Il 15 marzo 2013 il senatore Antonio D’Alì (PDL), ad appena 9 giorni dalla sua proclamazione, ha comunicato alla Presidenza il Disegno di Legge S. 119 riguardante le “Nuove disposizioni in materia di aree protette”, di modifiche ed integrazioni della legge quadro n. 394 del 6 dicembre 1991.
Il disegno di legge ripropone con lo stesso identico testo il disegno di legge S. 1820, presentato sempre dal sen. D’Alì il 13 ottobre del 2009 ed approvato in sede deliberante il 21 dicembre 2012 nel corso della precedente XVI legislatura dalla 13ª Commissione, di cui il sen. D’Alì era all’epoca Presidente: c’è da far presente che il Disegno di Legge interessava inizialmente solo le aree marine protette, ma che poi ad esso si sono aggiunti una serie di emendamenti e subemendamenti che hanno riguardato numerosi articoli della legge quadro, fino ad incidere significativamente sull’assetto stesso dell’intera legge.
Alcune di queste proposte di modifica sono apparse fin da subito particolarmente critiche, come quelle che attengono in particolare alla gestione faunistica e al sistema di finanziamento.
Il Disegno di Legge S. 119, così come ripresentato, prevede fra l’altro al comma 8-bis del suo art. 4 che “Il Consiglio direttivo del parco nazionale è formato dal Presidente e da un numero di componenti rispettivamente pari a otto per i parchi il cui territorio comprende sino a venti comuni e a dieci per i parchi il cui territorio comprende più di venti comuni”.
Prevede inoltre alla lettera a) del successivo comma 8-ter che “il 50 per cento dei componenti su designazione della Comunità del parco con voto limitato, almeno la metà dei quali scelta tra i sindaci della stessa Comunità del parco”: rispetto alla allora ancora vigente legge quadro n. 394/1991 che al 4° comma dell’art. 9 prevede Consigli Direttivi costituiti da 12 membri di cui 5 della Comunità del Parco (pari al 41%), il disegno di legge del sen. D’Alì darebbe ad ogni Comunità del Parco la possibilità di nominare il 50% dei membri del Consiglio Direttivo assicurando addirittura che metà di questi siano dei Sindaci in carica.
A distanza di appena un mese con D.P.R. n. 73 del 16 aprile 2013 è stato emanato il “Regolamento recante riordino degli enti vigilati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”, che al 1° comma dell’art. 1 modifica anch’esso la composizione dei Consigli Direttivi degli Enti Parco abbassandone il numero dei membri da 12 ad 8, a cui si aggiunge il Presidente.
Il D.P.R. n. 73/2013 riduce del 33% il numero dei membri dei Consigli Direttivi, ma non riduce della stessa quota percentuale le sue componenti, perché l’abbassamento da 5 a 4 membri nominati dalla Comunità del Parco non equivale ad un corrispondente abbassamento del 33%: in tal modo non sono state penalizzate le rappresentanze locali mentre sono state penalizzate le associazioni di protezione ambientale (ridotte del 50%).
Il successivo 6 agosto 2013 la senatrice Loredana de Petris (Presidente del Gruppo Misto-Sinistra Ecologia e Libertà, nonché membro della 13° Commissione Ambiente dal 7 maggio 2013 al 25 settembre 2013, quando le è subentrato il senatore a vita Carlo Rubbia) ha presentato a sua volta il Disegno di Legge S. 1004 che riguarda le “Nuove disposizioni in materia di aree protette” e che pur esso non rispetta completamente il D.P.R. n. 73/2013 perché da un lato prevede 8 membri dei Consigli Direttivi di cui il 50% designati dalla Comunità del Parco, ma in difformità dal D.P.R. prevede che due dei 4 rimanenti membri siano designati rispettivamente dalle “associazioni nazionali di categoria del settore agri-colo rappresentate nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL)” (invece che dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) e dalla “Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell’Unione zoologica italiana e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco” (invece che dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare).
