IL DECOLLO DEL BIKE SHARING A ROMA: STORIA DI UN SERVIZIO DAL DESTINO MOLTO INCERTO
Tralasciando i benefici per l’ambiente e la salute personale, andare in bici costa poco ed ora come ora negli attuali tempi di piena recessione da un lato e di aumento del costo della benzina dall’altro lato sarebbe anche estremamente molto utile in termini di risparmio di spese: nella capitale gli spostamenti brevi nel raggio di 3-4 chilometri potrebbero essere tranquillamente coperti in bicicletta (come facevano già i nostri nonni) ma la mancanza di un sufficiente numero di piste ciclabili, la perenne congestione del traffico veicolare e soprattutto la carenza di servizi di mobilità sostenibile come il Bike Sharing rendono pericoloso e proibitivo l’uso delle due ruote.
Lo Stato italiano si è dato delle “norme per il finanziamento della mobilità ciclistica” più di 13 anni fa con la legge n. 366 del 19 ottobre 1998, che impegnava fra l’altro i Comuni a dotare ogni strada di nuova costruzione per il suo intero sviluppo di una pista ciclabile adiacente.
Ma l’idea di una mobilità sostenibile a Roma tramite Bike Sharing si deve far risalire al gennaio del 2006 quando il Comune di Roma ha ottenuto un finanziamento per lo svolgimento del Progetto Spicycles nell’ambito della sezione STEER del programma EIE (Intelligent Energy Europe) riguardante le iniziative relative a tutti gli aspetti energetici del trasporto: parte sostanziale del progetto Spicycles per la città di Roma, oltre che lo studio di fattibilità per l’istituzione di un servizio di Bike Sharing nelle aree centrali della città, era anche un documento metodologico per la predisposizione dell’attività di monitoraggio del servizio Bike Sharing.
Ma il decollo vero e proprio del servizio è avvenuto due anni dopo: con Determinazione Dirigenziale n. 181 del 21 febbraio 2008 l’allora Dipartimento X – Politiche Ambientali e delle Risorse Agricole ha approvato il progetto del servizio sperimentale di Bike Sharing nel centro Storico di Roma ed ha fissato in 6 mesi la durata della sperimentazione con decorrenza dall’attivazione del servizio.
L’intero progetto é stato voluto e pensato dall’amministrazione Veltroni ma è stato però inaugurato il 12 giugno 2008, alla presenza del neo-eletto sindaco On. Gianni Alemanno: con disciplinare di attivazione, gestione, monitoraggio e raccolta dati del servizio di “Bike Sharing” e sponsorizzazione, il Comune di Roma ha assegnato alla S.r.l. “CEMUSA” (società spagnola che è leader internazionale nel settore della pubblicità esterna e che fa parte di un gruppo multinazionale leader nel mercato delle costruzioni e dei servizi) la realizzazione ed erogazione, in favore della stessa Amministrazione Comunale, di un servizio sperimentale di noleggio di biciclette, definito “Bike Sharing” con decorrenza dall’attivazione del servizio.
A fronte dell’erogazione di tale servizio, il Comune di Roma ha riconosciuto alla “CEMUSA”, quale corrispettivo per la sua prestazione, di pubblicizzare il proprio marchio, il proprio nome e la propria attività con le modalità previste nel contratto: come contrattualmente pattuito, la “CEMUSA” ha installato a propria cura e spese n. 19 impianti all’interno del I° Municipio ed ha apprestato i beni necessari al suddetto servizio, erogato dal 13 giugno 2008 fino al 13 dicembre 2008 con circa 200 biciclette a disposizione dei romani, che avrebbero dovuto avere la possibilità di iscriversi presso uno dei 7 PIT (Punti di Informazione Turistica) abilitati.
Le postazioni per il prelievo e riconsegna delle bici sono state dislocate nel centro storico, presso i più importanti punti di attrazione turistica e della vita amministrativa della Capitale, tra cui Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Via del Corso, il Parlamento, il Pantheon, Piazza Navona.
Ma molte sono state le critiche mosse alla nascita del servizio: il ridotto numero di stalli, situati per lo più in zone centrali, la difficoltà nel reperire le tessere, la mancanza di un progetto globale di mobilità cui integrare l’uso delle biciclette a beneficio dei cittadini riducendo il più possibile l’uso dell’auto privata.
La “CEMUSA” doveva gestire il servizio in attesa che il Comune indicesse una gara pubblica o prospettasse una soluzione alternativa, decisa poi con deliberazione n. 112 del 16 aprile 2009 della Giunta Comunale che ha individuato in ATAC S.p.A. il soggetto idoneo per dare continuità al servizio sperimentale di Bike Sharing nella Zona a Traffico Limitato (ZTL) del Municipio fino al 31 dicembre 2010, stabilendo come tariffa sperimentale per l’utilizzo del servizio il costo orario di 1 euro: ATAC ha dato la propria disponibilità a dare continuità al servizio, subentrando alla “CEMUSA” senza oneri aggiuntivi per il Comune di Roma, alle condizioni di acquisizione di tutti i proventi da tariffazione del servizio e utilizzazione a fini informativi e/o pubblicitari, direttamente e/o mediante affidamento a terzi degli appositi spazi dislocati in prossimità degli impianti e sulle biciclette del servizio di Bike Sharing.
Per opportuna maggiore conoscenza si rimette di seguito in allegato la deliberazione della Giunta Comunale n. 112 del 16 aprile 2009.
Deliberazione della Giunta Comunale n. 112 del 16 aprile 2009
Così nel giugno del 2009 la gestione del servizio di Bike Sharing è stata tolta alla “CEMUSA” e ceduta alla “ATAC S.p.A.”, senza però nessun miglioramento anche se ATAC ha provveduto a fornire la città di 27 ciclo-posteggi con 150 biciclette di colore verde a disposizione degli utenti: l’utilizzo del servizio è stato organizzato attraverso l’attivazione di una tessera elettronica ricaricabile di € 10,00 (5 per la tessera e 5 come prima ricarica), disponibile a tutto il mese di novembre del 2010 in una delle 10 biglietterie ATAC autorizzate presenti nelle stazioni della Metro A e B, con un costo del servizio di € 0,50 ogni mezz’ora (compresa la prima che era invece precedentemente gratuita) e con la possibilità di servirsi del mezzo per un massimo di 24 ore consecutive.
Le successive ricariche, effettuabili sempre in una delle dieci biglietterie ATAC, sono di libero importo: i 10 punti – Termini, Lepanto, piazza di Spagna, Anagnina, Ottaviano, Cornelia, Battistini, Ponte Mammolo, Eur Fermi, Laurentina – sono operativi nei feriali dalle 7 alle 20, nei festivi tra le 8 e le 20.
Fra le critiche piovute su questo modo di gestire il servizio c’è stata la difficoltà di un turista che alloggia nel centro di Roma di doversi spostare in uno dei tre centri dove vengono vendute le tessere, perdendo ore preziose del suo soggiorno per attivare una procedura che prevede anche di far firmare a ciascun utilizzatore un contratto e che inibisce l’uso non ai bambini, ma addirittura ai minorenni.
Sono stati portati a confronto i servizi di Bike Sharing che a quell’epoca già funzionavano più che bene in altre città, soprattutto europee.
A Parigi è stato realizzato il Vélib, “vélo en libre”: chi ha l’abbonamento annuale (effettuabile anche on-line), deve semplicemente recarsi in una delle 750 stazioni e prelevare la bici dopo il riconoscimento della tessera, mentre chi preferisce fare una pedalata per una sola ora, o solo un giorno, deve solo introdurre la carta di credito nella colonnina (al costo di un euro per un giorno, 5 euro per una settimana) la carta di credito, su cui sia verificata una disponibilità di 150 euro (a titolo precauzionale).
La stessa regola vale per il più recente servizio di bike-sharing che è stato realizzato a Londra: nelle ormai 400 stazioni sparse per la capitale britannica basta inserire la carta di credito nel totem per accedere al servizio (1 sterlina per una giornata, 5 sterline per la settimana, con la prima mezz’ora gratuita).
