Sul sito nazionale www.vasonlus.it il 23 luglio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Contro le Grandi Navi le foto capolavoro”, che dava notizia della inaugurazione a Villa Necchi Campiglio a Milano, della mostra fotografica “Mostri a Venezia”, dedicata alle immagini delle grandi navi da crociera che passano di fronte a Piazza San Marco scattate dal grande fotografo Gianni Berengo Gardin. (vedi http://www.vasonlus.it/?p=6363)
Ad esso è seguito il 24 luglio 2015 un articolo dal titolo “Ecco chi ha negato la mostra” che dava notizia fra l’altro della volontà generale di fare anche a Venezia una mostra con le immagini di Gianni Berengo Gardin dedicata al passaggio «claustrofobico» delle Grandi Navi in laguna. (vedi http://www.vasonlus.it/?p=6376)
L’esposizione dei celeberrimi scatti sui “Mostri a Venezia” è stata concordata da mesi con i Musei civici, ma il nuovo sindaco ora vuole farla slittare.
Ne danno notizia i due articoli di Enrico Tantucci pubblicati con questo titolo il 9 agosto 2015 su “La Nuova di Venezia e Mestre”.
Chi ha paura dei “Mostri a Venezia” di Gianni Berengo Gardin?
Le potenti immagini del grande fotografo che documentano il passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco e il loro impatto visivo sulla città storica – già esposte lo scorso anno a Milano, a Villa Necchi Campiglio dal Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano – dovevano finalmente approdare anche in laguna in una mostra concordata da mesi e organizzata dalla Fondazione Musei Civici a Palazzo Ducale e la cui inaugurazione è stata annunciata per il 18 settembre, dopo che la città l’aveva di fatto in precedenza rifiuta, tra le polemiche.
Ma, improvvisamente, due giorni fa, è arrivato il contrordine.
A fermare la mostra sulle grandi navi di Berengo – con il catalogo già in stampa, come riferisce anche il grande fotografo nell’intervista che pubblichiamo a fianco – è stato infatti il nuovo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
Il sindaco infatti ha convocato i vertici della Fondazione Musei – con il presidente Walter Hartsarich e il direttore Gabriella Belli – per comunicare loro l’opportunità di far slittare l’esposizione a data da destinarsi.
Il motivo?
Perché la mostra non suscitasse polemiche e non desse un’immagine solo in negativo del passaggio delle grandi navi a Venezia, in un momento tra l’altro cruciale, con un vertice ministeriale sul problema atteso tra pochi giorni, dopo che il Tar del Veneto ha definitivamente “silurato” il progetto alternativo dello scavo del Canale Contorta-Sant’Angelo, prima sostenuto dall’Autorità portuale di Venezia. (vedi https://www.rodolfobosi.it/il-tar-ferma-il-contorta-ma-spiana-la-strada-al-vittorio-emanuele/)
L’idea esposta da Brugnaro – secondo quanto riferisce anche lo stesso Berengo Gardin – è quella che le sue immagini-denuncia sul passaggio delle grandi navi siano esposte in contemporanea con le tavole del nuovo progetto alternativo al transito in Bacino San Marco, a cui il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa e il sindaco stanno lavorando in sintonia.
Quello del cosiddetto progetto “Tresse Est”, che prevede lo scavo del Canale Vittorio Emanuele e che è già stato “annunciato” come Variante del Contorta-Sant’Angelo alla commissione “Via” del ministero dell’Ambiente, entro novanta giorni.
In questo modo – secondo l’impostazione del sindaco – ci sarebbe nella mostra il momento di denuncia del problema, con le immagini di Berengo Gardin.
Ma anche quello della sua soluzione, con il progetto alternativo “targato” Costa-Brugnaro, che il Governo dovrebbe fare proprio.
Togliendo in pratica – con questo “fritto misto” espositivo – ogni valenza originale alle immagini di Gianni Berengo Gardin e creando così, di fatto, le condizioni per una sua rinuncia.
Di nuova data della mostra al Ducale, infatti, per ora non si parla, anche se si ventila la possibilità che possa essere prevista a fine ottobre.
Ed è singolare che la nuova proposta di Brugnaro ricordi molto quella che il suo “alleato” Costa aveva già fatto a Berengo Gardin lo scorso anno, dopo le polemiche seguite alla sua denuncia di non aver potuto esporre le sue immagini a Venezia.
«Quello che Le propongo», aveva scritto allora Costa al fotografo, ricevendone un cortese rifiuto, «è che, proprio partendo dalle sue opere, negli spazi della mostra si organizzino convegni e incontri sul tema di Venezia e della sua portualità.
Una serie di incontri e seminari che affrontino ogni aspetto della saga sulle grandi navi in una sorta di confronto tra “verità” – più o meno scientifica – e “verità” fotografica».
Un modo astuto, insomma, per “annacquare” l’effetto delle immagini di Berengo Gardin in una sorta di “festival” della crocieristica.
Ora si andrebbe oltre, perché la mostra del Ducale diventerebbe di fatto uno “spot” del progetto Tresse-Vittorio Emanuele.
Usando, anche in questo caso, le immagini di Berengo come sfondo.
