Su questo stesso sito il 21 febbraio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Ogm: lo stallo sul Pioneer 1507 apre scenari alternativi” (https://www.rodolfobosi.it/ogm-lo-stallo-sul-mais-pioneer-1507-apre-scenari-alternativi/#more-5140) che si chiudeva con Bruxelles che doveva dare il via libera dopo che gli Stati si fossero accordati su come modificare le regole sugli OGM per prevedere la possibilità di non introdurre coltivazioni nei singoli territori.
Apertura dei 28 paesi UE alla proposta legislativa che dà ai singoli stati membri la facoltà di scelta se autorizzare o meno la coltivazione di OGM sul loro territorio: è quanto è emerso nel corso del Consiglio UE ambiente che si è tenuto ai prima di marzo, dove la stragrande maggioranza dei 28 paesi, Italia inclusa, intervenuti in dibattito pubblico, si sono espressi a favore del testo presentato dalla presidenza greca di turno dell’UE sulla base di quello preparato nel 2010 dalla Commissione UE.
La Germania, finora parte della minoranza di blocco contraria, ha segnalato una sua “riserva d’esame” in attesa che il governo tedesco adotti “entro giugno” una posizione chiara sulla questione OGM alla luce delle preoccupazioni dei cittadini.
Solo un paese è rimasto fermamente contrario, il Belgio, e alcuni stati hanno assunto posizioni più sfumate, in particolare Portogallo, Bulgaria e Polonia.
E un forte sostegno a favore del testo di compromesso presentato dalla presidenza greca è stato espresso da paesi a favore della coltivazione degli OGM quali Spagna e Gran Bretagna.
La Francia ha invece presentato una sua propria proposta che, se pure va nella stessa direzione, per molti paesi prenderla in considerazione costituirebbe un ulteriore rallentamento del processo decisionale.
Questa consiste in un sistema di autorizzazione a due livelli, uno UE basato sul parere scientifico dell’ EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che definirebbe una ‘lista UE’ di OGM la cui coltura potrebbe essere autorizzata in Europa, e l’altro a livello nazionale, dove chi vuole coltivare uno degli OGM sulla lista dovrebbe chiedere il permesso allo stato in questione.
Secondo Parigi, si tratterebbe di un quadro giuridico “più sicuro” davanti al WTO (World Trade Organisation, l’Organizzazione mondiale del commercio.
L’Italia in ogni caso “sostiene” la proposta presentata dalla presidenza greca dell’UE sulla coltivazione degli OGM che lascia ai singoli stati membri la facoltà di decidere.
Lo ha affermato durante il dibattito pubblico al Consiglio UE ambiente il neo Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sottolineando che “l’attuale quadro legislativo non soddisfa pienamente l’esigenza di dare agli stati membri la libertà” di vietare la coltivazione degli OGM tenendo conto anche delle loro “tradizioni e ragioni culturali”.
Luca Galletti
Da qui “l’apprezzamento” espresso per il lavoro della presidenza greca dell’UE “per riaver riaperto il discorso sul tema controverso della coltivazione degli OGM”, la cui proposta “rappresenta dunque come ha sottolineato il commissario Borg un’utile opportunità per rivedere la normativa per superare le controversie” sul territorio europeo.
Si tratta quindi, ha concluso Galletti, “base da cui riprendere il lavoro tecnico di affinamento su cui conseguire un importante accordo politico” tra i 28.
Il neo ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, sembra voler confermare tutte le preoccupazioni avanzate appena si è saputo della sua nomina nel Governo Renzi: nella sua prima uscita a Bruxelles ha subito fatto una dichiarazione che rivede la precedente posizione italiana sul no assoluto agli OGM e che sembra destinata a far discutere molto.
«Il tema OGM è delicato e controverso – ha detto il ministro – per questo motivo è necessario un quadro legislativo chiaro che soddisfi pienamente l’Italia e tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Siamo dunque favorevoli alla riapertura della discussione che permetta di trovare un equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione Ue, basato su valutazione scientifica di rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli Stati la possibilità di vietare la coltivazione di Ogm alla luce delle specifiche caratteristiche sul territorio».
È esattamente il contrario di quanto chiedevano le più grandi associazioni degli agricoltori italiani (Coldiretti e Cia) le organizzazioni del biologico come AIAB e tutte le associazioni ambientaliste.
Intanto è arrivato il nuovo monito del commissario Ue alla salute Tonio Borg: “Abbiamo raggiunto un punto in cui o si decide e si va avanti o ci sarà un ennesimo rinvio per anni”, per questo “dobbiamo cogliere questa finestra di opportunità”. “E’ ora tempo di decidere” e “non c’è miglior alternativa”, ha detto Borg durante il dibattito pubblico con i ministri dell’ambiente, in quanto questa proposta preserva da un alto il sistema di autorizzazione basato sulle prove scientifiche dell’EFSA e dall’altro dà la possibilità agli stati membri di vietarli anche su “altre basi” che quelle scientifiche.
Tonio Borg
“Il treno si è fermato in stazione, ora è tempo di salirci altrimenti lo perdiamo, non è il momento di costruire un nuovo treno ma di salire su quello che abbiamo”, ha concluso.
In ogni caso, considerata dalla maggioranza dei 28 una “buona base su cui avviare le discussioni per trovare un accordo”, la presidenza greca dell’UE ha deciso di avviare i lavori tecnici sulla sua proposta, con l’obiettivo di chiudere “entro il 2014″.