Lo stop è definitivo.
E perché l’operazione possa ripartire, sarà necessario che venga presentato un nuovo progetto, in sostituzione di quello firmato dall’archistar Mario Botta, pensato per occupare 132mila metri quadrati oggi destinati alle coltivazioni.
Il Parco agricolo Sud dice no a Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria: l’imprenditore aveva progettato di spostare tra il verde del parco gli uffici e la sede principale della Mapei spa, la società specializzata nella produzione di materiali chimici per l’edilizia di cui è amministratore unico.
A mettere il veto, con una delibera votata all’unanimità, è stato però ieri il Consiglio direttivo del Parco, espressione della Città metropolitana guidata da Giuliano Pisapia.
Il Consiglio conta undici membri, di cui quattro della Città (tra cui il presidente Michela Palestra).
E poi un componente per Palazzo Marino, uno per le associazioni ambientaliste e uno per gli agricoltori, e poi i sindaci di Opera, Cusago, Peschiera Borromeo e Pieve Emanuele.
Il progetto della Mapei risale a un anno fa, ed era stato approvato – due settimane prima della scadenza del mandato – dall’ex Provincia di Guido Podestà.
Prevedeva la costruzione della nuova sede della società su tredici ettari dentro il parco, di cui una decina da edificare.
Il no di ieri, che segue un primo orientamento espresso a luglio, impedisce la firma dell’accordo di programma, richiesto dal Comune di Mediglia nel cui territorio sarebbe ricaduta la nuova costruzione.
Motivo, il fatto che «la proposta contrasta con tutti i livelli di pianificazione territoriale esistenti, e con la vocazione agricola e rurale del Parco Sud».
Non solo un no al cemento, quindi, ma soprattutto «alla realizzazione di un sito industriale all’interno di un’area agricola – spiega Michela Palestra, incaricata da Pisapia di presiedere il Consiglio direttivo, e sindaco di Arese – in aperto contrasto con la ragion d’essere del parco stesso, che è quella di tutelare l’agricoltura».
A far valutare negativamente l’operazione, anche l’idea della Mapei di non assumere per il momento nuovi lavoratori, con ricadute positive in termini occupazionali sul territorio.
Ma di limitarsi soltanto a usarli per riorganizzare le sue attuali risorse, nonostante la costruzione dei nuovi spazi.
E adesso?
«Il ruolo del Parco era quello di valutare la proposta così com’era – dice Palestra – . Se ci saranno delle riformulazioni al progetto, le valuteremo se ancora di nostra competenza».
Tradotto: se ne potrà riparlare qualora il gruppo di Squinzi presenti un nuovo progetto.
Con un impatto minore, se non nullo, sul Parco Sud.
(articolo di Alessandra Corica pubblicato il 10 settembre 20915 sulla cronaca di Milano del quotidiano “La Repubblica”)