L’ordine del giorno della Convocazione della IX Commissione per giovedì 13 febbraio 2014 riguardava una audizione per le ore 11,00 con il nuovo Comandante della Unità Organizzativa (U.O.) Gruppo Sicurezza Sociale urbana (G.S.S.U.), Renato Marra, “in relazione agli interventi di rimozione degli impianti pubblicitari non autorizzati”.
Come specificato sul sito del Comune “L’Unità Organizzativa svolge su tutto il territorio comunale in modo specializzato l’attività di pronto intervento, contrasto e controllo delle situazioni di degrado urbano e di disagio sociale, nonché l’attività a tutela dei minori e dei soggetti fragili, fermo restando competenze e autonomia operativa dei Gruppi municipali.
Tutela il patrimonio comunale, accerta le violazioni alle norme sulla pubblicità e sulle affissioni, contrasta e reprime l’abusivismo commerciale su aree pubbliche.
Svolge tutte le sue attività in uno stretto collegamento con gli Uffici comunali competenti per le singole materie, assumendo il coordinamento degli interventi, con l’assistenza e la collaborazione dei Gruppi municipali.”
Presupponendo che si sarebbe parlato – come poi è stato – dei 5.000 impianti pubblicitari cosiddetti “senza scheda”, ivi compresi quelli del “circuito cultura e spettacolo”, che la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013 prescrive di rimuovere entro 90 giorni, ho voluto partecipare di persona alla audizione, arrivando per tempo nella sede dell’Assessorato in via dei Cerchi n. 6.
Ho incontrato per primo il dott. Francesco Paciello che aveva già letto di prima mattina il mio articolo sulla partecipazione di VAS alla trasmissione di Uno Mattina e che si è risentito per il passo in cui ho scritto testualmente <<che il dott. Francesco Paciello ha finito il suo lavoro, perdendosi cavillosamente a valutare anche le proposte chiaramente fuori tema, come quella di rimuovere i 100 cartelloni installati in via della Scafa>>: riguardo al “cavillosamente” ha tenuto a chiarirmi di sentirsi offeso da me, perché lui era comunque obbligato a “controdedurre” a tutte le proposte pervenute entro il 17 dicembre scorso.
Gli ho fatto presente di avere “tradotto” con quel termine forse inappropriato l’impressione avuta dall’Assessore Leonori, ma gli ho anche promesso al tempo stesso che avrei fatto una rettifica precisando la questione in questo articolo: gli ho assicurato anche che avrei riportato la buona notizia che mi ha voluto dare della avvenuta rimozione spontanea del megaimpianto installato a ridosso della collina di Tor di Quinto, da me segnalato fin dal mese di febbraio del 2010 e che faceva parte dei 95 cartelloni che ho di recente chiesto di rimuovere lungo l’intero Viale di Tor di Quinto.
Prima dell’inizio della audizione il Presidente Orlando Corsetti ha accolto la mia richiesta di avere una copia delle controdeduzioni alle proposte di modifica ed integrazione del PRIP pervenute entro il 17 dicembre 2017 che il dott. Francesco Paciello ha consegnato il 12 febbraio scorso.
Alla audizione iniziata alle ore 11,00 erano presenti, oltre al Presidente Corsetti, il solo consigliere Enrico Stefàno (M5S) ed una assistente del cons. Franco Marino (Lista Civica Marino Sindaco): il cons. Immacolata Battaglia (SEL) che si è intrattenuta a parlare a lungo con il dott. Francesco Paciello prima delle 11,00, è poi andata via all’inizio della audizione dicendomi davanti alla mia sorpresa che lei doveva andare a lavorare considerato che non può campare con mille euro al mese.
Il Comandante Renato Marra, che si è presentato in compagnia del sig. Lopetuso (del G.S.S.U. di viale Ostiense) ha inizialmente fornito i seguenti dati statistici relativi alla repressione degli impianti pubblicitari abusivi.
Nell’anno 2012 sono stati redatti complessivamente 3.486 Verbali di Accertata Violazione” (VAV) a fronte dei quali ci sono state solo 923 rimozioni.
Nell’anno 2013 i VAV redatti sono stati invece 1927 e sono state operate 1.827 rimozioni.
