Con funzione di frangivento per la difesa delle colture agricole delle aree retrostanti dai venti salsi di provenienza marina, negli anni intorno al 1950 l’Ente Regionale per lo Sviluppo Agricolo del Lazio (in sigla E.R.S.A.L.) ha impiantato la pineta oggi denominata “La Frasca” nell’area che è diventata poi proprietà della Agenzia Regionale Innovazione e Sviluppo Agricoltura Lazio (in sigla A.R.S.I.A.L.) e che è antistante il sistema marino ricompreso tra Punta S. Agostino e Punta della Mattonara, esteso per ca. 3,2 km nel territorio di Civitavecchia e per altri 700 m circa nel territorio di Tarquinia.
Punta La Mattonara
La pineta è stata dichiarata bene di notevole interesse ambientale con D.M. del 1975 ed è stata sottoposta, relativamente all’entroterra e alla fascia costiera, a vincolo di inedificabilità ai sensi dell’art. 1 ter della cosiddetta “legge Galasso” n. 431 del 1985.
Nonostante i danni poi portati al patrimonio selviculturale, la flora e la fauna della zona “La Frasca” sono estremamente vari: anche per tali motivi il Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) ambito territoriale n. 2 denominato “Litorale nord”, adottato dalla Giunta Regionale del Lazio con deliberazione n. 2268 del 1987 e poi definitivamente approvato con la legge regionale n. 24/1998, ha inserito la pineta fra le aree boscate “Beni A5 – Boschi di tutela integrale”.
Notevolissima anche dal punto di vista archeologico è rilevanza del sito, qualificato nel P.T.P. n. 2 come “zona archeologica a tutela orientata”.
Sono documentate inoltre testimonianze relative all’epoca preistorica e protostorica e soprattutto all’età romana.
Inoltre il fondale antistante, è costituito da un Habitat prioritario per Natura 2000, ossia una prateria di Posidonia Oceanica e a tal fine perimetrato nel SIC IT6000005 – “Fondali tra Punta Sant’Agostino e Punta della Mattonara”.
I lavori di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord hanno poi causato la distruzione di lembi di pineta per trasformarli in aree cantieristiche e la realizzazione delle opere a mare per la costruzione del molo carbonifero ha di fatto concretizzato un’importante erosione del SIC.
Costituendo la prima importante interruzione di un continuum fortemente antropizzato ed alterato e sotto questo profilo, oltre che per l’intrinseco valore naturalistico ed archeologico, un patrimonio la cui preservazione si impone come di fondamentale importanza, il sito è stato inserito nel progetto Oloferne del WWF, che tra il 1995 ed 1996 ha censito i tratti di costa di sviluppo di almeno 3 km liberi da opere umane.
L’ipotizzato sviluppo del Porto in direzione nord ha portato a redigere fin dal 2006 un progetto di massima di un “Terminal Asia o Cina” costituito da una cassa di colmata a mare di 3.000.000 mc., da una banchina lunga ca. 1 Km e 700 m e larga tra i 400 e i 600 m. per una superficie di 1.000.000 di mq., da un nuovo antemurale di ca. 2 Km, da una bretella stradale di 5 KM e da un tronco ferroviario di 1 Km e 600 m., il tutto collocato immediatamente a nord di Torre Valdaliga fino a occupare per qualche centinaio di metri la costa prospiciente al primo tratto superstite della pineta, da un cinema multisala, da discoteche e opere varie di urbanizzazione, nonché di un porticciolo turistico di 950 posti barca, 1000 parcheggi più un area variabile da un minimo di 8 ettari a un massimo di 16 ettari ricavata interrando materiale d’escavo, dove saranno collocati due cantieri navali ed annesse infrastrutture.
La realizzazione di un simile progetto comporterebbe la pressoché totale e definitiva cancellazione dei fondali protetti dalla Comunità Europea e della pineta, tristemente sostituiti con banchine in mare e piazzali per deposito di container nell’entroterra, di cui peraltro non vi è alcun bisogno anche a detta di molti operatori portuali.
Proprio per tutelare questo biotopo di straordinaria importanza “La Frasca” è stata inserita nelle prescrizioni delle varie Valutazioni d’Impatto Ambientale (V.I.A.) relative al porto e alla centrale.
Nel decreto V.I.A. 2935/97, relativo al piano regolatore portuale, è stato prescritto un progetto di riqualificazione ambientale che preveda un sistema di opere a verde da realizzarsi attraverso la messa a dimora di specie arboree ed arbustive rispettose dei caratteri fitoclimatici locali raccomandando che “dovrà essere evitata l’eccessiva infrastrutturazione“ anche “in riferimento alla localizzazione dei previsti interventi di supporto alla balneazione (aree di sosta, nuclei di servizio, piattaforme e pontili)”.
Nel decreto V.I.A. 6923/2002 “La Frasca” viene definita l’elemento di maggior pregio ambientale sull’area e per la quale si evidenziano la destinazione a tutela integrale prescritta dal P.T.P. n. 2 e l’esistenza di diversi vincoli ambientali di altrettanta inedificabilità e si ribadiscono le prescrizioni contenute nel precedente decreto Via 2935/97.
Infine nel decreto VIA 680/03, relativo alla riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord “La Frasca” viene nominata solamente per rendere noto che è sito SIC e viene definita Parco Urbano.
Per difendere il territorio e la popolazione dalla progetta opera di distruzione che priverebbe Civitavecchia dell’ultimo tratto di costa fruibile, salvaguardare il tessuto economico e sociale dell’alto Lazio e valorizzare l’unico e ultimo polmone verde della città, a settembre del 2008 le associazioni ambientaliste Forum Ambientalista, Italia Nostra e WWF, unitamente all’associazione locale TNT, hanno indetto una Petizione a sostegno della istituzione del monumento naturale La Frasca”.
Il Piano Territoriale Provinciale Generale (P.T.P.G.) della Provincia di Roma, approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n. 1 del 18 gennaio 2010, ha nel frattempo inserito “nell’elenco delle aree protette“. il sito per la cui tutela le associazioni si stanno battendo assieme al WWF dal 2006.
In forza anche del suddetto risultato le associazioni ambientaliste Forum Ambientalista, Italia Nostra e WWF, unitamente all’associazione locale TNT, a luglio del 2010 le associazioni ambientaliste Forum Ambientalista, Italia Nostra e WWF, unitamente all’associazione locale TNT, hanno fatto richiesta all’allora Assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti affinché istituisse il monumento naturale “La Frasca” ed hanno proposto che il trasferimento delle aree dall’ARSIAL al Comune di Civitavecchia avvenga solo dopo la conclusione, da parte della Regione, dell’ormai ineludibile iter amministrativo di istituzione del Monumento naturale.
Il 10 giugno 2011 centinaia di cittadini hanno partecipato ad una manifestazione di protesta contro lo scellerato abbattimento di quasi 2000 pini alla Frasca e che è stato letto da chiunque non fosse in malafede come correlato, anche se indirettamente, con i progetti di cementificazione dell’intera area.
Con un Comunicato Stampa dell’ARSIAL del 6 giugno 2011 è stato replicato ad un articolo redazionale comparso su “TRC giornale.it – il giornale web di Civitavecchia e del comprensorio” di sabato 4 giugno 2011, dal titolo “Strage di pini alla Frasca, tagliati centinaia di esemplari”, dimostrando che si è tratto di un taglio fitosanitario della pineta per debellare l’attacco del temibile coleottero Tomicus destruens, uno scolitide blastofago del pino che depone le uova sotto la corteccia delle piante morte o fortemente deperienti, per poi sfarfallare nello stadio di adulto andando a nutrirsi dei germogli delle piante sane.
È stato altresì precisato che nel “Progetto sommario per la realizzazione degli interventi di taglio selettivo con finalità fitosanitarie della pineta di Civitavecchia – Roma” sono state fatte proprie e comunque tenute nella massima considerazione le preoccupazioni del mondo ambientalista.
L’attaccamento della popolazione per questo sito è stata dimostrata in seguito anche dai numerosi voti ottenuti nell’ambito del 4’ censimento “I luoghi del cuore” promosso nel 2012 dal Fondo per l’Ambiente Italiano (F.A.I.), che chiamava i cittadini italiani a votare i siti meritevoli di tutela e di particolare valore affettivo per la popolazione, nell’ambito del quale “La Frasca” è risultata il 3° sito del Lazio e 37° in tutta Italia sui 6.000 luoghi segnalati dagli italiani.
