L’articolo pubblicato con questo titolo il 4 agosto 2015 sul sito “Casa & Clima” ci porta a conoscenza dei preoccupanti risultati a cui è pervenuto uno studio del Centro Euro-Mediterraneo.
In una estate, come quella di quest’anno, che ha visto, e vedrà, l’Italia, particolarmente colpita dalle cosiddette ‘ondate di calore’, il tema dei cambiamenti climatici appare ancora più di attualità e di interesse pubblico.
E viene da domandarsi su cosa ci riserverà il futuro, quali aree saranno maggiormente colpite e soprattutto quali le cause di questi eventi estremi a cui non siamo stati finora abituati.
Cerca di dare alcune risposte a queste domande uno studio realizzato da ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) incentrato sugli ‘eventi estremi’.
Non solo ondate di calore, quindi, ma anche piogge intense e violente e lunghi periodi di siccità.
Insomma, tutti quegli episodi finora ritenuti straordinari, ma che negli ultimi anni si stanno intensificando e che possono avere impatti significativi sulla vita di tutti giorni, sull’ambiente e sui nostri sistemi socio-economici.
Lo studio “Extreme temperature and precipitation events over Italy: assessment of high-resolution simulations with COSMO-CLM and future scenarios” – pubblicato sulla rivista International Journal of Climatology a firma di Alessandra Lucia Zollo, Valeria Rillo, Edoardo Bucchignani, Myriam Montesarchio, Paola Mercogliano – si fonda sull’utilizzo di tecnologie di ultima generazione nel campo dei modelli climatici, si rivolge alle variazioni di temperatura e precipitazioni medie di tutta la penisola e si concentra sull’analisi degli eventi estremi di alcune regioni in particolare (Veneto, Calabria, Sardegna e Toscana) mettendo in evidenza le differenze dei dati ottenuti per l’ultimo trentennio del secolo (2071-2100) rispetto al periodo 1981-2010.
Veniamo ai risultati. Da una parte le precipitazioni medie dell’Italia segnano una diminuzione che non supera il 10%, mentre le temperature minime e massime segnano un aumento tra i 2°C e i 6°C a seconda dello scenario sulle emissioni di gas a effetto serra (a una minore riduzione delle emissioni corrisponde, in accordo a quanto definito dalle simulazioni, un maggiore aumento della temperatura).
Il futuro
Le proiezioni sul futuro ci parlano poi di un aumento degli eventi estremi, con segnali molto evidenti soprattutto per la temperatura.
Più nello specifico: il dato più evidente riguarda i valori minimi e massimi di temperatura del Veneto, che fanno registrare aumenti fino anche ai 7°C. Altri indici riguardano ad esempio quello che i ricercatori definiscono come “notti tropicali” (Tropical Nights: cioè il conteggio annuale dei giorni con temperatura minima sopra i 20°C) o i “giorni estivi” (Summer days, ovvero il conteggio annuale dei giorni con temperatura massima sopra i 25°C). Per entrambi è previsto un aumento soprattutto per Calabria e Sardegna.
In sostanza, dallo studio emerge un generale aumento degli eventi più estremi (giorni con temperature elevate e giorni consecutivi senza piogge) e una diminuzione degli eventi meno estremi.