Per il solo Disegno di Legge S. 119 e non anche per il Disegno di Legge n. 1004 è stata in seguito presentata richiesta di adozione della procedura abbreviata prevista dall’articolo 81 del Regolamento, che l’11 settembre 2013 è stata approvata a maggioranza, con il voto favorevole di PD, PDL e Scelta Civica per l’Italia e quello contrario dichiarato della Lega Nord, del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà per dichiarazione di voto della stessa senatrice De Petris, che però si è astenuta.
Prima ancora di chiedere e poi ottenere la procedura d’urgenza il senatore Antonio d’Alì avrebbe potuto e dovuto adeguare il suo disegno di legge a quanto aveva prescritto il D.P.R. n. 73/2013 sopravvenuto nel frattempo, eliminando la previsione dei Consigli Direttivi portati a 10 membri nel caso di territorio protetto con più di 20 Comuni.
Il giorno prima che venisse approvata a maggioranza la richiesta di procedura d’urgenza, il senatore Massimo Caleo (PD) ha presentato il suo Disegno di Legge S. 1034, che prevede lo stesso identico testo del disegno di legge del senatore D’Alì per quanto riguarda la composizione dei Consigli Direttivi.
Il 18 settembre 2013 la 13° Commissione Ambiente del Senato ha iniziato un esame congiunto dei primi due disegni di legge S. 119 ed S. 1004, ai quali è stato congiunto il disegno di legge S. 1034 nelle riunione successiva del 24 settembre.
Il 2 ottobre 2013 si è svolta l’audizione informale dei rappresentanti di Coldiretti Pesca, Federcoopesca, Lega Pesca e Associazione Generale Cooperative Italiane Settore Agro Ittico Alimentare (AGCI AGRITAL): il giorno dopo l’audizione informale è stata tenuta con l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA).
L’8 ottobre si è svolta l’audizione informale dei rappresentanti della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), del Touring Club Italiano (TCI) e del Club Alpino Italiano (CAI).
Ieri l’audizione informale è stata tenuta con le associazioni VAS, rappresentata dal dott. Arch. Rodolfo Bosi in qualità di responsabile nazionale per Parchi e Territorio, e WWF, rappresentata da Franco Ferroni e Raniero Magini, tutti e tre convocati dal Presidente Giuseppe Francesco Maria Marinello (PDL) dell’Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi (fra cui figurano Massimo Caleo e Loredana De Petris).
L’audizione, fissata per le ore 8,45, è iniziata intorno alle 9,000: alla presenza fra gli altri del Vice Presidente Aldo Di Biagio (Scelta Civica per l’Italia) e delle senatrici Laura Puppato (PD), Paola Nugnes (M5S) e Vilma Moronese (M5S), tutte molte attente, ha iniziato a parlare per primo il WWF a ciò invitato.
Franco Ferroni ha illustrato i seguenti 5 punti critici che sarebbero da stralciare.
Composizione dei Consigli Direttivi – Ha fatto presente che debbono sempre prevalere gli interessi generali su quelli di settore o addirittura individuali, per cui si deve ritenere inopportuna la rappresentanza di parte di un membro delle associazioni agricole.
Nomina dei Direttori – Ha criticato la loro nomina da parte del Presidente anche per la loro conseguente decadenza in caso di decadenza dei Presidenti che li hanno nominati: ha auspicato l’assegnazione di questo incarico tramite bando.
Finanziamento tramite royalty – Sono state espresse notevoli perplessità verso norme che introducono le royalty a favore degli enti gestori, a titolo di compensazione per gli impianti impattanti presenti nei parchi o che si intende realizzare, perché – come poi ribadito anche dal dott. Rodolfo Bosi – l’esigenza di assicurare un autofinanziamento agli Enti Parco può comportare il grande rischio di permettere all’interno di essi tutta una serie di trasformazioni del territorio assolutamente non compatibili con l’obbligo di assicurarne la tutela. Ferroni ha proposto il pagamento di servizi ecosistemici.
