Sulla cronaca di Roma del quotidiano “La Repubblica” del 14 gennaio 2015 è stata pubblicata la seguente intervista che la giornalista Giulia Cerasi ha fatto all’Assessore Marta Leonori.
Lo stesso giorno l’articolo è stato pubblicato anche sul sito web dello stesso quotidiano (http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/01/14/news/leonori_e_contro_cartellopoli_arrivano_gli_impianti_col_gps-104921092/).
L’Assessore fa sapere che “il 30 dicembre la giunta ha affidato ad Aequa Roma il compito di realizzare, entro tre mesi, i cosiddetti piani di localizzazione”, confermando quanto avevo riportato in questo stesso sito proprio quel giorno (vedi https://www.rodolfobosi.it/prip-la-giunta-capitolina-ha-approvato-la-delibera-di-incarico-per-la-redazione-dei-piani-di-localizzazione/#more-14274).
Ma la deliberazione non è stata a tutt’oggi ancora pubblicata on line sul sito del Comune di Roma.
A tutto il 12 gennaio scorso sul sito web del Comune di Roma figuravano le deliberazioni della Giunta Capitolina approvate fino al 15 dicembre dell’anno scorso: il 12 gennaio è stato fatto un aggiornamento che è arrivato a pubblicare fino alla deliberazione n. 393 del 30 dicembre 2014 relativa alla adozione dello schema di programma triennale dei LL. PP. 2015-2017.
Se ci sono voluti la bellezza di 27 giorni per fare un aggiornamento, c’è da chiedersi se bisogna allora aspettare un altro mese circa per vedere finalmente pubblicata questa benedetta delibera e conoscere soprattutto i criteri che la Giunta Capitolina ha ufficialmente dettato alla S.p.A. “Aequa Roma” per la redazione dei 15 Piani di Localizzazione.
Nell’intervista rilasciata a “La Repubblica” l’Assessore Leonori ne anticipa i contenuti che intendo valutare riportando di seguito isolatamente in grassetto di colore blu le singole risposte date nell’intervista, per portare in corrispondenza di ognuna di esse un mio commento.
Tengo a precisare che i commenti che riporto in grassetto di colore rosso e che hanno per lo più il carattere della puntualizzazione (talora anche fin troppo cavillosa) non vogliono essere di certo un appunto o addirittura una contestazione di quanto dichiarato dall’Assessore Leonori, ma hanno semplicemente la dichiarata finalità di dare in particolare a chi legge e soprattutto ai meno addetti ai lavori un maggiore chiarimento sulle questioni man mano affrontate dall’Assessore, finalizzato ad evitare possibili equivoci se non interpretazioni sbagliate.
“DOPO vent’anni, anche a Roma è stato approvato il Piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip), che ha ridisegnato i criteri per la presenza dei cartelloni su strade e piazze. Ora, grazie ai piani di localizzazione che saranno redatti entro marzo e alla gara che sarà indetta entro settembre, riporteremo finalmente il decoro in città“. A tracciare la road map per mettere fine alla “cartellopoli” capitolina è l’assessore al Commercio, Marta Leonori.
L’assessore parla di “piani di localizzazione che saranno redatti entro marzo”, facendo così sapere che la deliberazione della Giunta Capitolina dovrebbe aver dato 90 giorni di tempo entro cui finire di redigere i 15 Piani di Localizzazione e non entro cui approvarli definitivamente.
L’art. 32 della normativa tecnica di attuazione del PRIP, approvata con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014 , è relativo alla “Approvazione dei piani di localizzazione” e prevede:
- la pubblicazione on line degli elaborati di tutti i Piani di Localizzazione così come adottati dalla Giunta Capitolina dopo la avvenuta loro redazione da parte di “Aequa Roma” e conseguente consegna entro il prossimo mese di marzo;
- la presentazione di “contributi partecipativi (osservazioni, istanze, proposte)” da parte di chiunque ne abbia interesse;
- l’espressione del “parere” di competenza da parte dei Consigli dei 15 Municipi di Roma;
- le controdeduzioni e la contestuale approvazione dei 15 Piani di Localizzazione da parte della Giunta Capitolina.
