Isidro Baldenegro Lopez, un dirigente indigeno messicano noto nel mondo per le sue battaglie ambientaliste e vincitore del Premio Goldman – il maggior riconoscimento internazionale per la difesa dell’ambiente – è stato ucciso nella sua comunità nelle montagne della Sierra Madre settentrionale, nello stato di Chihuahua, da un gruppo di uomini armati.
Baldenegro è il secondo attivista al quale era stato concesso il Premio Goldman ucciso in America Latina negli ultimi 12 mesi, dopo l’omicidio dell’honduregna Berta Caceres, nel marzo dell’anno scorso.
Ma nel 2016 era stata uccisa in Honduras un’altra attivista, Lesbia Yaneth Urquia, che apparteneva alla ong Consiglio delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh), organismo fondato da Berta Caceres.
Dalla sua comunità di Coloradas de la Virgen, nella località di Guadalupe y Calvo, Baldenegro, ha promosso numerose battaglie contro la deforestazione selvaggia e per la protezione della Sierra Tarahumara, finendo nel mirino delle autorità locali.
Nel 2003 era perfino finito in carcere, accusato di possesso di stupefacenti e di armi da guerra, ma la giustizia aveva dovuto liberarlo dopo una vasta campagna internazionale a suo favore, durante la quale Amnesty International lo aveva adottato come prigioniero di coscienza.
Nel 2005 è diventato uno dei quattro dirigenti messicani ad essere riconosciuti con il Premio per l’Ambiente della Fondazione Goldman, considerato il “Nobel Verde”, ma si era comunque visto obbligato a mantenere un profilo basso ed esiliarsi dalla sua comunità, a causa delle costanti minacce contro la sua vita.
“L’uccisione di Isidro ci indigna e ci preoccupa. Non disponiamo dell’informazione sufficiente per stabilire chi è il colpevole di questo omicidio. Dal 2007 a questa parte non esiste più una distinzione chiara fra caporali locali, tagliaboschi e narcotrafficanti“, ha detto al quotidiano Norte Digital una militante ambientalista che ha voluto restare anonima.
(ANSA del 19 gennaio 2017, ore 20:13)