’emendamento proposto dall’allora Assessore Mocci a nome della Giunta, che è stato votato dall’allora Presidente Giacomini e da tutti e 10 i consiglieri del PDL presenti, non si intravede la benché minima trasparenza di quest’atto amministrativo, dal momento che non vi si trova traccia alcuna delle risultanze dell’istruttoria svolta con esito negativo tanto dalla Commissione Traffico e Mobilità quanto dalla Commissione Urbanistica né tanto meno sono indicati i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione.
Dal momento che vengono fatti salvi i 5007,60 mq. di SUL della concessione edilizia n. 246/C del 14.3.2003, di cui non ci è preoccupati per niente di verificare la sua validità giuridica, un eventuale futuro accertamento della sua oggettiva avvenuta decadenza costituirebbe non solo un preciso vizio di legittimità da impugnare presso il TAR del Lazio, ma potrebbe essere sottoposto anche alla attenzione particolare di qualche Pubblico Ministero con la richiesta di voler accertare se dietro la mancata volontà di sapere a priori se fosse valida o meno la suddetta concessione edilizia ai fini dell’espressione di un “parere” compiuto ed approfondito si possano ravvisare quanto meno gli estremi del reato di omissione di atti dovuti d’ufficio .
Viene per lo più subordinato a 5 “prescrizioni” il parere favorevole del Consiglio del XX Municipio, ignorando del tutto che è obbligatorio ma consultivo e quindi senza potere alcuno di dettare la benché minima “prescrizione”.
Con la 1° delle 5 prescrizioni si vorrebbe l’eliminazione della cubatura aggiuntiva pari a 3.888,33 mq. di SUL, proveniente dalla compensazione edificatoria dell’ex sottozona “F1-Monte Arsiccio” a favore della Società “Il Gelso S.R.L.”, senza rendersi conto che la SUL privata con destinazione Servizi e Commerciale che si vuole complessivamente realizzare ammonta a 8.895,93 mq. di SUL e che quindi si sta chiedendo una riduzione del 43,70% con l’utilizzo soltanto dei 5007,60 mq. di SUL della concessione n. 246/C del 2003, che comporterebbe una revisione totale del progetto: per capire se la revisione debba essere in danno del centro commerciale al piano terra o degli uffici ai piani superiori basta vedere la 3° delle 5 prescrizioni.
Con la 3° prescrizione si vorrebbe inserire nel Piano del Commercio di Roma Capitale all’epoca in fase di discussione, l’intero centro commerciale con media struttura di vendita che è pari a 1.63,40 mq. di SUL: ne deriva che ad Uffici privati potranno essere destinati solo i rimanenti 3.404,20 mq. di SUL anziché i complessivi 7.293 mq. di SUL previsti nel progetto come Sedi della Pubblica Amministrazione e delle Pubbliche Istituzioni nazionali, estere e sopranazionali.
La conferma ulteriore che gli 11 esponenti del PDL, con Giacomini in testa, hanno inteso favorire esclusivamente il centro commerciale viene dalla 2° prescrizione con cui si vorrebbe un secondo accesso carrabile con la via Flaminia, oltre a quello previsto nel progetto su via Vitorchiano, con un ingresso direttamente da una strada ad alto scorrimento che se da un lato andrà ancor più a vantaggio del centro commerciale, dall’altro lato porterà al sicuro collasso il traffico veicolare della zona.
Con la 4° prescrizione gli 11 esponenti del PDL vorrebbero utilizzare i 601.752,56 € di monetizzazione degli standard di verde pubblico che verranno a mancare al Km. 8,500 della via Flaminia compensandoli con la “acquisizione a patrimonio comunale” di via Tomba di Nerone e dell’area privata già ceduta gratuitamente al Comune e presa in consegna dal Servizio Giardini il 27.12.1975, ma poi tornata in proprietà dei privati perché non acquisita al patrimonio comunale, nonché di una porzione di terreno che permetta l’accesso pubblico da via Oriolo Romano al parco dell’Inviolatella Borghese dentro il parco di Veio: per consentire l’accesso pubblico alla riserva naturale dell’Insugherata si andrebbe di fatto ad espropriare un’area che già spettava ai cittadini della Tomba di Nerone come standard di verde pubblico che è stato perso per una omissione di atti dovuti d’ufficio e di cui va pretesa nuovamente la cessione gratuita senza sborsare un euro, facendo un nuovo inaccettabile “regalo” al privato.
Con la 5° prescrizione gli 11 esponenti del PDL vorrebbero infine assegnarsi i proventi degli oneri ordinari e straordinari (pari a complessivi 2.631.493,20 €) per opere pubbliche che saranno indicate in una fase successiva.
Non si può non evidenziare come le ultime 2 prescrizioni non abbiano niente a che vedere con il progetto e non possano comunque essere scaturite dalle “risultanze dell’istruttoria” prescritta dalla legge n. 241/1990, ma tradiscano invece un tentativo tanto maldestro quanto inaccettabile di compensare “interessi pubblici” in tutt’altre zone che non c’entrano per niente.
Comments 1