Riceviamo e volentieri pubblichiamo da VAS Campania.
Nel museo degli orrori del decreto spicca l’articolo 33, che stabilisce procedure straordinarie per interventi di rigenerazione urbana ed ambientale, inizialmente pensato per l’ex area industriale napoletana di Bagnoli e successivamente esteso all’intero territorio nazionale.
Con un provvedimento senza precedenti, i cittadini, le assemblee elettive locali e gli organi di controllo statali sono espropriati del diritto di pianificare il territorio di loro competenza, che viene affidato ad un commissario governativo-podestà: sarà questi, insieme ad un soggetto attuatore unico costituito da istituti finanziari, costruttori e proprietà immobiliare, a decidere i destini delle aree considerate “di interesse nazionale”.
Il programma d’intervento così congegnato andrà in deroga a piani urbanistici e norme di tutela ambientale, emarginando enti locali e Sovrintendenze.
Si tratta di misure apertamente anticostituzionali, pensate ad hoc per promuovere la speculazione edilizia sull’ultima grande area libera del litorale urbano di Napoli; laddove, cancellando la grande spiaggia pubblica balneabile ed il parco urbano di 130 ettari previsti dagli strumenti urbanistici, si intende realizzare un mostruoso complesso portuale-residenziale-alberghiero.
In buona sostanza il provvedimento, col pretesto di superare il ‘fondamentalismo ambientalista’ che bloccherebbe l’area, spiana la strada alle ricorrenti manovre speculative, e a quegli interessi affaristici che da tempo sabotano l’attuazione del piano urbanistico.
A trarre vantaggio da questa norma sono in primo luogo le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica; inoltre i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida.
Veduta dell’isola di Nisida dal Parco del Virgiliano sulla collina di Posillipo
Infine l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata con denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco.
Proprio l’accordo per la sua ricostruzione, firmato ad agosto anche dalla giunta De Magistris, ha aperto le porte di Bagnoli agli squali della finanza e del mattone.
A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele politiche di ogni colore, anche col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione.
Bagnoli è l’esempio lampante degli intenti speculativi sottesi allo “Sblocca Italia” nel suo insieme.