Controllo della fauna – È stato criticato il testo che vorrebbe introdurre una distinzione tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) del Ministero dell’ambiente, perché si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette, andando ad intervenire di riflesso anche nei confronti della legge sulla caccia n. 157/1992.
Ruolo attribuito a Federparchi – I disegni di legge di D’Alì e Caleo assegnano un ruolo preferenziale ad una associazione di categoria che non riunisce peraltro nemmeno tutti i soggetti gestori delle aree protette e che quindi va cancellato.
È stato quindi invitato a parlare a nome di VAS il dott. Rodolfo Bosi che è stato però poco dopo interrotto dal Vice Presidente Aldo Di Biagio per fargli presente che la Commissione doveva chiudere entro le 9,30 quella audizione iniziata alle 9,00 e per invitarlo quindi a finire quanto prima il suo intervento senza continuare a leggere le osservazioni scritte di metodo e di merito ai tre disegni di legge, anche perché consegnate nel frattempo in copia ai presenti.
Il dott. Arch. Rodolfo Bosi è stato costretto a far presente da un lato che, se non altro per rispetto di chi viene invitato, la convocazione avrebbe dovuto specificare il tempo riservato ad ogni singolo intervento da rispettare tassativamente e che dall’altro lato non ha alcun senso far venire materialmente a parlare nel palazzo del Senato una persona solo per leggere un documento che può essere trasmesso tranquillamente per posta elettronica, senza essere scomodato e soprattutto evitando di essere offeso nella dignità da un inaccettabile comportamento di molti membri della Commissione, rimasti a manovrare sui propri tablet per tutto il tempo dell’intervento di Franco Ferroni.
A tal riguardo, alla fine della audizione Bosi si è intrattenuto a parlare con le senatrici Paola Nugnes e Vilma Moronese, a cui ha chiesto di proporre per il futuro di far invitare dapprima a trasmettere per posta elettronica osservazioni e proposte, per poi tenere su queste apposite audizioni, anche per far vedere che sono state effettivamente lette e che si intende avere su di esse un confronto ed una discussione a dimostrazione di un vero e proprio fattivo coinvolgimento dei cittadini, comitati ed associazioni e non certo di una democrazia quanto meno “compressa”, che attua solo nella forma e non certo nella sostanza la “partecipazione” solo perché viene obbligata dalle norme.
Le osservazioni di merito che il dott. Rodolfo Bosi da un certo momento in poi è stato costretto ad elencare sinteticamente a braccio hanno comunque riguardato i seguenti argomenti.
Piani di Assetto – Tutte e tre i disegni di legge hanno perso l’occasione di adeguare il dettato normativo del 7° comma dell’art. 7 (secondo cui il Piano di Assetto di un parco sostituisce ad ogni livello i piani paesistici) con il secondo periodo del 3° comma dell’art. 145 del D.Lgs. n. 42/2004, con cui è stato emanato il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi del quale “per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni dei piani paesaggistici sono comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette”.
Con sentenza n. 108 del 19 maggio 2008 la Corte Costituzionale ha ritenuto fondata la questione relativa al principio della “cogente prevalenza dei piani paesistici sulla pianificazione delle aree naturali protette”.
I disegni di legge n. 119 del sen. D’Alì e n. 1034 del sen. Caleo ignorano sia il D.Lgs. n. 42/2004 che la sentenza della Corte Costituzionale, mentre il disegno di legge n. 1004 della senatrice De Petris provvede correttamente, ma solo passivamente a recepire il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” eliminando le parole “i piani paesistici” dal comma 7 dell’art. 12 della legge n. 394/1991, senza contenere una minima ulteriore traccia di aver recepito la sentenza della Corte Costituzionale anche e soprattutto in termini di incidenza sulla pianificazione dei Piani di Assetto.
In termini pratici si tratta di sancire per legge che le destinazioni dei Piani di Assetto debbono rispettare le prescrizioni impartite dai Piani Territoriali Paesistici Regionali (PTPR) ed in particolare quelle che dettano la tutela integrale e quindi la in edificabilità.