Un’altra soluzione è suggerita dal servizio di Bike Sharing realizzato a Milano, dove per usufruire del servizio “Bikemi” offerto da quel Comune, oltre alla sottoscrizione dell’abbonamento annuale, è possibile effettuare quello giornaliero, a 2,50 euro, prenotabile preventivamente on-line sul sito www.bikemi.com: un volta completata la procedura, si ottiene un codice che si può digitare in qualsiasi colonnina per avere la bici, senza ulteriori spostamenti in cerca di biglietterie e tessere.
Nel frattempo con deliberazione di Giunta Comunale n. 244 del 29 luglio 2009 è stata istituita la “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità”, che è un ramo distaccato della azienda gestore “ATAC S.p.A.”, a cui è stato poi affidato a partire dal 1 gennaio 2010 il servizio di Bike Sharing, che a tutto il mese di novembre del 2010 poteva contare su 29 stazioni e su un numero di biciclette passato dalle 150 del 2009 alle circa 300 del 2010 (le colonnine a luglio del 2010 erano 271).
Sempre per opportuna maggiore conoscenza si rimette di seguito in allegato la deliberazione della Giunta Comunale n. 244 del 29 luglio 2009.
Deliberazione della Giunta Comunale n. 244 del 29 luglio 2009
Con deliberazione n. 162 del 29 dicembre 2010 (rimessa di seguito in allegato) la Giunta Capitolina ha approvato la proroga dell’affidamento alla “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” del servizio sperimentale di Bike Sharing fino al 31 gennaio 2011, poi portato fino al 31 marzo 2011 con deliberazione n. 17 del 26 gennaio 2011 e fino al 30 giugno 2011 con deliberazione n. 99 del 1° aprile 2011, senza oneri per l’Amministrazione Comunale.
Deliberazione della Giunta Capitolina n. 162 del 29 dicembre 2010
La nuova gestione sperimentale del servizio di Bike Sharing, realizzata dalla “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità”, ha consentito di aprire il servizio anche ai non residenti, rendendolo attivo 24 ore su 24 (in precedenza era attivo dalle ore 7 alle ore 23), di estendere il servizio Bike Sharing anche nei Municipi XIII (dal 4 agosto 2009 con le 3 ciclostazioni di Porto, Stazione Vecchia e Venezia), III (dal 9 ottobre 2009 con le 4 ciclostazioni di Verano, Bologna, Torlonia e Moro) e II (dal 29 luglio 2010 con 2 nuove postazioni in piazzale Flaminio) e di aumentare il numero delle postazioni dalle 19 iniziali alle attuali 29 postazioni.
Ciò nonostante il servizio ha continuato ad arenarsi anche a causa delle numerose biciclette rubate (a fine giugno del 2009 se ne contavano 50 sparite in appena tre settimane): mentre a Roma le biciclette sparivano e gli stalli erano convertiti a parcheggi per scooter, sino a diventare il deserto più assoluto, in altre città italiane ed europee il Bike Sharing mostrava nello stesso periodo un’ottima salute.
A tutto il mese di luglio del 2010 a Londra esistevano di già 12 “superstrade delle biciclette” (Cycle superhighways) a fare da assi di collegamento tra il centro e le periferie della megalopoli, 300 parcheggi realizzati (oggi portati ai 400 progettati) con gli stalli pronti ad accogliere fino a 6 mila due-ruote ecologiche noleggiabili 24 ore al giorno 7 giorni su 7.
Mentre a Londra si registrava un servizio di Bike Sharing ormai pienamente realizzato, a Roma il Comune si trovava ancora a livello di mera programmazione.
Con deliberazione n. 36 del 16 marzo 2010 il Consiglio Comunale ha approvato le linee d’indirizzo del “Piano Strategico della Mobilità Sostenibile” (PSMS) che si propongono di dare un nuovo assetto al sistema romano dei trasporti, garantendo meno inquinamento atmosferico e acustico anche attraverso un corretto sviluppo del sistema ciclabilità.
Si rimette di seguito la deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 16 marzo 2010.
