VENEZIA «Qui comando io, quel progetto è una puttanata gigantesca, a Venezia nessuno lo vuole e per questo oggi lo bocciamo in Consiglio comunale».
In un Consiglio acceso e in forte contrapposizione con tutte le opposizioni – e uno scontro personale, in particolare con il consigliere della Lista Casson Nicola Pellicani – il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro giovedì ha «forzato» sull’esame del progetto Venis Cruise (presentato da Duferco e Dp Consulting di Cesare De Piccoli) che prevede la realizzazione di un nuovo terminal crocieristico alla bocca di porto di Lido per evitare il passaggio delle Grandi Navi in Bacino di San Marco. (vedi https://www.rodolfobosi.it/grandi-navi-a-venezia-il-progetto-venis-cruise-2-0-del-gruppo-duferco/)
E invece di limitarsi con la Giunta e il Consiglio a prendere atto e approvare le Osservazioni al progetto – pur molto critiche – della commissione di tecnici comunali che l’ha esaminato, inviandole a Roma, alla Commissione di Valutazione d’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente che sta esaminando il progetto, ha deciso di «bocciarlo», trasformando la valutazione tecnica in un voto politico.
Uno “strappo” che le opposizioni per una volta compatte – Partito Democratico, Lista Casson e Movimento Cinque Stelle – non hanno accettato, decidendo di non partecipare al voto, proprio in dissenso con la forzatura del sindaco.
Che ha polemizzato, in particolare, con Pellicani, quando gli ha ricordato che tutti i progetti alternativi al passaggio delle Grandi Navi in Bacino di San Marco devono essere valutati a Roma dalla Commissione Via.
«Non accetto che si dica che Roma deve dare un giudizio, hai le idee un po’ confuse – ha detto Brugnaro a Pellicani – decide Venezia, quando in ballo ci sono anche 5 mila posti di lavoro della portualità. La città con il voto ha detto che per le Grandi Navi si deve passare da lì (riferendosi al progetto Tresse Est, con lo scavo del canale Vittorio Emanuele, da lui sostenuto ndr) e di lì si va».
«Se è convinto veramente che con il voto i veneziani abbiano detto questo, indica un referendum consultivo», gli ha ribattuto il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Davide Scano.
E sia il capogruppo del Pd Andrea Ferrazzi (con la consigliera Monica Sambo), sia Pellicani, gli hanno ricordato come esistano le leggi e il progetto debba comunque superare il giudizio della Commissione Via.
«Rispetteremo le leggi – ha ribattuto Brugnaro – ma la decisione finale sul progetto delle Grandi Navi deve essere politica e spettare alla città».
Compatta la sua maggioranza nel sostenerlo.
Intanto sul progetto Venise Cruise restano le Osservazioni dei tecnici comunali, molto critiche sul suo impatto ambientale, su quello relativo al funzionamento del Mose, sul traffico acqueo per il trasbordo dei passeggeri dal terminal in mare alla Marittima, sugli effetti negativo sulla pesca.
Il comune chiede anche di essere ammesso alla sedute della Commissione Via sui progetti alternativi.
“A tre anni dal decreto Clini-Passera, Venis Cruise 2.0 è l’unico rimasto all’esame della Via e abbiamo inviato al ministero tutte le risposte alle osservazioni contrarie. Chi continua ad avversare in modo pregiudiziale la nostra proposta dovrebbe riflettere seriamente».
Così avevano puntualizzato alla vigilia del dibattito in un comunicato Duferco e Dp consulting, le società che hanno presentato il progetto per la realizzazione di uno scalo passeggeri per le grandi navi in bocca di porto al Lido. Il riferimento è anche all’amministrazione Brugnaro, che ha una sua soluzione alternativa: far arrivare le grandi navi passeggeri in Marittima dal canale dei Petroli, voltando (e scavando) per le Tresse e il Vittorio Emanuele. «Il ministero non ha accolto l’ennesima contestazione dell’Autorità portuale sulla sussistenza del pubblico interesse dell’opera», insistono i proponenti, «e ha confermato che Venis Cruise 2.0 rientra negli interventi compresi nel programma infrastrutture strategiche approvato dal Cipe e pertanto incardinato nelle norme della legge obiettivo». |
(Articolo di Enrico Tantucci, pubblicato con questo titolo il 25 settembre 2015 sul quotidiano “La Nuova di Venezia e Mestre”)