Millecinquecento cassonetti gialli e quattro cooperative incaricate di gestirne il contenuto.
E’ questa la modalità scelta dal Campidoglio per gestire gli abiti usati e gli accessori che i romani gettano negli appositi contenitori.
Ma l’amministrazione sta valutando di cambiare l’organizzazione del servizio che, ogni anno, garantisce quasi 2 milioni di euro.
L’attuale divisione territoriale
Oggi la città è suddivisa in quattro lotti, uno per ogni quadrante.
Il primo, di cui fanno parte i municipi I – VIII- IX e X è gestito dalla cooperativa La Fenice che ha ricevuto l’incarico lo scorso 6 febbraio.
Questo lotto è l’unico destinato a rimanere invariato.
Gli altri tre invece, affidati d altrettante cooperative (La Ginestra per il quadrante Ovest, la T.S.A per quello Nord e la CO.S.A. per il quadrante Est) saranno interessati da alcuni cambiamenti.
Aumentano i lotti
In particolare, il funzionario dell’Ama che segue il procedimento, ha annunciato durante un’apposita commissione trasparenza, che l’azienda municipalizzata ha intenzione di rivedere l’organizzare del servizio.
“Entro l’anno sarà fatta una gara”, è stato spiegato, che prevede la creazione di un lotto unicamente per “il municipio II quello da cui storicamente vengono conferiti più abiti ed accessori usati”.
A questo se ne aggiungeranno sei: aggiungerà un lotto per i municipi 3 e 15, un III lotto per Roma Est (IV V VI e VII municipio) un IV lotto per i municipi XI ed il XII ed un quinto per i municipi XIII e XIV.
Si arriva a sei con il lotto attualmente gestito dalla cooperativa La Fenice, appena entrata in servizio.
Le frequenze di passaggio
La commissione trasparenza è stata utile anche per ricordare come, finora, ha funzionato la raccolta delle merce conferita nei 1500 cassonetti gialli.
Il contratto prevede “un obbligo minimo di intervento una volta a settimana, modificato nei periodi in cui si verifica il cambio stagione” e quindi si svuotano gli armadi.
Avviene tra aprile e giugno e tra ottobre e dicembre.
In quei casi le frequenze di raccolta che le cooperativa devono garantire aumentano, arrivando ad uno svuotamento ogni 5 giorni solari.
Dove vanno i vestiti usati
Dove finiscono i materiali raccolti, vale a dire i vestiti, le stoffe, le tende ma anche gli accessori come borse, scarpe, cinte?
“Le quattro cooperative – ha spiegato il referente di Ama – le conferiscono nella cosiddetta piattaforma, un impianto autorizzato dall’azienda municipalizzata” che verifica la qualità dei vari materiali.
In tal modo si opera una selezione che permette di recuperare ciò che è in buono stato e che può anche essere commercializzato.
Il resto viene avviato alla distruzione negli appositi impianti.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 12 marzo 2023 sul sito online “Roma Today”)