Ne deriva che l’approvazione definitiva dei 15 Piani di Localizzazione dovrebbe avvenire tutt’al più entro il prossimo mese di maggio, vale a dire 2 mesi dopo la loro adozione.
L’assessore parla anche di una “gara che sarà indetta entro settembre”.
Faccio anzitutto presente ai non addetti ai lavori che non ci sarà una sola “gara”, dal momento che il comma 1 Bis dell’art. 7 del nuovo “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”, così come approvato con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, stabilisce che “il territorio capitolino viene suddiviso in massimo 10 lotti” e che quindi dovrebbero esserci al massimo 10 “gare” e comunque non una sola gara.
Metto in evidenza in secondo luogo che i bandi di gara possono e debbono essere indetti subito dopo l’approvazione definitiva dei 15 Piani di Localizzazione, che come da me poco sopra calcolato dovrebbe avvenire entro la fine del mese di maggio, per cui non si capiscono le ragioni per cui i futuri bandi di gara dovrebbero essere indetti a settembre, vale a dire con 3-4 mesi di ritardo.
Questa considerazione non è di secondaria importanza se si vuole entrare a regime entro quest’anno: a tal riguardo si deve tener conto infatti che i bandi di gare, specie per il servizio di Bike Sharing, saranno a livello internazionale e che il tempo che occorre per espletarli (dalla pubblicazione alla aggiudicazione) è mediamente di 6 mesi, per cui si può sicuramente entrare a regime se verranno pubblicati al massimo entro la metà del prossimo mese di giugno e non certo a settembre.
Assessore, l’Aula ha approvato il Prip in luglio, cosa è stato fatto da allora?
“Il 30 dicembre la giunta ha affidato ad Aequa Roma il compito di realizzare, entro tre mesi, i cosiddetti piani di localizzazione, vale a dire una mappa municipio per municipio, strada per strada, di quanti e quali impianti potranno essere installati. A fine anno, infatti, sono scadute le concessioni degli attuali cartelloni, che per la prima volta non saranno prorogate ma messe a gara“.
Il 9° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità ha stabilito che “gli impianti riconducibili alla procedura di riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio fino al 31/12/2014, senza possibilità di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”.
Ne deriva che “le concessioni degli attuali cartelloni” del riordino sono effettivamente scadute il 31 dicembre del 2014, ma sono state però anche prorogate fino all’espletamento “delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”, che quindi avverrà dopo l’indizione dei bandi di gara, vale a dire dopo il prossimo mese di settembre: ne deriva che fino a tale data tutti gli impianti pubblicitari facenti parte della procedura di “riordino” permangono sul territorio di Roma.
L’Assessore parla di “concessioni degli attuali cartelloni, che per la prima volta … saranno … messe a gara“.
Al riguardo debbo solo puntualizzare che ad essere messe a gara non saranno le concessioni degli impianti del “riordino”, ma il rilascio delle concessioni relative ai futuri nuovi impianti pubblicitari da installare nel numero e soprattutto nelle posizioni individuate sul territorio di ogni Municipio dai 15 Piani di Localizzazione: a conferma viene l’ultimo periodo del 9° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità che dispone che “non si procede al rilascio dei singoli atti autorizzatori relativamente agli impianti predetti”.
Quali impianti saranno permessi?
“Intanto la superficie diminuirà dagli attuali 224mila metri quadrati a non più di 138mila. La delibera prevede poi 5 diversi tipi di impianti: quelli per pubbliche affissioni, di cui il 10% sarà destinato alla comunicazione politico-sindacale; gli Spqr; quelli di servizio, con una quota destinata ai municipi; quelli privati in area pubblica, divisi in lotti destinati anche al bike sharing, ai servizi di pubblica utilità e al circuito cultura e spettacolo; e quelli privati in area privata, in cui è prevista anche la pubblicità nei mercati e sulle edicole“.