In forza anche del suddetto risultato le associazioni ambientaliste Forum Ambientalista, Italia Nostra e WWF, unitamente all’associazione locale TNT, hanno riproposto l’apposizione di un vincolo di protezione tramite l’istituzione di un Monumento Naturale che perimetri l’intera area, dal confine con gli impianti termoelettrici di Torre Valdaliga Nord, per tutta l’estensione verso nord della pineta “La Frasca”.
La richiesta è stata supportata dalla petizione già sottoscritta dalle firme di centinaia di cittadini, ed è stata sposata anche dalla IV Circoscrizione, nella cui competenza rientra l’area in questione, peraltro unica circoscrizione cittadina di centrosinistra.
Senza discutere con alcuno della vicenda a tale istituzione si sono dichiarati contrari con una lettera congiunta gli allora sindaci del Comune di Civitavecchia Giovanni Moscherini (centrodestra) e del Comune di Tarquinia Mauro Mazzola (centrosinistra).
La lista “Civitavecchia è tua”, che aveva presentato Simona Ricotti responsabile della sezione civitavecchiese del Forum Ambientalista quale candidata a sindaco, ha inviato una lettera aperta all’attuale sindaco Pietro Tidei (PD) che aveva vinto le elezioni superando al ballottaggio il sindaco uscente Giovanni Moscherini, nella quale, preso atto delle volontà espresse dal nuovo primo cittadino, ha avanzato delle precise proposte per alcuni settori.
Per “La Frasca” ha chiesto che l’Amministrazione Comunale si faccia parte attiva nel sostenere la proposta avanzata dalle associazioni ambientaliste, di istituzione del Monumento Naturale “La Frasca” che ben si coniuga con il già presentato progetto di riqualificazione ambientale presentato dall’Autorità Portuale in ottemperanza alle prescrizioni dei decreti V.I.A. 6923/2002 e 2935/97 relativi al piano regolatore portuale. In tal senso è estremamente importante che il Comune ritiri il precedente parere negativo espresso con nota prot 22068 del 26 luglio 2008, emani un nuovo parere positivo e faccia pressione sulla Presidente della Regione affinché venga completato l’iter con la firma del decreto di istituzione. E’ altresì importante che il Comune si attivi affinché l’Autorità portuale concretizzi finalmente, in tempi estremamente brevi, il progetto di riqualificazione della Frasca, vigilando affinché lo stesso rispetti il criterio di evitare l’eccessiva infrastrutturazione anche in riferimento “alla localizzazione dei previsti interventi di supporto alla balneazione (aree di sosta, nuclei di servizio, piattaforme e pontili)” come prescritto nei citati decreti V.I.A. .
Alla fine del mese di settembre 2013 il consigliere regionale Gino De Paolis (SEL) ha fatto sapere di aver ripescato un iter già avviato e di avere parlato con l’Assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri che ha assicurato di dare ad esso attuazione in tempi relativamente brevi.
Gino De Paolis ha ricordato che nella zona in questione è previsto un parco archeologico con il quale andrà ad integrarsi il monumento naturale.
Gino De Paolis
Per promuovere “La Frasca” quale monumento naturale il capogruppo comunale di S.E.L. Ismaele De Crescenzo ha fatto sapere di avere presentato una proposta di delibera che verrà discusso nella Commissione competente per passare poi all’approvazione della Giunta Comunale di Civitavecchia.
Ismaele De Crescenzo
Con l’ Ordine del giorno n. 34 del 2 ottobre 2013 firmato da tutti e 7 i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno impegnato “il Presidente della Regione e la Giunta a promuovere le procedure necessarie, ai sensi della l.r. 24/98, per l’istituzione di un Monumento Naturale che perimetri l’intera area, dal confine con gli impianti termoelettrici di Torre Valdaliga Nord, per tutta l’estensione verso nord della pineta ‘La Frasca’ ”.
Quanto tempo ancora si dovrà aspettare per vedere istituito questo monumento naturale ?