Con questo titolo è stato pubblicato sul quotidiano “Corriere della Calabria” il seguente articolo di Michele Giacomantonio.
Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, stretto nella morsa di una città assediata dai rifiuti, fa sapere che li porterà temporaneamente in una area preclusa a ogni attività perché riconosciuta di massima pericolosità, ma affermando che proprio la spazzatura ridurrà il grado di pericolo.
Mario Occhiuto
Dopo aver chiesto – senza un filo di ironia – ai cosentini di tenersi i sacchetti dell’immondizia a casa, il primo cittadino annuncia ufficialmente che l’area dell’ex mercato di Vaglio Lise sarà destinata allo stoccaggio dei rifiuti indifferenziati.
E questa decisione viene accompagnata da una verità candidamente rivelata e cioè che il luogo scelto per accogliere la spazzatura è riconosciuto dal Piano assetto idrogeologico come zona R4, cioè ad alto rischio. Un’area dove non si può fare nulla praticamente nulla e dove invece secondo un vecchio progetto del Comune dovrebbe sorgere un centro di riciclo.
Area di Vaglio Lise
In attesa del reperimento dei fondi necessari per far partire l’ambiziosa idea – in passato bocciata dalla Regione e ora realizzabile solo con il significativo impegno di privati – il Comune non rinuncia ad usare quello spazio che è posto praticamente a ridosso della baraccopoli abitata dai rom e delle sponde del fiume.
L’annuncio della scelta di usare quello spazio precluso dalla normativa come luogo di raccolta dei rifiuti viene rinnovato nel corso del consiglio comunale del 27 gennaio, durante il quale Occhiuto dichiara che “a Cosenza faremo le isole ecologiche e i centri di riciclo”.
Poi l’incontenibile verità: “E le faremo anche sul fiume, tra l’altro in una zona a rischio idrogeologico”.
Ecco, con un candore stupefacente il sindaco annuncia all’assemblea cittadina che sta per realizzare un centro di riciclo in un’area che lui sa essere vietata a ogni attività.
E dopo la verità, la fantasiosa spiegazione.
Infatti immediatamente dopo l’annuncio, il sindaco si è affrettato a spiegare che: “Siccome rimangono gli stessi volumi che erano in passato utilizzati per il mercato ortofrutticolo, in questo caso c’è una riduzione del rischio idrogeologico”.
Dunque, secondo il sindaco il portare la spazzatura nella zona che il Pai definisce di massima pericolosità ne riduce in automatico il grado di rischio.
Ma quel consiglio comunale ancora non aveva visto le strade cittadine invase dai sacchetti come conseguenza della chiusura della discarica di Pianopoli.
Discarica di Pianopoli
Oggi in piena emergenza, quell’area di Vaglio Lise ad alto rischio territoriale muta di destinazione d’uso.
Non più il centro di riciclo, che senza risorse resta un’utopia, ma centro di stoccaggio dell’indifferenziata.
Pochissimi giorni fa con una delibera il Comune infatti ha ordinato di “autorizzare, in deroga alle norme, lo stoccaggio provvisorio e temporaneo presso l’area sita in località Vaglio Lise dei rifiuti indifferenziati”.
In poche parole Ecologia Oggi ha il permesso di usare l’area vietata come discarica, sia pure in maniera provvisoria.
È il segno di come l’emergenza indurrebbe a ignorare le normative che sono state poste a salvaguardia dei cittadini e del territorio, anche immaginando che portare laggiù la spazzatura riduca evidentemente per magia la pericolosità segnalata dal Pai.
Intanto il territorio è in fermento.
Da via Popilia, pronta a organizzarsi per impedire l’avvio della discarica, a Donnici da tempo sul piede di guerra, fino a Celico, mobilitato per proteggere il proprio territorio, mentre dalle pagine Facebook di Ecologia Oggi viene raccontata la favola di una città da cartolina e da Palazzo dei Bruzi viene promesso il miracolo della spazzatura che sana il rischio idrogeologico.