Preciso anzitutto che i 138.000 mq. di superficie espositiva complessiva a cui il PRIP è ora sceso rispetto agli iniziali 162.500 mq., dopo che la S.p.A. “Aequa Roma” ha corretto gli errori materiali da me rilevati, sono comprensivi anche della superficie espositiva riservata agli impianti privati in area privata.
L’Assessore afferma che “La delibera prevede poi 5 diversi tipi di impianti”, che corrispondono esattamente alle 5 “macrodistinzioni” da me fatte nell’articolo pubblicato l’8 gennaio 2015 su questo stesso sito dal titolo “PRIP: la redazione per “circuiti” dei 15 Piani di Localizzazione” (https://www.rodolfobosi.it/prip-la-redazione-per-circuiti-dei-15-piani-di-localizzazione/)
Rispetto al mio articolo l’Assessore Leonori precisa che:
- il 10% degli impianti per pubbliche affissioni “sarà destinato alla comunicazione politico-sindacale”;
- una quota degli impianti di servizio (paline con orologio e parapedonali) sarà “destinata ai municipi”;
- gli impianti privati in area pubblica saranno “divisi in lotti destinati anche al bike sharing, ai servizi di pubblica utilità e al circuito cultura e spettacolo”, lasciando presupporre gli stessi 3 specifici “circuiti” da me indicati nell’articolo sopra richiamato;
- la “pubblicità nei mercati e sulle edicole” sarà prevista anche per “gli impianti in area privata”, oltre che ovviamente per quelli in area pubblica.
La delibera prevede che i cartelloni siano tutti uguali?
“Una commissione sta lavorando per definire un’estetica unica. Ogni cartellone sarà inoltre dotato di un sistema che ne permetterà la geolocalizzazione e quindi anche il controllo, da parte sia del Comune che dei cittadini, tramite internet o con un’app. Oltre alla scheda della singola installazione, si potrà capire chi è la società concessionaria, se è in regola con i pagamenti, ma anche segnalare eventuali rotture. Con aumento della trasparenza e diminuzione dell’abusivismo“.
A più riprese l’Assessore Leonori si è dichiarata contraria alla attuale forma degli impianti, così come illustrati nelle sintetiche schede tecniche allegate alle norme di attuazione del PRIP: vengo ora a sapere che ha voluto costituire una apposita commissione per definire un’estetica unica che presumibilmente imporrà in tutti i futuri bandi di gara.
Quanto alla “geolocalizzazione” di cui sarà dotato ogni futuro impianto faccio presente che l’articolo pubblicato su “La Repubblica” ha il seguente titolo: “Leonori: “ E contro Cartellopoli arrivano gli impianti col Gps”.
Il Sistema di Posizionamento Globale (in inglese: Global Positioning System, abbreviato GPS, a sua volta abbreviazione di NAVSTAR GPS, acronimo di NAVigation Satellite Timing And Ranging Global Positioning System o di NAVigation Signal Timing And Ranging Global Position System) è un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile che, attraverso una rete satellitare dedicata di satelliti artificiali in orbita, fornisce ad un terminale mobile o ricevitore GPS informazioni sulle sue coordinate geografiche ed orario, in ogni condizione meteorologica, ovunque sulla Terra.
L’eventuale utilizzo del GPS è stato previsto già dalla fine del 2011 quando la Commissione Commercio presieduta all’epoca da Ugo Cassone ha approvato un maxi-emendamento che prevedeva fra l’altro la seguente disposizione: “A partire dal 01/01/2012 verranno studiate procedure tecnologiche per il controllo elettronico satellitare degli impianti sul territorio”.
A novembre del 2012 la stessa Commissione Commercio ha approvato un nuovo emendamento sostitutivo di quello dell’anno prima che fra l’altro conteneva la seguente disposizione: “Entro il ….. i titolari di impianti per la pubblicità e le pubbliche affissioni esistenti sul territorio di Roma Capitale dovranno dotare a propria cura e spese ogni impianto di un supporto elettronico che ne consenta la immediata identificazione sul territorio. Sarà inoltre onere del titolare dell’impianto stesso mantenere il supporto elettronico in perfetto stato di funzionamento e di manutenzione.”