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 16 marzo 2010
Con deliberazione n. 87 del 24 marzo 2010 la Giunta Comunale ha poi adottato il “Piano Quadro della Ciclabilità del Comune di Roma” che prevede tra le diverse azioni previste per lo sviluppo della ciclabilità urbana l’espansione del Servizio di Bike Sharing cittadino: a distanza di quasi 2 anni il “Piano Quadro della Ciclabilità del Comune di Roma” è stato approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 27 del 24 aprile 2012.
Per opportuna maggiore conoscenza si riportano di seguito entrambe le delibere.
Deliberazione della Giunta Comunale n. 87 del 24 marzo 2010
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 27 del 24 aprile 2012
I tratti realizzabili a breve scadenza sono quelli nelle zone Appia, Tor de’ Cenci, Caffarella e Roma-Fiumicino: per agevolare la mobilità sulle due ruote, infine, sono previsti stalli per le biciclette nei nodi di scambio come stazioni metro e ferroviarie, parcheggi e aree davanti alle scuole.
Il Parlamento Europeo ha più volte sollecitato l’amministrazione capitolina a passare da 225 a 1.200 chilometri di rete ciclabile (oggi 115 chilometri sono nel verde e solo 110 su strada), da 29 a 350 stazioni per il Bike Sharing, con nuovi parcheggi nei nodi di scambio: ad oggi risultano finanziati solo 65 chilometri di nuovi itinerari.
Nel “Piano Quadro della Ciclabilità del Comune di Roma” la rete ciclabile principale è composta da 361 chilometri di piste, di cui 70 esistenti, 50 finanziate e il resto da finanziare: la rete ciclabile locale ha invece circa 40 chilometri di piste già realizzate, 17 già finanziate e circa 550 pianificate.
Nell’anno 2010 il Ministero dell’Ambiente ha intanto stanziato 14 milioni di euro per il “finanziamento di progetti che prevedano la realizzazione di progetti di Bike Sharing insieme ad interventi di efficienza energetica e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile”.
Alla fine del 2010, a fronte di una spesa annuale di un milione e settecentomila euro, la “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” aveva incassato dal servizio solo centomila euro: ma l’allora Assessore all’Ambiente On. Fabio De Lillo ha dichiarato che il Bike Sharing non solo non sarebbe stato chiuso ma sarebbe stato implementato grazie al finanziamento di oltre un milione di euro che il Comune di Roma aveva chiesto ed ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e che sarebbe servito per espandere il servizio arrivando a 70 postazioni.
Va messo in evidenza che l’aumento delle postazioni del Bike Sharing è stato promesso solo perché il Comune di Roma aveva ottenuto un finanziamento dal Ministero dell’Ambiente, in proporzione del quale è stato previsto un aumento fino a 70 postazioni, per cui è più che legittimo chiedersi se il Comune di Roma avrebbe pensato di potenziare il servizio anche senza quel finanziamento.
Se si considera che poi il Comune di Roma ha in seguito deciso, come si dirà nel dettaglio più avanti, di affidare il servizio di Bike Sharing a privati che si dovranno accollare anche i costi di realizzazione delle 70 postazioni (per 2 milioni e centomila euro), c’è da chiedersi che fine abbiano fatto i soldi pari ad oltre un milione di euro che il Comune di Roma ha incassato dal Ministero dell’Ambiente.
A novembre del 2010 il sindaco di Londra Boris Johnson, in trasferta nella Città Eterna per una vacanza romana, ha incontrato in forma privata il suo omologo capitolino, Gianni Alemanno, a cui ha suggerito di aumentare le bici in centro.
Ma il Comune di Roma, malgrado il finanziamento ottenuto dal Ministero dell’Ambiente, ha taciuto sino al giugno del 2011, quando l’allora Assessore all’ambiente Marco Visconti (subentrato all’On. Fabio De Lillo) ha presentato un nuovo progetto di Bike Sharing, con cui ha proposto la stessa identica formula di partenza: spazi pubblicitari in cambio della gestione del servizio, concepito solo e sempre per il centro della città.