Il Comandante Marra ha poi fornito di dati relativi al “riordino”, che prima dell’avvio del procedimento erano 21.000 e che dopo la presentazione delle domande sono diventati 24.000 con scheda “R” e 2.600 con scheda “SPQR”.
Ha quindi fornito il numero degli impianti pubblicitari registrati nella Nuova Banca Dati del Comune, che ammonterebbero a 32.700 impianti, di cui 3.057 “revocati” e 5.000 “senza scheda”: per un opportuno confronto si mette in evidenza che a RAI Uno Mattina è stata invece fornita la cifra di 28.700 impianti.
Il Comandante Renato Marra ha affrontato quindi il tema dei 5.000 impianti “senza scheda”, rispetto ai quali ha fatto sapere che il dott. Francesco Paciello avrebbe già trasmesso alle ditte che ne sono proprietarie gli inviti – diffida a rimuoverli entro 10 giorni a loro cure e spese.
Per capire meglio l’importanza della discussione polemica che sono stato costretto di lì a poco a sollevare, faccio presente che il comma 13-bis dell’art. 23 del D. Lgs. n. 285/1992 con cui è stato emanato il Nuovo Codice della Strada dispone testualmente: “13-bis. In caso di collocazione di cartelli, insegne di esercizio o altri mezzi pubblicitari privi di autorizzazione o comunque in contrasto con quanto disposto dal comma 1, l’ente proprietario della strada diffida l’autore della violazione e il proprietario o il possessore del suolo privato, nei modi di legge, a rimuovere il mezzo pubblicitario a loro spese entro e non oltre dieci giorni dalla data di comunicazione dell’atto. Decorso il suddetto termine, l’ente proprietario provvede ad effettuare la rimozione del mezzo pubblicitario e alla sua custodia ponendo i relativi oneri a carico dell’autore della violazione e, in via tra loro solidale, del proprietario o possessore del suolo”.
Il Comune di Roma, quale ente proprietario delle strade, ha dovuto recepire la suddetta prescrizione al 5° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento stabilendo testualmente che “con la diffida di cui al comma precedente, a valere anche come comunicazione di avvio del procedimento, il trasgressore è invitato a rimuovere l’impianto abusivo o difforme entro dieci giorni dalla notificazione”, con la precisazione che “decorso inutilmente tale termine e valutate, se pervenute, tali osservazioni, con determinazione dirigenziale viene disposta la eventuale rimozione forzata d’Ufficio, a spese del trasgressore”.
Il Comandante Renato Marra ha invece precisato che la delibera n. 425/2013 produrrà i suoi effetti dopo il 19 marzo 2014, al termine cioè dei 90 giorni dalla data della sua emanazione, lasciando chiaramente intendere che solo dopo tale data inizieranno effettivamente le rimozioni forzate degli impianti pubblicitari “senza scheda” non rimossi spontaneamente dalle ditte che ne sono proprietarie.
Alle mie obiezioni che la deliberazione n. 425/2013 non dispone affatto questo ha voluto leggere il dispositivo del provvedimento della attuale Giunta capitolina che testualmente recita:”la Giunta Capitolina delibera …. di stabilire che gli impianti qualificati nella Nuova Banca Dati di tipo c.d. “senza scheda”, ivi compresi quelli del “circuito cultura e spettacolo” dovranno essere rimossi, previa diffida, a cura e spese dei proprietari entro (90) novanta giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento, pena l’applicazione delle sanzioni previste negli articoli 31 e seguenti del vigente Regolamento di Pubblicità (deliberazione Consiglio Comunale n. 37/2009)”.
L’interpretazione che è stata data al suddetto dettato è che se entro 90 giorni (cioè entro il 19 marzo prossimo) le ditte non avranno ottemperato alle lettere-diffida già trasmesse ad esse di rimuovere spontaneamente gli impianti a proprie cure e spese, allora dal 20 marzo in poi si procederà a dare inizio alle rimozioni forzate, per giunta sulla base di una calendarizzazione degli interventi che il Comandante Renato Marra ha fatto sapere di stare predisponendo assieme al dott. Francesco Paciello e che comporterà in questo modo la sopravvivenza sul territorio di chissà quanti impianti e chissà per quanto tempo ancora.