Ma il riferimento che fa oggi l’Assessore Leonori ad un “controllo, da parte sia del Comune che dei cittadini, tramite internet o con un’app” lascia chiaramente intendere che si sta parlando di WebGis, vale a dire di sistemi informativi geografici (GIS) pubblicati su web.
Un WebGIS è quindi l’estensione al web degli applicativi nati e sviluppati per gestire la cartografia numerica: un progetto WebGIS si distingue quindi da un progetto GIS per le specifiche finalità di comunicazione e di condivisione delle informazioni con altri utenti.
Gli esempi più noti di WebGIS sono gli applicativi web per la localizzazione cartografica, gli stradari oppure gli atlanti on-line. Le applicazioni WebGIS sono utilizzabili attraverso i browser internet, talvolta con l’impiego di specifici plugin, oppure per mezzo di software distinti come Google Earth.
Altri esempi tipici di applicazioni GIS pubblicate in versione WebGIS sono i sistemi informativi territoriali (SIT) delle Regioni e di diversi Comuni: questi rendono accessibili ai cittadini informazioni di carattere ambientale, urbanistico, territoriale offendo una navigazione su base cartografica delle stesse.
Si passa così dal concetto di “geolocalizzazione” al concetto di “georeferenziazione” con cui si intende l’attribuzione a un dato di un’informazione relativa alla sua dislocazione geografica, che va quindi oltre la mera posizione sul territorio di ogni impianto pubblicitario.
A tal ultimo riguardo c’è da sapere che fin dal 2009, data dell’incarico di redigere il PRIP, la S.p.A. “Aequa Roma” si è avvalsa della collaborazione della DeA società di ingegneria Srl, in breve DeAssociati, che è una società di ingegneria specializzata nella ricerca, nella consulenza e nella progettazione in campo urbano e territoriale, ma che opera anche nell’ambito dei sistemi informativi territoriali.
In tale ambito, come si evince dal suo sito, la DEA Associati ha elaborato la “progettazione di un sistema informativo territoriale esteso all’intero territorio del comune di Roma per la gestione del piano regolatore dell’impiantistica pubblicitaria”, con la “realizzazione dei layer relativi ai vincoli paesaggistici, alla disciplina urbanistica e alla rete stradale”, precisando che “il Gis permette la pianificazione dei nuovi impianti pubblicitari e il controllo e la gestione di quelli esistenti, anche per contrastare l’abusivismo”.
In pratica il sistema WebGis che sta utilizzando la S.p.A. “Aequa Roma” consente di effettuare la pianificazione dei 15 Piani di Localizzazione corredando ogni posizione individuata per installarvi tutti i futuri impianti pubblicitari (da mettere a gara) di un meccanismo che consente la “gestione” in tutti i sensi di ogni singolo futuro impianto (dalla concessione che lo autorizza, alla regolarità dei pagamenti dei CIP, ecc. ecc.).
In questo senso è fortemente riduttivo immaginare il sistema WebGps soltanto come un mezzo per combattere l’abusivismo, considerato che una volta arrivati a regime sparirà del tutto la caotica “cartellopoli” in cui ancora versa la città di Roma e che giustificava fin tanto che rimaneva tale e quale l’uso del GPS per combattere un abusivismo, che una volta a regime scomparirà invece definitivamente.
Varie ditte pubblicitarie hanno però fatto ricorso al Tar contro il nuovo Prip, non ha paura di uno stallo o di uno stop definitivo?
“Il Tar per ora ha concesso solo più tempo alle ditte per riconvertire i cartelloni 4×3 in 3×2, anche se già il 60% circa è stato sostituito dalle stesse società. In attesa che i giudici si pronuncino il 20 maggio, abbiamo stabilito una moratoria di 180 giorni per la ricollocazione e l’adeguamento dei vecchi impianti secondo le regole del Prip e abbiamo sospeso la sperimentazione prevista per viale dell’Oceano Pacifico. Quanto ai contenuti, stiamo predisponendo un accordo con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che monitorerà i messaggi e dirimerà le controversie“.
Su questo stesso sito il 13 gennaio 2015 ho pubblicato un articolo dal titolo “La controversa questione della data da cui dovrebbe decorrere la conversione di tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3”, che si chiudeva nel seguente modo: “Dal momento che anche da prima del 1 gennaio 2015 stanno imperversando in tutta Roma riconversione di impianti di mt. 4 x 3 in impianti di mt. 3 x 2, sarebbe più che opportuno che il Comune precisi ufficialmente se queste operazioni sono legittimate oppure no dall’Ordinanza del TAR, precisando anche e soprattutto che ogni impianti di mt. 4 x 3 può essere convertito in un solo impianto di mt. 3 x 2, perdendo conseguentemente i rimanenti 6 mq. di superficie espositiva.” (https://www.rodolfobosi.it/la-controversa-questione-della-data-da-cui-dovrebbe-decorrere-la-rimozione-conversione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/#more-14598)
Con la suddetta risposta l’Assessore Leonori ha fatto capire che interpreta l’Ordinanza del TAR del Lazio nel senso che avrebbe prorogato fino al prossimo 20 maggio la scadenza del 31 gennaio 2015., calcolata dal dott. Francesco Paciello, e non la decorrenza invece del 1 gennaio 2015 prevista nel 1° comma della’rt. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità.
Per di più al riguardo mi è stato dato nel frattempo un chiarimento secondo il quale la decorrenza del 1 gennaio 2015 riportata nel testo del 1° comma dell’art. 34 non sarebbe riferita agli impianti di mt. 4 x 3, ma soltanto agli impianti di dimensioni superiori ai 12 mq., di cui fa espresso divieto la lettera b) del 2° comma dell’art. 4 del nuovo Regolamento di Pubblicità.
Mi sento di obiettare al riguardo che la Seconda Sezione del TAR del Lazio parla espressamente di “fissazione al 1° gennaio 2015 del termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3” e che ad ogni modo, pur restando fermo il divieto imposto dall’art. 4 soltanto per gli impianti di formato superiore ai mt. 4 x 3, il testo del 1° comma del successivo art. 34 parla testualmente di “formati di dimensioni UGUALI o superiori a quelli di cui all’art. 4 comma 2 lett. b)”.
Quale che sia la giusta “interpretazione” del dettato dell’Ordinanza del TAR del Lazio, mi sta più che bene la conversione di tutti gli impianti di mt. 4 x 3 se intesa che può essere effettuata come da me auspicato “in un solo impianto di mt. 3 x 2, perdendo conseguentemente i rimanenti 6 mq. di superficie espositiva”, perché a parità di numero di impianti che rimane sul territorio si viene però a dimezzare addirittura l’impatto ambientale e visivo sull’intera città di Roma.
La conversione degli impianti di mt. 4 x 3 è però anche vantaggiosa per le ditte pubblicitarie.
Su questo stesso sito il 17 novembre 2014 ho pubblicato un articolo dal titolo “La convenienza economica per le ditte pubblicitarie e non certo per il Comune di convertire ogni loro impianto di mt. 4 x 3 in due impianti di mt. 3 x 2”, in cui dimostravo quanto ogni ditta viene a risparmiare con una riconversione in 2 impianti di mt. 3 x 2. (https://www.rodolfobosi.it/la-convenienza-economica-per-le-ditte-pubblicitarie-e-non-certo-per-il-comune-di-convertire-ogni-loro-impianto-di-mt-4-x-3-in-due-impianti-di-mt-3-x-2/#more-12784)
Se ora mi è stato chiarito che ogni impianto di mt. 4 x 3 può essere convertito soltanto in un impianto di mt. 3 x 2, si viene allora a raddoppiare il risparmio delle ditte pubblicitarie, mentre per contro il Comune di Roma per l’anno 2015 subisce una minore entrata proveniente ai CIP di questi impianti convertiti.