Difficile – come pare di capire anche dalle sue dichiarazioni che riportiamo qui a fianco – che un grande fotografo con la reputazione di Gianni Berengo Gardin accetti questa mostra “a mezzo servizio”.
E allora se – come è possibile – rifiuterà, la responsabilità sarà ufficialmente solo sua e il Comune potrà archiviare senza danni questa esposizione “scomoda”, che è evidentemente meglio che a Venezia non si veda.
Almeno fino a quando i “giochi” sulle grandi navi e i progetti alternativi non siano finalmente conclusi.
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Il suddetto articolo è stat6o pubblicato anche su “Eddyburg” con la seguente postilla: “Interessante il confronto tra i due personaggi, Gianni Berengo Gardin e Luigi Brugnaro.
Berengo Gardin è certamente uno dei maggiori poeti della fotocamera, è un maestro che è il prodotto (e il dono) di un’antica cultura della bellezza e della sua rappresentazione.
Luigi Brugnaro è felicemente rappresentato ed espresso da questo episodio, che Tantucci ben racconta.
Due mondi incomunicabili, tra loro in opposizione.
Peccato che i nostri tempi vedano la vittoria dei Brugnaro.
Potrebbe forse far comprendere ai non veneziani che cosa significa il disastro delle Grandi navi in Laguna, così amate da Brugnaro, un’ideuzza, che lanciamo qui: perché non organizzare un tour europeo della mostra di Berengo Gardin?
Alcune battaglie per la salvaguardia di Venezia furono vinte ottenendo l’adesione del parlamento italiano e dall’opinione pubblica europea. alle proteste dei veneziani.
Sul parlamento italiano c’è poco da sperare.
Ma il resto dell’Europa?
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Quella che segue è l’intervista a Gianni Berengo Gardin annunciata da Enrico Tantucci nel suddetto articolo.
«Sono veramente molto arrabbiato per questa situazione. Mi sento preso in giro. La mia impressione è che questo slittamento della mia mostra delle fotografie sulle grandi navi, prevista a Palazzo Ducale, nasconda in realtà la volontà del nuovo sindaco Luigi Brugnaro di non organizzarla».
Gianni Berengo Gardin non ha preso decisamente bene la notizia, comunicatagli solo pochi giorni fa, che la mostra di fotografie sui “Mostri di Venezia” che da circa due anni cerca di portare in laguna, sia rinviata a data da destinarsi rispetto a quella già fissata per la sua apertura: il 18 settembre.
«Non c’è ancora una nuova data certa», spiega ancora il grande fotografo, «e tutto è lasciato nel vago. La motivazione del sindaco per lo slittamento è poi quella che debba diventare una mostra “mista”, dove accanto alle mie fotografie sulle grandi navi, ci siano le tavole del progetto che il Comune sta predisponendo per la via alternativa al passaggio da San Marco.
Ma a me questo non interessa.
Che rapporto ci può essere tra le mie immagini sull’impatto delle navi da crociera su Venezia e queste tavole di un progetto che interessa prima di tutto al sindaco?
Non erano questi gli accordi presi con la Fondazione Musei Civici, non capisco il cambiamento di programma, che credo preluda a una rinuncia definitiva a ospitare la mostra a Venezia, mettendomi nelle condizioni di rifiutare».
Ci sono già delle conseguenze allo stop – almeno temporaneo – alla mostra a Palazzo Ducale con le immagini delle grandi navi di Berengo Gardin.
«In contemporanea con la mostra a Palazzo Ducale», spiega ancora il fotografo, «era prevista la pubblicazione di un catalogo, con contributi critici importanti, a cui tenevo molto.
Saputo del rinvio a data da destinarsi della mostra, abbiamo bloccato tutto.
Voglio anche ricordare che con la Fondazione Musei Civici Veneziani abbiamo stilato un impegno scritto per l’organizzazione di questa mostra a Palazzo Ducale e voglio capire dunque cosa succederà».
Si profilano dunque anche possibili risvolti legali, se tutto dovesse andare a finire nel peggiore dei modi.
Sembra un destino, per Gianni Berengo Gardin, quello di non riuscire a esporre a Venezia in uno spazio pubblico – come vorrebbe – le sue immagini forti, dedicate al problema del passaggio delle grandi navi in bacino di San Marco, dopo averle esposte per la prima volta lo scorso anno, per iniziativa del Fai – il Fondo per l’Ambiente Italiano – a Villa Necchi Campiglio a Milano.
«La mostra a Venezia la voglio fare», dichiarò allora, «ma in uno spazio pubblico, proprio perché il problema del passaggio delle navi da crociera e il loro impatto sulla città è un problema di tutti.
È singolare che il Comune e il sindaco uscente abbiano preso posizioni contro il passaggio delle grandi navi da San Marco e poi non abbiano voluto questa mostra che ne documenta l’impatto.
Nessuno mi ha mai fatto sapere esplicitamente che non voleva la mostra con le immagini delle grandi navi in Bacino, ma mi hanno fatto sapere che c’erano problemi di spazio, di calendario o di natura organizzativa, senza mai arrivare a una risposta precisa, fino a indurmi a rinunciare».
Da Orsoni a Brugnaro, un copione che sembra destinato a ripetersi.