Articolo di E.B. pubblicato con questo titolo l’11 novembre 2014 sul sito www.sicurauto.it, con il seguente sottotitolo: “Gli impianti pubblicitari abusivi devono essere rimossi con urgenza anche in caso di ricorso”.
Scende in campo il ministero dei Trasporti contro i cartelli abusivi, e lo fa con il parere numero 4746 del 6 ottobre 2014.
Come evidenzia poliziamunicipale.it, la nota dice che gli impianti pubblicitari abusivi devono essere rimossi con urgenza anche in caso di ricorso perché godono di una disciplina ad hoc.
Specialmente quelli posizionati sul suolo demaniale o degli enti proprietari delle strade, anche in assenza di un pericolo imminente.
La pubblicità abusiva è disciplinata dall’articolo 23 del codice stradale il quale prevede specificamente una multa di 419 euro per i trasgressori e di 1.376 euro per chi viola le prescrizioni indicate nella licenza.
I verbali devono poi essere trasmessi agli enti proprietari delle strade che provvederanno alla rimozione degli impianti.
Questa ulteriore misura punitiva a parere del ministero dovrà essere attivata anche in caso di ricorso e senza attinenza con la disciplina delle sanzioni accessorie di cui all’articolo 211 del Codice.
In caso di installazione abusiva su suolo demaniale oppure su una porzione di terreno rientrante nel patrimonio degli enti proprietari delle strade, la rimozione del manufatto dovrà essere particolarmente veloce.
Stessa accelerazione in caso di pericolo per la circolazione.
UN PROBLEMA GRAVE – Che in Italia ci sia un allarme cartelloni abusivi lo dimostrano anche i provvedimenti recenti del Comune di Roma e della Provincia di Milano.
Di recente, la giunta di Roma, con il bilancio 2014, ha approvato il nuovo piano regolatore degli impianti pubblicitari, e alcune modifiche al regolamento: il piano definisce come vengono distribuiti, sull’intero territorio cittadino, gli impianti fissi, in quali strade e piazze e quali formati e tipologie sono ammessi nelle diverse zone della città; obiettivo dell’amministrazione è garantire maggiore decoro, tutela del patrimonio archeologico e ambientale, insieme a una stabile programmazione delle entrate.
La giunta aveva già revocato in parte la delibera 116 dell’aprile 2013, cancellando la sanatoria di 5.000 impianti abusivi, cosiddetti “senza scheda”, perché privi di autorizzazione.
Gli uffici amministrativi hanno provveduto a inviare diffide e sanzioni ai titolari dei 5.000 impianti e a richiedere la rimozione di questi cartelli abusivi, provvedendo, altresì, alla sanzione dei pubblicizzati.
Contro questo atto sono stati presentati diversi ricorsi al Tribunale amministrativo regionale.
Che si è pronunciato più volte, respingendo le richieste delle società di sospendere la delibera impugnata.
E invece la Provincia di Milano, a marzo 2013, ha dichiarato guerra ai cartelli pubblicitari abusivi.
Che possono essere controllati anche dai cittadini.
L’assessore alla Mobilità e infrastrutture, Giovanni De Nicola, e l’assessore alla Sicurezza, Stefano Bolognini, un anno e mezzo fa hanno consegnato alla Polizia provinciale 10 palmari per la rilevazione della cartellonistica abusiva.
Così, il numero degli apparecchi utilizzati dal personale della Provincia è arrivato a 50.
Il palmare è lo strumento fondamentale per i controlli e rientra nel progetto, partito a giugno 2012, di una nuova tecnologia per combattere l’abusivismo pubblicitario lungo le strade provinciali.
Anche i privati potranno controllare la regolarità delle istallazioni pubblicitarie lungo le strade attraverso gli smartphone: i telefoni dotati di dispositivo Nfc (non tutti, ovviamente, lo sono) hanno la possibilità di leggere il codice del microchip sul cartello pubblicitario, abbinato all’autorizzazione (anche se la procedura esatta è ancora da scoprire in dettaglio).
Si tratta di una tecnologia che, mediante un microchip di ultima generazione, permette di catalogare, mappare, monitorare e controllare tutti gli impianti presenti sulle strade provinciali.
Attraverso i palmari è possibile “leggere” i cartelli da una distanza massima di 15 metri e verificare se si tratta di un impianto abusivo.
Automaticamente, sarà possibile far partire dallo stesso palmare la notifica della sanzione.
Da settembre 2012, sono state rilasciate le prime autorizzazioni con l’utilizzo di questo nuovo metodo e prossimamente i microchip saranno applicati anche ai cartelli autorizzati in passato, così da rendere omogeneo il controllo su tutto il territorio.
CHI PAGA – Ricordiamo inoltre che l’effettivo trasgressore e il proprietario/possessore del suolo sono gravati da due responsabilità distinte e autonome, ancorché connesse tra loro.
Lo ha chiarito la sentenza 21606 del 19 ottobre 2011 della Cassazione: il senso di questa pronuncia è quello di responsabilizzare il proprietario/possessore del suolo, che i giudici di Piazza Cavour ritengono essere il principale destinatario della sanzione.
Infatti, se fino al 1999 il comma 13 dell’articolo 23 del Codice della strada prevedeva obblighi di rimozione a carico dell’autore materiale dell’illecito, con l’introduzione del comma 13-bis e le successive modifiche, avvenuta appunto con la Legge 1472 del 1999, l’obbligo di rimozione grava innanzitutto sul proprietario/possessore del terreno.
Quest’ultimo diventa il principale destinatario della norma, perché essendo più sicuro e rintracciabile deve garantire la rimozione in tempi brevi dei cartelli abusivi.
In pratica, il meccanismo prevede che, dopo una diffida all’autore materiale dell’illecito a rimuovere i cartelli entro dieci giorni, il proprietario/possessore del suolo deve provvedere alla rimozione a proprie spese, salvo rivalersi sull’effettivo responsabile.