L’Assessore Leonori fa sapere inoltre di avere stabilito con la Giunta Capitolina una “moratoria di 180 giorni per la ricollocazione e l’adeguamento dei vecchi impianti secondo le regole del Prip”.
Apprendo con estrema soddisfazione questa decisione, che considero anche una mia personale vittoria, anche se tardiva, dal momento che con Nota VAS prot. n. 24 del 5 dicembre 2013 avevo fatto richiesta di sospendere ogni spostamento degli impianti pubblicitari installati a Roma, facendone anche oggetto di un apposito articolo pubblicato il 6 dicembre 2013 su questo stesso sito (https://www.rodolfobosi.it/vas-chiede-al-sindaco-la-sospensione-di-ogni-spostamento-degli-impianti-pubblicitari-installati-a-roma/).
Si pone al riguardo lo stesso problema da me sollevato all’inizio di questo articolo riguardo al fatto che la deliberazione della Giunta Capitolina non è stata a tutt’oggi ancora pubblicata on line sul sito del Comune di Roma, per cui viene da chiedersi se i 180 giorni di moratoria decorrono dalla data di approvazione della suddetta delibera (30 dicembre 2014) o dalla data della sua pubblicazione on line (quasi un mese dopo).
L’Assessore Leonori fa sapere infine di avere “sospeso la sperimentazione prevista per viale dell’Oceano Pacifico”, altra notizia che apprendo con estrema soddisfazione perché ritengo di avere modestamente contribuito a far prendere questa decisione con la seguente serie di miei articoli dedicati all’argomento che sono stati pubblicati su questo sito:
- Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti – 28 novembre 2014 (https://www.rodolfobosi.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230)
- La doppia equivoca “sperimentazione“ del Comune di Roma – 12 dicembre 2014 (https://www.rodolfobosi.it/la-doppia-equivoca-sperimentazione-del-comune-di-roma/)
- “Sperimentazione”: la rettifica del Dott. Francesco Paciello – 16 dicembre 2014 (https://www.rodolfobosi.it/sperimentazione-la-rettifica-del-dott-francesco-paciello/)
- “Sperimentazione”: le troppo vaghe precisazioni dell’Assessore Marta Leonori – 17 dicembre 2014 (https://www.rodolfobosi.it/sperimentazione-le-troppo-vaghe-precisazioni-dellassessore-marta-leonori/).
Dal momento che la suddetta “sperimentazione” di Viale dell’Oceano Indiano è stata avviata dal dott. Francesco Paciello con Nota prot. n. QH 83458 del 5 dicembre 2014, debbo presumere che in questo frattempo l’Assessore Leonori abbia dato incarico al dott. Paciello di comunicare alle ditte pubblicitarie interessate la sospensione di questo “intervento di riqualificazione”, osteggiato non solo da VAS, ma anche da Basta Cartelloni (http://www.bastacartelloni.it/2014/12/la-strana-storia-dei-cartelloni-di-via.html) e dal blog Roma fa schifo“(http://www.romafaschifo.com/2014/12/finira-mai-lo-scandalo-cartellopoli.html).
Mi aspetto quindi che l’Assessore Leonori incarichi il dott. Francesco Paciello di comunicare anche alle suddette associazioni l’avvenuta sospensione di questo inopportuno “intervento di riqualificazione di viale dell’Oceano Indiano”.
Mi aspetto infine che quanto prima sia pubblicata on line la deliberazione della Giunta Capitolina per verificare non tanto ciò che ha anticipato l’Assessore Marta Leonori, che non è certo in discussione, quanto le singole quantità di superficie espositiva complessiva espressa in mq. che sono state assegnate soprattutto ad ognuno dei 6 “circuiti” che ho illustrato nell’articolo pubblicato su questo sito l’8 gennaio 2015. (https://www.rodolfobosi.it/prip-la-redazione-per-circuiti-dei-15-piani-di-localizzazione/)
Dott. Arch. Rodolfo Bosi