Con deliberazione n. 284 del 3 agosto 2011 (anche questa rimessa di seguito in allegato) la Giunta Comunale ha infatti deciso di affidare alla “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” il servizio di gestione e sviluppo del Bike Sharing tramite gara ad evidenza pubblica: la deliberazione prevede che la società vincitrice della gara dovrà provvedere al “rinnovo delle n. 29 postazioni esistenti”, alla “realizzazione delle n. 36 postazioni” che sono state “già concordate con la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Roma, da realizzare nei Municipi I e XVII del Comune (Centro storico, Monti, Trastevere, Prati)” e alla “progettazione e realizzazione di ulteriori 5 postazioni al fine di completare il sistema costituito da 70 postazioni, 1000 colonnine ed un parco di 850 biciclette”.
Deliberazione della Giunta Capitolina n. 284 del 3 agosto 2011
La deliberazione prevede anche l’introduzione di modalità di abbonamento, con il giornaliero a 2,50 euro, il mensile a 6 euro e l’annuale a 35 euro, mentre rimane invariata la tariffa di 50 centesimi ogni 30 minuti: la prima mezz’ora sarà però gratuita e le ore successive alla seconda costeranno 2 euro.
Si potrà pagare, oltre che con la tessera ricaricabile, anche con carta di credito o con un sms e i totem saranno alimentati, dove possibile, con pannelli solari: sono state in pratica recepite molte delle critiche ed accolte le proposte avanzate sulle modalità di pagamento del servizio.
Ma gli affezionati al servizio dovranno rassegnarsi ad aspettare tempi biblici, perché la prima postazione dimostrativa dovrà essere realizzata entro 2 mesi dall’aggiudicazione della gara, mentre entro 12 mesi partirà il servizio sperimentale sulle 29 postazioni esistenti e solo entro i 18 mesi “il servizio dovrà essere implementato fino al completamento delle stazioni”: ci vorranno quindi almeno due anni.
Visti “gli alti costi non solo per la fornitura ed installazione delle postazioni e delle biciclette ma soprattutto per la gestione del servizio, necessari per garantire un servizio di Bike Sharing di qualità”, la Giunta Comunale ha pensato di offrire come “contropartita economica” alla società, che probabilmente farà una convenzione con l’Agenzia per la Mobilità, “la possibilità di gestire nuovi impianti pubblicitari sull’intero territorio comunale” per un totale di 1.500 metri quadrati di pannelli pubblicitari di mt. 1,20 x 1,80.
Da più parti sono state portate critiche proprio su questo punto considerato anzitutto un baratto “poco equo”: basti dire che per le 20.600 biciclette previste dal Velib’ a Parigi nel 2006/2007 sono stati messi in palio 1.280 cartelloni da 2 mq e 348 cartelloni da 8 mq., che fanno complessivamente 0,25 mq a bicicletta, mentre per le 850 biciclette previste dal Bike Sharing di Roma si mettono in palio 1.500 mq di impianti pubblicitari, che fanno 1,76 mq a bicicletta.
Il Coordinamento dei ciclisti romani “Di traffico si muore” ha chiesto che “venga concessa una bici per ogni metro quadrato di pubblicità: ergo 1.500 nuove biciclette. Così, forse, riusciremo a far decollare seriamente il servizio”.
Il 10 settembre 2011 l’allora Comitato Promotore della proposta di delibera di iniziativa popolare sul suo blog www.bastacartelloni.blogspot ha rilevato sulla delibera n. 284/2011 e sul Disciplinare di Incarico le seguenti 5 “magagne”.
1 – Illegittimità della deroga al PRIP per la tipologia degli impianti, dal momento che delle dimensioni di mt. 1,20 x 1,80 sono previsti solo cartelli o cassonetti, plancia, vetrina o tabelle che non sono equiparabili ai “pannelli” di cui parla invece la delibera n. 284/2011 e che non sono comunque ammessi nel centro storico.
2 – Illegittimità dei nuovi impianti, dal momento che la pubblicità si può fare solo sulle colonnine del Bike Sharing, sulle pensiline, sulle rastrelliere delle biciclette, sui cartelli o paline che indicano la collocazione del servizio e le istruzioni e su tutti gli altri elementi di arredo urbano funzionali, cioè direttamente connessi strumentalmente al servizio di Bike Sharing e inerenti le postazioni dello stesso, mentre invece nel testo della delibera 284/2011 è affermato che “con il termine ‘funzionali’ si intendono anche quegli impianti pubblicitari collocati disgiuntamente dalle postazioni”.
3 – Illegittimità ed incongruità del valore della contropartita economica. Dividendo la somma dei 2.100.000 euro di investimento per i 12 anni di durata dell’appalto si ha il valore annuo dei 1.500 mq concessi dal Comune: in sostanza al vincitore del bando i 1500 mq di impianti costeranno € 175.000, ovvero € 116 all’anno a metro quadro, quando il canone vigente secondo le tariffe comunali per il tipo di impianto previsto dal bando (120 X 180 con illuminazione) è di circa € 130 al mq.
4 – Illegittimità della durata dell’autorizzazione alle affissioni, prevista per 12 anni, in contrasto con l’art.10 del Regolamento vigente (approvato con delibera 37/2009), giacché questo prevede, senza possibilità di deroga, la durata dell’autorizzazione in cinque anni rinnovabile per una sola volta in altri cinque, per un totale di dieci.
Più o meno con gli stessi motivi di censura il successivo 28 novembre 2011 il Comitato Promotore della proposta di delibera di iniziativa popolare ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento previa sospensione dell’esecuzione della delibera della Giunta Comunale n. 284 del 3 agosto 2011.
L’allora Comitato Promotore della proposta di delibera di iniziativa popolare ha fatto presente la necessità di modificare ed integrare la delibera 284/2011 con alcune disposizioni ritenute assolutamente indispensabili per la buona riuscita del progetto, ovvero:
– utilizzare gli impianti di proprietà comunale già presenti sul territorio, senza prevedere la collocazione di nuovi, oppure far rientrare nella quota di superficie già prevista dal PRIP i 1.500 mq di nuovi impianti, evitando deroghe;
– predisporre il piano di localizzazione, prima della pubblicazione bando, a cura degli uffici competenti e sottoporre il progetto con il previsto procedimento di partecipazione a cittadini e comitati;
– rivedere la valutazione della contropartita economica e quindi il numero di postazioni, di bici;
– inserire e stabilire stringenti requisiti di partecipazione alla gara nonché di criteri di selezione delle imprese;
– disporre che la redazione del bando venga realizzata unitamente al Dipartimento Affissioni.
Il 4 novembre 2011 l’allora Presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma, On. Massimiliano Valeriani (PD) in una lettera inviata agli assessori comunali all’Ambiente e alla Mobilità, Marco Visconti e Antonello Aurigemma, e alla “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” ha contestato la parte del provvedimento che affida alla società che si aggiudicherà il servizio anche 1.500 metri quadrati di spazi pubblicitari per dodici anni, perché anche da lui ritenuti illegittimi, dal momento che i nuovi impianti andranno in deroga al vigente Regolamento sulle affissioni e al futuro Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PRIP).
Per l’On. Valeriani la pubblicità finora connessa al Bike Sharing è stata permessa solo sulle colonnine, sulle pensiline, sulle rastrelliere e sulle biciclette stesse, mentre nella delibera 284/2011, con cui il Comune ha incaricato la “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” di sviluppare il nuovo servizio affidandolo tramite bando alla gestione di una società esterna, è spuntata una formula con cui si concedono gli impianti separati dalle postazioni delle bici: anche l’On. Valeriani si chiede come mai non sia stata valutata la possibilità di utilizzare i 27.000 metri quadri di impianti comunali evitando così l’installazione di nuovi cartelloni.
Per le suddette ragioni il consigliere Pd ha chiesto il ritiro della delibera e il blocco della pubblicazione del bando.
Noncurante di tutte le suddette critiche, la S.r.l. “Roma Servizi per la Mobilità” ha indetto il bando n. 5/2011 che è stato pubblicato il 21 novembre 2011 ed a cui si dedica un apposito articolo.