Procedimento di adozione ed approvazione dei Piani di Assetto – Tutte e tre i disegni di legge hanno perso un’altra occasione di adeguare il dettato normativo con il 4° comma dell’art. 7, di cui tutti e tre abrogano la seconda parte per proporre in modo unanime che il Piano di Assetto debba intendersi comunque definitivamente approvato così come adottato se non venisse approvato entro un anno.
A parte la dubbia legittimità dell’esautoramento delle Regioni in caso di inerzia, perché si può prestare ad operazioni anche di tipo speculativo in danno dei parchi anziché a tutela di essi, in questa sede interessa mettere in evidenza il mancato recepimento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) prescritta dal D.Lgs. n. 152/2006, così come modificato dapprima dal D.Lgs. n. 4/2008 e da ultimo dal D.Lgs. n. 128/2010: comporta che la redazione di ogni Piano di Assetto deve essere obbligatoriamente sottoposta a VAS.
La procedura di VAS così come stabilita comporta dunque per ogni Piano di Assetto di un’area naturale protetta – dopo la conclusione della verifica di assoggettabilità che si concretizza in un documento finale di Scoping (art. 12) – la pubblicazione ed il deposito per 60 giorni della “proposta” del Piano di Assetto unitamente al Rapporto Ambientale che ne ha determinato le scelte (2° comma dell’art. 14) assieme ad una Sintesi Non Tecnica, adottando ufficialmente solo alla fine (art. 16) la decisione finale (con la revisione del Piano, ove si renda necessaria, ai sensi del 2° comma dell’art. 15) tenendo conto delle controdeduzioni congiunte alle osservazioni presentate (espresse sotto forma di “parere motivato” ai sensi del 1° comma dell’art. 15).
Alla decisione finale deve seguire la vera e propria adozione del Piano di Assetto da parte del Consiglio Direttivo e la sua pubblicazione e deposito per 40 giorni, seguendo il dettato del 4° comma dell’art. 12 della legge n. 394/1991.
Si mette in risalto che il 5° comma dell’art. 11 del D.Lgs. n. 152/2006 dispone che “la VAS costituisce per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni del presente decreto, parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione” per cui “i provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge”.
Aree contigue ai parchi nazionali – I tre disegni di legge ignorano del tutto che le aree contigue possono e debbono diventare elementi di collegamento tra un’area protetta ed un’altra ad essa vicina, intesa anche come SIC, ZPS, zona umida o “bene diffuso” automaticamente vincolato (corsi d’acqua e boschi e foreste), per arrivare a costruire una vera e propria Rete Ecologica.
Sulla “intelaiatura” della Rete Ecologica Nazionale e Regionale si potranno dunque individuare tutta una serie di possibili aree contigue tanto alle aree naturali protette istituite e istituende quanto ai corridoi ecologici ed alle zone cuscinetto.
Piano Pluriennale di Promozione Economica e Sociale (PPPES) – Deve essere opportunamente coordinato con il Regolamento del Parco e soprattutto con il Piano di Assetto di cui costituisce il successivo strumento di attuazione, al pari dei piani attuativi particolareggiati di attuazione dei Piani Regolatori Generali dei Comuni: abrogare del tutto i commi 1, 2,3 4, e 6 dell’art. 14 della legge n. 394/1991 che lo prevede, come fanno tutti e tre i disegni di legge, per farlo assorbire dal Piano di Assetto che pianifica il territorio e non può curasi anche degli aspetti gestionale non sembra una soluzione troppo praticabile.
Si fa ad ogni modo presente che anche il PPPES va sottoposto obbligatoriamente a VAS.
Si riportano di seguito in allegato le osservazioni che il dott. Arch. Rodolfo Bosi ha consegnato ieri mattina agli atti della 13° Commissione Ambiente del Senato.
Osservazioni di Rodolfo Bosi sui tre disegni di legge