A nulla è valsa la mia obiezione che la normativa vigente in materia, sia nazionale che comunale, prescrive l’obbligo della rimozione forzata dopo 10 giorni e non dopo 90: non ha fatto né caldo né freddo che io abbia messo in risalto che la dilazione derogatoria non solo non è consentita, specie se si basa su una “interpretazione” sbagliata di quanto dispone una semplice delibera di Giunta che non può scavalcare il Regolamento comunale e peggio che mai la normativa nazionale, ma che secondo me può comportare addirittura gli estremi della omissione di atti dovuti d’ufficio.
Il Comandante Renato Marra ha anche affiancato al problema della calendarizzazione degli interventi di rimozione forzata il contestuale problema del reperimento dei costi da anticipare con cui effettuarle ed ha lasciato chiaramente capire che si sta cercando di reperire le risorse economiche dal bilancio delle spese correnti del Comune, vale a dire dei soldi di tutti i contribuenti romani: dopo che ho visto d’accordo su questa modo di procedere anche il Presidente Orlando Corsetti, ho fatto presente di avere denunciato alla Corte dei Conti la precedente Giunta di Alemanno per distrazione di fondi pubblici, perché per rimuovere forzatamente gli impianti era arrivata a promuovere vere e proprie “campagne” con lo stanziamento addirittura di più di un milione di euro.
Ho ricordato questa mia denuncia all’Assessore Leonori nel corso della trasmissione di Uno Mattina ed ho contestato a suo tempo quest’utilizzo illecito di fondi allo stesso Vice Comandante Antonio Di Maggio, richiamando ogni volta l’applicazione della normativa vigente in materia, anche qui sia nazionale che comunale, che obbliga a sanzionare non solo la ditta pubblicitaria ma anche l’inserzionista in via solidale, per giunta anche con la possibilità di applicare la multa più alta stabilita dalla legge n. 111/2011, per cui basta aprire una partita di giro in cui versare le sanzioni incassate con cui anticipare i costi delle rimozioni da effettuare forzatamente, che sarebbero sufficienti anche e soprattutto per coprire i costi dei manifesti con cui oscurare preventivamente i cartelloni abusivi per tutto il tempo burocratico che occorre per la loro materiale rimozione forzata, impedendo così l’illecito sfruttamento di una pubblicità irregolare.
Come se le mie parole gli fossero entrate da un orecchio e uscite dall’altro, per tutta risposta il Presidente Orlando Corsetti ha ribadito la necessità di reperire i fondi sufficienti per effettuare le rimozioni forzate ed ha parlato della necessità di concordare con l’Assessore Leonori un programma di finanziamento per la rimozione dei 5.000 impianti “senza scheda”: non c’è evidentemente peggior sordo di chi non vuol sentire e quindi applicare gli obblighi di legge.
Il Comandante Renato Marra ha anche fatto presente il rischio che la deliberazione n. 425/2013 venga impugnata presso il TAR di Roma, per cui occorrerebbe sospendere ogni operazione: gli ho contestato anche tale eventualità, facendogli presente che il Comune è comunque obbligato anche e soprattutto per normativa superiore al suo stesso Regolamento ed alle sue stesse delibere a reprimere tutte le forme di abusivismo, indipendentemente quindi dalla deliberazione n. 425/2013.
Il Presidente Corsetti ha proposto di avere a tal riguardo un incontro con l’Avvocatura Comunale.
Il Comandante Marra ha parlato anche della possibilità di rilocalizzare gli impianti da rimuovere e dei casi di non corretta compilazione dei VAV.
Ad audizione finita ho avuto modo di chiarire con il Comandante Marra il mio rapporto di collaborazione con tutte le pubbliche amministrazioni, ivi compresi tutti i Gruppi di Polizia Locale di Roma Capitale che in modo corretto la accettano, facendo ben presente il distinguo che ci deve essere tra le competenze del G.S.S.U. e quelle invece amministrative e soprattutto politiche.
Sono comunque andato via dalla riunione con l’amara sensazione di quanto sia purtroppo vera la fama che noi italiani ci siamo conquistati di essere il paese dove “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi